LETTI PER VOI - Contro lo smog tutta Europa a piedi per un giorno. Matteoli se ne dimentica
da L'Unità del 22.09.2004
22 September, 2004
Gaffe del ministero dell’Ambiente che ha dato la sua adesione solo 24 ore prima dell’iniziativa Ue. Stop al traffico nelle città e bus scontati, ma solo pochi comuni hanno detto sì ROMA Cento milioni di abitanti e 1.110 città coinvolte. Ma in Italia sono pochi i comuni che hanno aderito alla manifestazione «in città senza la mia auto», per l'edizione 2004 della ormai tradizionale giornata per la mobilità sostenibile dell'unione europea di che si terrà domani. Come già lo scorso anno le città italiane che aderiscono lo fanno solo a «titolo personale». Il ministero dell'Ambiente ha dato il suo placet ufficiale all'iniziativa solo in extremis. Ieri, senza preavviso e con uno stringato comunicato il ministro Matteoli ha «invitato» i dipendenti «a lasciare l'auto a casa per recarsi a lavoro», domani, mettendo a disposizione di ciascun dipendente due biglietti gratuiti per la rete di trasporto pubblico. Un’adesione tardiva secondo Legambiente. «Fortuna che il Ministero dell'ambiente italiano è riuscito a inserire la sua adesione nella lista dei paesi che partecipano. - è il commento di Roberto Della Seta - Ma mentre il Ministero decideva in tutta fretta di far comparire l'Italia sul sito degli aderenti, a Torino, il sindaco Chiamparino, in seguito a un momento di congestione del traffico a causa dei cantieri in piazza San Carlo, ha annunciato l'abolizione delle corsie riservate a tram e bus e la possibilità di parcheggiare nelle due centralissime vie Lagrange e Carlo Alberto». E dire che «in città senza la mia auto» nasce proprio nel nostro paese: nel 1999 Italia (con 92 centri urbani pedonalizzati), Francia (66 città) e il cantone di Ginevra sperimentarono insieme l’iniziativa per provare a ridurre, almeno per un giorno, il numero di vetture in circolazione e invogliare gli automobilisti a trasformarsi in pedoni, ciclisti, utenti del servizio di trasporto pubblico. Per ora il record di città che tra una settimana spegneranno i motori spetta alla Spagna (202 comuni) seguita dall’Austria con 166. Al terzo posto c’è la bulgaria con 76 e quindi la Svizzera con 75 località. In Italia si fermano Ancona, Bari, Vercelli, Bergamo, Brescia, Mantova, Genova, Napoli, Parma e Ravenna, Reggio Emilia, Savona, Siena, Ferrara, Bologna, Pesaro, Como. C’è polemica per la mancata adesione di molte città, soprattutto del nord. «Governo, Regione Lombardia e Comune di Milano snobbano la settimana della mobilità sostenibile dando un pessimo segnale». Commenta aspro il rappresentante lombardo dei Verdi, Carlo Monguzzi. «La battaglia contro lo smog - prosegue Monguzzi - passa anche attraverso la sperimentazione di giornate senza auto durante la settimana. In Lombardia hanno aderito solo Mantova, Brescia e Bergamo. Spicca l'assenza di Milano governata da un centrodestra poco attento alla qualità dell'aria e stupisce anche l'assenza di comuni di centrosinistra sensibili alle questioni ambientali. È il caso di Pavia, tra le capofila delle città che promuovono l'Agenda 21». Tutte le città che aderiscono hanno deciso il potenziamento del servizio urbano e, in alcuni casi, tariffe speciali come a Palermo dove il ticket varrà per l’intera giornata. A Roma Legambiente ha organizzato una «pedalata collettiva» per promuovere l'utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto alternativo alle automobili in città. L’appuntamento è alle 18 in piazza del Popolo per raggiungere il Campidoglio, dove una delegazione dell'associazione incontrerà l'assessore capitolino all'Ambiente, Dario Esposito, al quale saranno illustrate alcune proposte in materia di mobilità urbana e ambiente. Intanto i sindacati e le associazioni ambientaliste hanno firmato la settimana scorsa il manifesto per la mobilità urbana sostenibile. Un bus-ticket contro il traffico e lo smog, cioè un abbonamento gratuito ai mezzi pubblici per tutti i lavoratori è tra le proposte che fanno parte di un pacchetto di iniziative per sconfiggere il traffico urbano, aumentando la quota di quello affidato ai mezzi pubblici e tendendo a ridurre all'osso l'utilizzo della quattroruote privata. «Si tratta di uno strumento che deve essere affidato alla contrattazione azienda-sindacato - ha spiegato la segretaria confederale della Cgil, Paola Agnello Modica - una sorta di ticket restaurant che non andrebbe tassato».