Intoppo che si doveva evitare
da La Stampa 11.09.2004
13 September, 2004
LA vicenda del parcheggio di piazza San Carlo si presta ad almeno due considerazioni, a prescindere dall’aspetto tecnico-giuridico della questione. La prima. Giunta e uffici comunali erano ben al corrente che un’opera di questa importanza, destinata ad avere un grande impatto emotivo, fisico ed economico sulla città, o almeno su una parte di essa, sarebbe finita nel mirino di chi la osteggiava. Le premesse per una battaglia a colpi di carta bollata c’erano tutte, visto che la lotta politica si era conclusa senza mettere tutti d’accordo. Ci saremmo aspettati una procedura inattaccabile, un iter amministrativo che mettesse il cantiere al riparo dai ricorsi. Non è andata così. E sappiamo anche di non raccontare oggi il primo incidente di percorso. La memoria recente va allo scandalo cimiteri, quella più lontana all’appalto per l’arredo urbano, bloccato dai giudici per un clamoroso vizio di forma. Compito della politica è quello di oliare una macchina che appare fragile rispetto agli alti compiti cui sarà chiamata dai Giochi Olimpici. Anche gli evocati poteri straordinari del sindaco non potranno prescindere da procedure formalmente corrette. La seconda considerazione riguarda ambientalisti e movimenti che si oppongono a tutto, dai parcheggi all’inceneritore, spesso con motivazioni comprensibili. La democrazia prevede e garantisce il dibattito, lo scontro serrato. Ma deve venire il momento in cui una parte prevale e l’altra accetta la sconfitta, senza se e senza ma. Soprattutto quando la battaglia si gioca all’interno della stessa forza di governo. In giunta siedono assessori di provata fede ambientalista, eletti sotto il simbolo di partiti che hanno condotto fiere e benemerite campagne per il rispetto della città. Facciano sentire la loro voce