Olimpiadi viste dall'Argentina
31 August, 2004
Ci sono solo due cose in questi giorni che richiamano l’attenzione in tutto il mondo, e sono le Olimpiadi e l’aumento del prezzo del petrolio. Dall'‘unico Internet point del paesino delle Ande argentine in cui scrivo questa puntata mi sento particolarmente globale e locale, oscillante tra le notizie che trovo in rete e le cose che vedo e sento nel viaggio. A un certo punto del pomeriggio (questione di fusi orari) il bar si e’ riempito di una piccola folla eterogenea di turisti e di indigeni per guardare a bocca aperta la diretta Tv della cerimonia inaugurale. Sara’ pure la spettacolarizzazione del “volemose bene” ma mi sono commosso. L’ecocittadino però non può che essere guardingo nei confronti delle Olimpiadi . Da anni si confrontano le due scuole di pensiero di chi vede e teme i Giochi come un pretesto di infrastrutture pesanti e di chi li vede come occasione per praticare sistemi urbani sostenibili. Il Comitato olimpico è solennemente impegnato sul terreno della sostenibilita’e ad Atene opera instancabile da anni il "direttore ambiente" di questa edizione, Giorgio Kazantopulos. Va da se’ che senza la critica ecologista ai grandi eventi e alla pesantezza delle infrastrutture olimpiche, oggi non ci sarebbero i buoni propositi ambientalisti del Cio. L’esperienza di Sydney, con il Villaggio olimpico ad energia solare,e' il fiore all’occhiello dei pro-Olimpiadi. I piu’ olimpio-scetti ci hanno già detto (Green peace e WWf) che queste di Atene 2004 non sono un passo avanti. E’ vero che Atene ha sviluppato molto il trasporto pubblico in previsione delle Olimpiadi – con la realizzazione di nuove linee- e che sta mettendo in atto un piano per contenere il traffico privato durante i Giochi. Ma secondo i critici non c’e’ altro; ovvero l’efficienza energética delle nuove costruzioni e i livelli di separazione e di recupero dei rfiuti sarebbero a malapena quelli che devono essere per rispettare le direttive europee. Il che, però, per la Grecia e’ indubbiamente un progresso. Cercheremo di seguire questo dibattito. * * * Tornando all’Argentina, Buenos Aires si appresta ad ospitare a dicembre il prossimo incontro mondiale dell’Onu sul clima, in sostanza sulle misure contro l’effetto serra. Potrebbe essere la sede in cui gli Usa, se il presidente sara’ Kerry, si aprono al protocollo di Kyoto. Ma di questo prossimo appuntamento finora qui non si parla, mentre invece si vibra per il “compagnero Chavez” e il suo petrolio, che oggi dovrebbero vincere il referéndum. Non e’ facile, tra il petrolio argentino e quello dell’alleato Venezuela, stigmatizzare come veleno l’oro nero. Se le citta’ argentine, anche nel Nord, si stanno dotando di piste ciclabili , come ho visto, non è per ecologismo ma per salvare dall’aggressività delle auto chi va in bicicletta perché povero o impoverito. Ciò detto, la necessità fa la virtù. Per elettricità e gas, per risparmiare energia, il governo non ha avuto paura di introdurre un sistema drastico.A chi consuma di meno dell’anno precedente, il risparmio viene raddoppiato (gli si riconosce uno sconto maggiore sulla bolletta) mentre a chi consuma di più è l’aumento che viene raddoppiato. Per la benzina non si paga la bolletta e non si ripropone lo stesso meccanismo. Per ora il governo sta lavorando a un aumento delle tasse sul petrolio che si esporta, per sanzionare i maggiori guadagni delle compagnie, che comunque per coerenza internazionale hanno aumentato i prezzi anche qui. Forse tra poco verrà il momento del metano, che in Argentina non manca, che ridurrebbe le emissioni, a cominciare da quelle micidiali degli autobus. * * * Ma di gas metano usato per i trasporti, nel mio viaggio ho incontrato solo il caso del trenino delle cascate dell’Iguazù. Si tratta di un tocco di ecodelicatezza in un contesto contradditorio. Le cascate sono una delle meraviglie naturali del mondo, e poi con la loro abbondanza d’acqua e relativa costanza climatica fanno dimenticare le malattie del pianeta. Turisticamente sono un gran successo,a patto che si salvaguardi l’ambiente circostante. Sul lato argentino vengono tenuti lontani i bus, ostituiti nell’ultimo tratto dal trenino a gas. Sul lato brasiliano, invece, i bus arrivano quasi dentro le cascate, ma quel che dà più fastidio sono gli elicotteri. A 60 dollari per un quarto d’ora di volo , rombano fastidiosamente tutto il giorno, su tutta la zona, compreso il lato argentino. Hanno ridotto la presenza di fauna selvatica.A Iguazu l’Argentina sarebbe meglio del Brasile, se non fosse per l’impatto visivo dell’enorme Sheraton argentino. Che però dà fastidio solo a chi lo vede dal lato brasiliano: forse si fanno i dispetti...