«La lotta allo smog parte dalle caldaie» - dal Corriere della Sera del 24/9
Formigoni a Moratti: i petrolieri ritirino il ricorso contro lo stop agli oli pesanti «Cambiando gli impianti si potrebbero ridurre le polveri sottili del 5 per cento»
24 September, 2004
Stop agli oli pesanti per il riscaldamento: dal primo ottobre saranno fuorilegge nei 115 comuni che fanno capo alle zone critiche della Lombardia (Milano, Como, Sempione, Bergamo e Brescia). Un provvedimento che, secondo la Regione, potrebbe ridurre le polveri sottili (pm10) di circa 200 tonnellate l’anno, il 5% del totale. Senonché, sulla delibera regionale dello scorso maggio potrebbe abbattersi una sentenza del tar, chiamato in causa da Assopetroli. E allora, Roberto Formigoni si rivolge a un «noto petroliere della nostra Regione». Il quale, «anche per motivi di ordine famigliare, dovrebbe essere sensibile a questo nostro appello». Il riferimento è trasparente: Milly Moratti, consigliere ambientalista a palazzo Marino, è infatti la moglie del petroliere in questione, Massimo Moratti. L’appello è perché il presidente dell’Inter si faccia promotore con i suoi colleghi di Assopetroli di un ritiro del ricorso: «Mi sembra che non sarebbe simpatico per i petrolieri essere accostati agli inquinatori». Secondo la Regione - ma i dati non sono ufficiali - circa il 10 per cento delle caldaie milanesi funziona ancora con olio combustibile. «Il tar - ha detto Formigoni - ancora non si è espresso ma sicuramente potrà considerare i dati sulla nocività dell’olio combustibile che sono stati confermati da un ricerca realizzata in collaborazione con il ministero dell’ambiente e con il coinvolgimento di enti come l’Unione petrolifera». Ma chi ancora conta sull’olio combustibile per il riscaldamento si troverà automaticamente fuorilegge? È proprio così. Senonché, spiega l’assessore all’Ambiente Franco Nicoli Cristiani, «la delibera di maggio è stata preceduta da una consultazione con le associazioni di categoria interessate, le quali dunque erano perfettamente a conoscenza delle intenzioni della Regione». E chi il 2 ottobre non fosse in regola? Spiega sempre Nicoli che «il controllo e le sanzioni sono delegate alle Provincia. In generale, chi utilizza i vecchi combustibili potrebbe vedersi sigillare l’impianto». Insomma, si rischia restare al freddo fino a sostituzione della caldaia. La Regione, tuttavia, entro la metà di ottobre dovrebbe rifinanziare una serie di bandi per l’adeguamento ai nuovi standard ambientali non soltanto degli impianti di riscaldamento, ma anche delle moto. Anzi, per quanto riguarda le caldaie il bando è già stata pubblicato il 16 agosto. Si tratta di 8,5 milioni di euro, riservati a chi sostituisce - nelle sole zone critiche - gli impianti a gasolio con quelli a metano. La novità, rispetto agli ultimi anni, è che i contributi verranno erogati soltanto per caldaie ad alta efficienza (quattro stelle). Il contributo a chi cambia moto oscilla tra i 100 e i 400 euro per l’acquisto di veicoli fino a 250 cc, con emissioni allineate allo standard euro 2. Il ricambio delle due ruote è particolarmente urgente: secondo la Regione, il 70% del milione e 600 mila tra moto e ciclomotori lombardi è pre-euro: come dire, non catalizzato. Secondo l’Arpa, una moto del genere ha emissioni paragonabili a quelle di un’auto diesel non catalizzata. E cioè, «con un livello di tossicità equivalente a varie decine di volte superiore a quello di una comune autovettura». M. Cre.