Inceneritore, l'ultimatum del Comune alla Provincia
Il vicesindaco Calgaro: «L'emergenza è ormai dietro l'angolo» Per il presidente Saitta «chi decide deve farlo senza pressioni»
20 July, 2004
Alessandro Mondo Inceneritore, punto e a capo. Ad oltre sei anni di distanza dall'avvio del tormentone pro o contro l'impianto, Palazzo civico vuole chiudere i giochi sulla scelta del sito. Non dopo l'estate, e nemmeno ad agosto, ma domani, in occasione del tavolo istituzionale convocato da Antonio Saitta a Palazzo Cisterna. Al più tardi, nel giro di 15-20 giorni. E a questo punto l 'area prescelta non può che essere il Gerbido, almeno secondo il Comune, senza per questo archiviare la pratica della Servizi Industriali. Palazzo civico va oltre, vincolando l'entrata in esercizio del futuro inceneritore alla rilocalizzazione dell'azienda verso la quale sono già state avviate le procedure di esproprio. L'aut aut - diretto alla Provincia e a tutti i Comuni che fanno la fronda, Beinasco in testa - è contenuto nelle comunicazioni al Consiglio comunale fatte ieri dal vicesindaco Marco Calgaro. Trentacinque minuti di intervento per riepilogare la storia infinita del termovalorizzatore e precisare che il primo passo per la costruzione dell'impianto - cioè la scelta fra il Gerbido od «Orba 3», ovvero Servizi Industriali - non può essere differita oltre. «Tutti siamo consapevoli che l'emergenza è dietro l' angolo - ha commentato il vicesindaco poco prima di intervenire in aula -. Così come bisogna sapere che, nel migliore dei casi, il termovalorizzatore non sarà operativo prima del 2009. Né l'analisi comparativa commissionata da Trm lascia dubbi circa la convenienza del Gerbido in termini di praticabilità, costi ed impatto ambientale. Insomma, abbiamo tutti gli elementi per decidere. E domani potrebbe essere il giorno buono. Se non domani, nel giro di 15-20 giorni». In caso contrario, «chiederemo alla Provincia di farsi carico delle sue responsabilità». Perchè di una cosa Calgaro è sicuro. Da che i tempi si sono fatti più stretti, per intenderci dallo stallo della infelice Commissione Bobbio, Palazzo civico non si è tirato indietro. Di più, ha rispettato tutte le condizioni poste dalla Provincia per acconsentire alla proroga della discarica delle Basse di Stura fino a giugno 2005: individuazione di un sito, accelerazione della raccolta differenziata, impianti di pretrattamento a Basse di Stura e allo stesso Gerbido... Né è pensabile, secondo il Comune, ipotizzare eventuali altre proroghe della discarica (fino al 2008) senza dimostrare ai residenti che si sta lavorando per un'alternativa concreta. Scatenata l'opposizione. Agostino Ghiglia (An), in particolare, ha accusato la «gestione fallimentare del centrosinistra» innescando un battibecco direttamente con il sindaco: le qualifiche di «comunista» e «fascista», per quanto abusate, sono risuonate in aula. Ma anche Marilde Provera (Rifondazione) non ha fatto sconti al Comune deplorando come il Consiglio sia stato sempre tenuto fuori dai giochi. Il senso è quello di un'accelerazione che punta a consacrare l' incontro di domani come il giorno della svolta o quasi: a costo di creare le prime tensioni con la Provincia, convinta della necessità di accorciare i tempi senza per questo farsi mettere il fiato sul collo. Antonio Saitta, il neopresidente, lo ha ribadito ieri mattina a margine dell'incontro con gli amministratori piemontesi al Parco della Mandria: «La questione dell' inceneritore impone freddezza e cooperazione. Chi decide deve essere messo in condizione di farlo, senza pressioni estemporanee». E ancora: «Torino pone dei problemi ma vanno considerate le esigenze di tutti i comuni. Decideremo in maniera autonoma, quando avremo gli elementi necessari». Due linee diverse - quella di Palazzo Cisterna e del Comune - già in rotta di collisione a dispetto dei reciproci attestati di «cooperazione istituzionale». Mentre tra i residenti vicini alla discarica le attese per le decisioni della politica cedono il passo alla rabbia. Emblematico l' incontro convocato ieri dal Comitato Torino 2003. «La disponibilità della gente è terminata - ha avvertito Roberto Placido, consigliere regionale Ds e «anima» del Comitato -. L'esasperazione per i continui rinvii è tale che a settembre si potrebbe arrivare al blocco della discarica». Attenzione, hanno avvertito altri: non uno stop simbolico di mezza giornata, ma un presidio a tempo indeterminato. Parola d'ordine: «Montecorvino insegna».