San Francisco si iscrive a Kyoto - da il Manifesto del 6/10
07 October, 2004
Rubrica TERRA TERRA Il mutamento globale del clima «è una minaccia reale e incombente per la nostra economia, la nostra salute pubblica e il nostro ambiente», ha dichiarato qualche giorno fa Gavin Newsome, sindaco di San Francisco in California. «E considerato che l'amministrazione attuale a Washington rifiuta di cooperare con il resto del mondo per ridurre i gas di serra, è tanto più importante che San Francisco e altre città di questo paese dimostrino iniziativa». E' così che il sindaco della città californiana ha annunciato un piano per ridurre in modo drastico la quantità di anidride carbonica (Co2) e altri gas inquinanti prodotti dalla città californiana: sono i gas che contribuiscono a intrappolare il calore del sole nell'atmosfera terrestre, dunque responsabili del cambiamento del clima. Per aggiungere un po' di scena, il sindaco Newsome, insieme ai responsabili di vari enti municipali e forze sociali della città, ha annunciato il suo «Piano d'azione sul clima» nel Heron's Head Park, un parco cittadino che rischia di venire sommerso dall'oceano che sale per effetto dello scioglimento dei ghiacci polari: uno degli effetti prevedibili del riscaldamento del clima. Dunque San Francisco si aggiunge al numero, ormai considerevole, di stati e amministrazioni locali Usa che hanno preso iniziative per ridurre le emissioni di gas «di serra» : hanno votato leggi (sempre con i voti sia democratici che repubblicani), oppure lanciato cause agli enti federali responsabili dell'ambiente o contro le aziende inquinanti, o pianificato incentivi per le energie rinnovabili (una piccola rassegna in Terraterra del 25 agosto). Per il sindaco di San Francisco l'obiettivo è mettere la città in pari con gli obblighi del Protocollo di Kyoto, l'unico trattato internazionale che abbia un valore vincolante (cioè obbliga una trentina di nazioni industrializzate a ridurre le proprie emissioni di gas «di serra» di quantità definite, diverse da stato a stato, entro il periodo tra il 2008 e il 2012). Gli Stati uniti avevano firmato quel protocollo, con il presidente Bill Clinton: il suo successore George W. Bush, appena insediato alla Casa bianca nella primavera del 2001, decise però di tirarsene fuori. Gli Stati uniti hanno i consumi energetici più alti del pianeta e le più alte emissioni procapite (22 tonnellate di Co2 all'anno), e nell'insieme contano per un quarto delle emissioni mondiali: tirandosi fuori, gli Usa sembravano aver affondato il protocollo di Kyoto, anche perché pure la Russia aveva cominciato a nicchiare (e il protocollo entra in vigore se ratificato da almeno 55 stati che contino per almeno il 55% delle emissioni annue mondiali). Ma ora il governo di Mosca ha approvato la ratifica, e Kyoto potrebbe presto diventare legge internazionale. E a quel punto, San Francisco e tutte le altre amministrazioni che hanno già cominciato a prendere iniziative si troveranno in vantaggio. Per rientrare negli obblighi previsti da Kyoto, San Francisco dovrà ridurre le sue emissioni annuali di Co2 di oltre 2,5 milioni di tonnellate: cioè passare dai 9,7 milioni di tonnellate di oggi a 7,2 milioni di tonnellate, entro il 2012. Ma come fa una grande città statunitense, con i suoi 700mila abitanti (quasi 7 milioni con la grande Bay Area che include Oakland e altri comuni della baia), a ridurre le sue emissioni di gas «di serra»? Oggi il maggiore contributo alle emissioni di anidride carbonica viene dai veicoli circolanti, così la chiave di volta del piano annunciato alla fine di settembre è introdurre carburanti alternativi e flotte di veicoli ibridi. L'azienda dei trasporti municipali ha avviato l'acquisto di 56 autobus ibridi diesel-elettrici, con una previsione di altri 56 e altri 40 minibus. Saranno trasformati i veicoli per la raccolta dei rifiuti, gli scuolabus e i taxi. Poi c'è la produzione di energia: poco a poco tutti gli edifici pubblici avranno sistemi di energia solare e ogni nuova costruzione, pubblica o privata, nel territorio comunale dovrà rispettare nuovi standard di efficienza energetica. Se questo basterà è da vedere: intanto però San Francisco si è aggiunta alle oltre 600 città di tutto il mondo che hanno almeno deciso di fare qualcosa. MARINA FORTI