Settimana decisiva per l'inceneritore - da La Stampa del 18.07.2004
La Provincia: saremo noi e non i Comuni a scegliere il sito
19 July, 2004
Alessandro Mondo Prove di resistenza sul futuro inceneritore torinese, mentre per la Provincia in formato Saitta si avvicina l'ora delle decisioni con la maiuscola: scomode fin che si vuole, ma non rinviabili a fronte di tempi ormai stretti. Gerbido od «Orba3», alias Servizi Industriali? Qualcosa di più dovrebbe emergere dalla conferenza dei servizi in calendario mercoledì prossimo a Palazzo Cisterna: presenti tutti i consorzi interessati. Un' ulteriore accelerazione è arrivata nella riunione convocata ieri dai Ds, chiamata a raccolta degli esponenti degli enti locali. Compresi i sindaci dei comuni limitrofi: quelli della zona ovest pronti a salire sulle barricate se l'ipotesi del Gerbido, confortata dall'indagine comparativa commissionata da Trm, dovesse prendere piede. Quattro ore filate a discutere di impatti ambientali, letti fluidi e griglie mobili, con un'unica certezza: l'emergenza legata alla saturazione della discarica delle Basse di Stura è dietro l'angolo; nè il partito e più in generale il centrosinistra - presente in tutti gli enti locali, Regione esclusa - potrà sottrarsi alle proprie responsabilità di fronte ai cittadini quando i cassonetti rigurgiteranno il pattume nelle strade o si tratterà di far pagare alla gente i costi del traferimento dei rifiuti all'estero. «Il gioco del rinvio diventa sempre più pericoloso - ha avvertito Stefano Esposito, amministratore delegato in scadenza di Trm e capogruppo Ds in Provincia -. E comunque, la rilocalizzazione della Servizi Industriali resta prioritaria». «La disponibilità del Gerbido, offerta da Torino dopo lo stallo della Commissione Bobbio, non può certo essere revocata», ha precisato il capogruppo dei Ds in Comune Beppe Borgogno tagliando la ritirata a quanti vorrebbero ripartire da zero. Insomma: dopo il tempo dei confronti e dei dibattiti a tutto campo si avvicina quello della decisione, sollecitata dai residenti vicini alla discarica Basse di Stura e rivendicata dalla politica. Un segnale in questo senso è emerso nell'intervento del neo-assessore provinciale Angela Massaglia (Sviluppo sostenibile, Pianificazione Ambientale), intervenuta alla riunione inaugurata dall'esposizione dell'indagine di Trm ad opera di Esposito. Primo: i tempi di realizzazione sono fondamentali. Secondo: la praticabilità del sito della Servizi Industriali, verso la quale la Provincia attiverà da lunedì le procedure di esproprio, è effettivamente un guaio. Terzo: le valutazioni di impatto ambientale dimostrano che la proroga di Basse di Stura è comunque a termine. Quattro: ben venga la concertazione, ma sia chiaro che la decisone finale spetta alla Provincia. Ancora più esplicito il commento di Gianni Oliva, vicepresidente di Palazzo Cisterna: «Consulteremo i comuni ma la priorità politica è evidente a tutti: occorre individuare il sito dell'impianto quanto prima. A parità di impatto ambientale, la soluzione del Gerbido garantisce tempi indiscutibilmente più rapidi». Il che, ha aggiunto Oliva, non esime la Provincia dall'impegnarsi affinchè la «Servizi» venga trasferita e l'area bonificata. Sia chiaro, i giochi restano aperti: ma pur fra mille distinguo la bilancia sembra inclinarsi sulla casella del Gerbido. Non è un caso che questa piega coincida con l'esasperazione dei comuni ostili - in primis Beinasco e Grugliasco -, decisi a far pagare cara una decisione ormai data per scontata. Fra l'altro, condita da pesanti sospetti sulla volontà del Comune di fare cassa grazie alle compensazioni previste dalla legge agli enti locali che accettano di ospitare l'impianto sul loro territorio. «Ci state prendendo in giro - è esploso Gilberto Giuffrida, sindaco di Beinasco -: se la Provincia non garantirà una reale concertazione non parteciperemo più a nessun tavolo istituzionale. Siamo un comune piccolo ma tra discariche, circonvallazioni e caselli abbiamo già dato». Mentre Sergio Ariotti, assessore all'Ambiente, ha prefigurato una guerra in piena regola: «Se Torino farà suonare le sue trombe, risponderemo con le nostre campane...». La battaglia sull'inceneritore si combatte anche a colpi di metafore.