«Il Gerbido è il sito ideale per l'inceneritore»
Presentata l'indagine comparativa con l'area della Servizi Industriale
13 July, 2004
Patrizio Romano Lo studio commissionato dalla Trm non lascia dubbi: il sito del Gerbido è il migliore sotto una serie di punti di vista per realizzare il termovalorizzatore e l'impianto di pretrattamento dei rifiuti. L'indagine, svolta da docenti universitari di Torino e Trento e dalla società Earchimede di Brescia, è stata presentata ieri in Provincia alla presenza dei sindaci dei Comuni coinvolti e della Regione. «E' solo uno studio comparativo tra i siti del Gerbido e della Servizi Industriali - spiega il presidente di Trm Fabrizio Zandonatti -, valutati soprattutto dal punto di vista tecnico ed economico». A far pendere la bilancia nei confronti del Gerbido sono tre fattori: i tempi per attivare la procedura, l'iter amministrativo e il costo. «Decidere di andare alla Servizi significa far cambiare la legge regionale sul Pip del Sito, espropriare, trovare una nuova sede all'azienda... - precisa l'amministratore delegato Stefano Esposito -. Insomma, un ritardo valutato dai tecnici in circa 2 o 3 anni. E noi nel 2008 avremo esaurito la discarica di Basse di Stura». Anzi, già con il Gerbido si va oltre la scadenza, visto che sarebbe pronto solo nel novembre 2009. «Non parliamo dei costi - afferma Esposito -. A essere ottimisti l'area della Servizi costerebbe 20 milioni di euro, contro i quasi 10 del Gerbido». Ma nell'analisi economica il costo preventivato si aggira intorno ai 40 di milioni. «E senza tener conto della "bonifica" dei terreni della vicina cava - aggiunge l'amministratore -. Un surplus ovviamente a carico dei contribuenti». Stessa differenza nell'iter burocratico. «Basti pensare che al Gerbido dobbiamo solo acquistare i terreni dalla Gtt - rintuzza Esposito -, che si è già detta disponibile». E l'impianto in sé costa tra 350 e i 400 milioni di euro. Un impianto che prevede la presenza di un termovalorizzatore a griglia mobile. «Perché è il più collaudato in Europa dove ne esistono 609 esemplari - ammette -, contro i 29 a letto fluido, che è una tecnologia troppo moderna. E noi non possiamo metterci a fare esperimenti». Di fianco dovrebbe trovarsi l'impianto di pretrattamento, che divide la parte secca da quella organica. «Un altro impianto simile potrebbe poi essere costruito a Volpiano, per indicare una città - dice Esposito -, e dove il sindaco si è detto disponibile, pur di non avere l'inceneritore». Per la discarica invece si punta su Montanaro. Questo in termini economici e tecnici, ma ambientalmente? «Credo che non vi siano differenze tra i siti - sentenzia -. Anzi, le nostre pressioni hanno fatto partire la richiesta del Sito di esproprio dei terreni della Servizi, dopo 10 anni di attesa. Poi i due impianti sono incompatibili: o noi o loro». Neanche il traffico di camion sembra un problema. «Per il Gerbido si studiarà il trasporto con la ferrovia - conclude -. Ora, per dirla con linguaggio olimpico, la torcia passa agli enti, a loro accendere il braciere». I Comuni il loro però lo hanno già acceso. «Se Torino vuole la guerra - sibilano i sindaci di Grugliasco Marcello Mazzù e di Beinasco Gilberto Giuffrida -, tra ricorsi e proteste, l'avrà e vedrà come si allungano i tempi». Però è soddisfatto dello studio. «Temevamo dicesse che non si può fare alla Servizi - confessa -. Visto che non è così si faccia. Costa di più? Beh, noi rinunciamo alle compensazioni». Guido Tallone, primo cittadino di Rivoli, è più moderato: «Voglio valutare e riflettere insieme ai colleghi e poi decidere le strategie». «Sabato 24 presenteremo le nostre osservazioni a questo studio ai 19 sindaci del consorzio - sbotta Giuseppe Massimino del Covar 14 -. Inoltre, la scelta del sito spetta all'Ambito territoriale ottimale, organo che ancora deve essere nominato. Nessuno creda di decidere al suo posto». Alle 21 di oggi, intanto, il direttivo di tutti i comitati anti-inceneritore si ritrova nella Circoscrizione di corso Orbassano 200.