A Parigi, l'ambientalismo nella carica pacifica degli Altermondialistes
Energia, bene dell'umanità, il seminario delle associazioni ambientaliste italiane. Dalla nostra inviata
13 November, 2003
Dall'inviata (Alessandra Mazzotta) Li chiamano Altermondialistes. Sono le decine di migliaia di persone – almeno sessantamila, dicono gli organizzatori - che in questi giorni hanno invaso la banlieue di Parigi per il 2° Social Forum Europeo (in onda dal 12 al 15 novembre). Un forum che è, finalmente, una festa per tutti – parigini, new-global, ambientalisti, pacifisti, femministe, fricchettoni vecchi e nuovi, studenti, bambini -, tutti insieme appassionatamente a parlare di « Un’altra Europa, un altro mondo ». 300 seminari, 55 conferenze, 200 eventi, moltissimi i workshop. All’ordine del giorno: trovare alternative al modello capitalista e neo-liberista. Nel fitto palinsesto degli appuntamenti, l’affollatissimo seminario sull’energia, dal titolo «Energia, bene comune dell’umanità: ambiente e energie rinnovabili, riduzione delle disuguaglianze per tutti, nel quadro di una politica euromediterranea», proposto da Legambiente, dal Forum Ambientalista, dalla Sinistra ecologica, da Cepes e dal Sole nel Mediterraneo. «Le associazioni ambientaliste italiane sono qui per proporre al forum di adottare un contratto mondiale sull’energia, affinché sia considerata un bene comune dell’umanità », esordisce Ferrante, di Legambiente. Un contratto mondiale che parla di energia ed ambiente, per arrivare ad affrontare i problemi delle guerre e delle miserie altrui. « Le connessioni tra gli attacchi all'ambiente e le drammatiche condizioni di ingiustizia e di povertà sociale sono evidentissime, ma non nella parte più ricca del mondo. Quello che vogliamo allora proporre con questo contratto è di intervenire radicalmente sul modello di produzione dell’energia, per affrontare i problemi - collegati - della pace e della guerra preventiva, perché quello che accade in Iraq non è estraneo al modello basato sullo sfruttamento dei combustibili fossili ». Ma la guerra per l’approvvigionamento non é una questione legata alla bontà o alla cattiveria di chi comanda, avverte Gianni Naggi, « è il modello energetico che non va ». E allora, che fare ? Cambiare il modello di sviluppo, creare un coinvolgimento di forze che stabiliscano una nuova politica senza il petrolio, in cui l'Europa deve avere un ruolo fondamentale, suggerisce l’ex-deputato europeo Nicola Cipolla. Ecco allora, innanzitutto, questa campagna, che si impegna a promuovere concretamente una serie di obiettivi: la messa in pratica del protocollo di Kyoto, la riduzione dei consumi energetici della parte ricca del mondo e la promozione e la diffusione delle energie rinnovabili. Compito poi degli amministratori locali svolgere una funzione politica sul territorio che vada in questa direzione. « Il messaggio che lanciamo – continua Paolo Degli Espinosa – è un messaggio positivo che ci invita a ridurre i consumi, senza sacrifici, anzi migliorando le nostre condizioni: personali, delle nostre abitazioni, delle nostre città. E non credo che sia un’utopia ». Così, giovedì pomeriggio, nel Salone di Saint Denis. Ci accingiamo a vedere gli altri appuntamenti ambientalisti.