I condizionatori dalla A alla G
Tarda ad entrare in vigore l'etichettatura in base all'efficienza energetica. Come scegliere il consumo minore
06 July, 2004
di Alessandra Mazzotta Fissi o portatili? Fissi a pompa di calore? Portatili compatti o split? Tornata l'estate si ricomincia a parlare di condizionatori d'aria. Non c'è che l'imbarazzo della scelta per chi decide di combattere con questi mezzi altamente energivori il grande caldo. L'unica raccomandazione: che siano però ad alta efficienza energetica. Ambiente e portafogli ringrazieranno. I modelli su cui orientarsi? "Quelli a 'inverter'- consiglia Giuseppe Onufrio, dell'Issi, l'Istituto Sviluppo Sostenibie Italia - che permettono una riduzione del 20% del costo energetico". Esistono poi dei modelli nuovissimi dal Giappone che promettono addirittura un taglio del 35-40%, in condizioni ottimali. "I condizionatori più recenti funzionano con il sistema a “inverter” - spiega Onufrio - ovvero una centralina elettronica ottimizza rese e rumorosità e consente all’apparecchio di modulare la potenza secondo necessità, funzionando al massimo nelle ore più calde e riducendo la potenza con il graduale raffrescamento della stanza. L’efficienza viene aumentata migliorando le prestazione dei singoli componenti, dal consumo del compressore al rendimento di scambio termico del condensatore. Nel caso dei condizionatori portatili vanno preferiti gli split ai compatti perché a parità di rendimento hanno consumi più ridotti". Da questo mese, inoltre, dovrebbe (il condizionale è più che mai d'obbligo) entrare in vigore la direttiva europea che prescrive anche per i condizionatori l'etichettatura in base all'efficienza energetica. Sette classi di merito, siglate con lettere dalla A (per la classe più efficiente, cioè a più bassi consumi) alla G (quella meno efficiente, con consumi più alti), che ormai, obbligatoriamente, segnaleranno all'acquirente la resa energetica dell'apparecchio per uso domestico. In realtà la direttiva avrebbe dovuto essere attiva già dal luglio 2003, ma ancora non ha avuto applicazione. Tra i motivi, "una vecchia polemica con i produttori di condizionatori, i quali chiedono ai legislatori di essere di manica più larga nell'attribuzione delle etichettature", conclude Onufrio.