E la Toscana farà affari «vendendo» inquinamento
Cederà ad altre regioni europee meno virtuose le sue quote di emissioni con l' obiettivo di incassare 10 milioni. Il ministero dell' Ambiente: ci sono obblighi nazionali da rispettare, vogliono uscire dall' Italia?
16 July, 2004
Dal Corriere della Sera di Serra Elvira, inviata a San Rossore (Pisa) - Renderlo (anche) un buon affare. La Toscana intende così il Protocollo di Kyoto. E per questo sta mettendo a punto un progetto pilota insieme con alcuni membri del Network dei governi regionali per lo sviluppo sostenibile, nato a Johannesburg durante il vertice del 2002. Finora hanno mostrato interesse Catalogna, Londra, Paesi baschi, Galles e Fiandre. L' idea è questa: entrare dal 2008 nel mercato europeo delle emissioni per guadagnarci 10 milioni di euro. La data non è casuale. È in quel periodo che si potranno commercializzare i surplus ottenuti nei settori del traffico veicolare, dello smaltimento dei rifiuti e della combustione per riscaldamento. Possibilità prevista dalla direttiva europea 2003/87 che ha istituito un sistema per lo scambio di emissioni dei gas a effetto serra nella comunità (l' Ue aveva già ratificato il Protocollo l' anno prima). Il presidente della Regione Toscana Claudio Martini spiega: «Il mercato delle emissioni di anidride carbonica era studiato soltanto per aziende di grandi dimensioni, grossi impianti siderurgici o imprese cartarie di rilievo. Dal 2008, invece, sarà allargato agli altri gas inquinanti prodotti dalla combustione dei fossili (petrolio, benzina, carbone, metano) e ad altri settori produttivi». L' obiettivo del progetto, che partirà a settembre, è di ridurre le emissioni di oltre 1 milione e 553.965 tonnellate di anidride carbonica. Che, venduta a 6 dollari a tonnellata, porterà in Toscana quasi dieci milioni di euro. I soldi finiranno nelle tasche di chi ha reso possibile la «vendita». Martini fa un esempio: «Se la riduzione fosse ottenuta dalle aziende del trasporto pubblico, il beneficio andrebbe a loro. Se dalla Regione, magari con l' adozione di nuovi impianti di riscaldamento negli uffici, sarebbe lei a riscuotere. Ma le riduzioni dovranno essere certificabili e significative». «Lo schema seguito è quello di Joint Implementation - dice l' assessore regionale all' Ambiente, Tommaso Franci - che favorisce e premia le iniziative tra più Paesi industrializzati che hanno aderito al Protocollo di Kyoto». Ma è aspro il commento del direttore generale del ministero dell' Ambiente, Corrado Clini: «L' idea potrebbe essere oggetto di uno studio, ma non sta né in cielo né in terra. La Toscana deve assolutamente partecipare agli obblighi nazionali, eppure mi pare che stia prefigurando una situazione che la fa uscire dall' Italia. A fronte di un impegno che il Paese ha preso per ridurre le emissioni del 6,5% entro il 2012 rispetto a quelle del 1990, sono curioso di sapere quale sarà il contributo toscano. Sarebbe stato interessante parlarne a San Rossore. Ma gli organizzatori hanno ritenuto opportuno invitare tutti tranne che il governo». Elvira Serra