Concluso Iswa 2004
L'ultimo giorno incentrato sulla gestione dei rifiuti nelle grandi città
21 October, 2004
Napoli presenta i progetti per uscire dall’emergenza: 10 giorni senza raccolta basterebbero a riempire lo stadio San Paolo. Helsinki e Copenhagen tra gli esempi di gestione sostenibile. L’agenzia per la protezione dell’ambiente americana (EPA) annuncia il nuovo libro bianco sui rifiuti (Comunicato stampa dei promotori) Le grandi città a confronto Si è chiuso ieri con un successo di numeri e risultati il Congresso Internazionale ISWA 2004 (International Solid Waste Association), l’evento che ha riunito al Palazzo dei Congressi di Roma enti pubblici, aziende ed esperti di rifiuti da 40 paesi di tutto il mondo. “È stato un esito brillante ha dichiarato N.C. Vasuki, neopresidente di ISWA International torniamo a casa con un ricco bagaglio di idee ed esperienze”. L’Associazione chiude il Congresso con un nuovo Presidente, molti nuovi membri, un Manifesto con gli obiettivi per il futuro e un progetto di qualificazione professionale per gli esperti di gestione dei rifiuti. Il Presidente di ISWA Italia, inoltre, ha assegnato una targa al primo e ad oggi unico presidente italiano di ISWA International. Ora l’appuntamento è a Buenos Aires, l’anno prossimo. Uscire dall’emergenza: Napoli rilancia la raccolta differenziata Non è un’esperienza facile quella raccontata a ISWA 2004 da Lino Bonsignore, dell’ASIA, l’azienda municipalizzata del Comune di Napoli. Nell’area metropolitana della città partenopea vivono 3 milioni di persone e se si interrompesse la raccolta dei rifiuti in soli 10 giorni ce ne sarebbero abbastanza per riempire fino all’orlo lo stadio San Paolo. I problemi sono iniziati a fine 2001 quando tutte le discariche della Regione vengono chiuse senza aspettare di aver pronti gli impianti di trattamento dei rifiuti. A settembre 2002 la giovane azienda, che sostituisce le tre aziende private precedentemente incaricate della gestione dei rifiuti a Napoli, avvia in tre quartieri un progetto sperimentale di raccolta differenziata porta a porta. La percentuale di recupero raggiunge così l’11%. Ma negli ultimi 2 anni la raccolta differenziata si blocca fino a crollare definitivamente in maggio, giugno e luglio 2004, i mesi caldi dell’emergenza. Il problema della Campania spiega Bonsignore è lo smaltimento, che è gestito da un monopolio. Il 19 maggio 2004 tutti gli impianti si fermano rendendo impossibile ogni smltimento e all’ASIA tocca improvvisare dei capannoni dove stoccare 6000 tonnellate di rifiuti. Altre 5000 tonnellate sono accumulate nelle strade della città. Gli operatori della municipalizzata napoletana son costretti ad imballare i rifiuti e portarli in Germania. Un’operazione che in sol,i due giorni brucia 4 milioni e 500mila euro. Quando chiuderanno le discariche nelle altre regioni prevede Bonsignore assisteremo ad altre emergenze, dopo quella campana. Uscire dall’emergenza non è facile. Ogni tanto qualche azienda appaltatrice infiltrata dalla camorra perde il contratto di appalto ed è in corso una difficile opera di moralizzazione. Ora l’ASIA gha in cantiere un nuovo progetto di rilancio della raccolta differenziata: l’obiettivo è di arrivare al 20% entro il 2005. Riciclare non basta. Helsinki punta a ridurre i rifiuti prodotti Un buon esempio di approccio integrato alla questione è venuto dalla città di Helsinki, in Finlandia. L’ex-sindaco Riitta-Liisa Hahtala ha illustrato il Piano di Prevenzione nella produzione di rifiuti messo in cantiere dall’amministrazione della città nel 2002. Gli obiettivi sono di arrivare al 2007 con un miglioramento sui dati dei rifiuti prodotti, sia nella quantità che nella qualità, cioè con una sensibile diminuzione dei rifiuti pericolosi e difficili da trattare. Nell’area metropolitana di Helsinki, dove vivono 1 milione di persone, si producono 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno. Di questi sono riciclati il 55%, una cifra elevata, ma. Ha spiegato Hahtala, in cima alle priorità indicate dalla legislazione europea c’è la riduzione dei rifiuti e la prevenzione. Il piano, quindi, si indirizza alle imprese private, agli enti pubblici ed ai consumatori finali, a cui è dedicata una campagna di informazione. San Paolo del Brasile: la trasparenza è la prima priorità La gestione dei rifiuti non è solo un problema tecnico, ha spiegato la ricercatrice brasiliana Claudia Ruberg, ma coinvolge il contesto politico ed economico. Nella megalopoli di San Paolo, che conta 10 milioni di abitanti, la questione dei rifiuti e un’emergenza: oggi il 75% dei rifiuti raccolti va in discarica. Dal 1987 tutti i servizi sono stati affidati ad aziende private in appalto, ma i contratti, in un contesto politico non sempre trasparente, sono spesso il risultato di situazioni di emergenza, dove l’impresa appaltatrice riesce ad ottenere condizioni fuori mercato e di monopolio. Nel 1992 il sindaco Luisa Erundina ha diviso la città in 96 distretti governati da 20 amministrazioni regionali. È un tentativo di razionalizzazione a cui segue una lunga battaglia legale con le aziende appaltatrici, accusate di non fornire i servizi richiesti. Viene avviato un progetto in una delle regioni che dopo 3 mesi porta il 70% della popolazione a riciclare i materiali. Con la nuova amministrazione però, eletta nel 1993, la municipalità torna ad appaltare tutti i servizi a 4 macro-imprese con sistema della legislazione d’emergenza. Il risultato è un ritorno al passato che conclude anche l’esperienza sul riciclo dei rifiuti. Seguono anni di cattiva gestione e scandali politici. Oggi la nuova amministrazione si trova di nuovo ad affrontare una situazione difficile. Nel 2002 la città è stata divisa in 31 consigli locali, ma i contratti continuano ad essere affidati alle imprese in condizioni di poca trasparenza. Alcuni contratti hanno una durata di 20 anni, con la possibilità di essere rinnovati per altri 20. Roma: nel 2005 entreranno in funzione i due nuovi impianti di produzione di compost e CDR L’amministratore delegato dell’AMA, Domenico Tudini, ha illustrato l’esperienza dell’azienda romana. L’AMA, nata nel 1985 come azienda municipalizzata, è oggi il più grande operatore nazionale, con più di 6400 dipendenti in Italia e 3000 all’estero. Nel 1999 l’AMA affronta il momento peggiore della sua storia, registrando una perdita superiore ai 45 milioni di euro, a cui segue il risanamento che ha portato l’azienda a chiudere in pareggio l’esercizio del 2003. Il compito dell’AMA non è facile: ogni giorno a Roma vengono raccolte 4500 tonnellate di rifiuti. Anche se in tema di riciclo la Città Eterna ha accumulato in passato qualche ritardo, negli ultimi due anni la raccolta differenziata è quasi triplicata, passando dal 5,6% nel 2001 al 14,2% nel 2003, recuperando ogni anni più di 210mila tonnellate di materiali. A Rocca Cencia, dove vengono trattati i materiali della raccolta differenziata, è in via di realizzazione il nuovo impianto di produzione di CDR e compost, mentre un altro ne sorgerà al Salario. Le due strutture, a regime nel 2005, tratteranno complessivamente 1500 tonnellate di rifiuti al giorno. Stati Uniti: un Libro Bianco per definire il nuovo sistema “Dalla culla alla tomba” Dopo anni di lavoro per mettere a punto un sistema per la gestione dei rifiuti detto “Dalla culla alla tomba”, cioè orientato allo smaltimento finale dei prodotti, l’EPA, l’Environmental Protection Agency degli Stati Uniti affronta una rivoluzione copernicana: la gestione dei rifiuti del futuro è basata sul controllo del riciclo dei materiali: dalla produzione, al consumo, al riuso. In un Libro Bianco in preparazione che uscirà in versione provvisoria alla fine di quest’anno l’Epa descrive le linee guida del nuovo approccio “Dalla culla alla tomba”: la destinazione finale è il riuso dei materiali. In cima alle priorità dell’Agenzia americana c’è la riduzione della produzione dei rifiuti e l’uso sostenibile delle risorse. Un obiettivo da raggiungere non solo con nuove regolamentazioni, ma anche attraverso incentivi e l’attivazione di accordi volontari con il settore privato. Proprio per coinvolgere le imprese, dopo la pubblicazione della bozza del Libro Bianco sulla gestione dei rifiuti seguirà un periodo di dialogo con tutti i soggetti in questione che durerà fino all’estate dell’anno prossimo, quando si prevede la pubblicazione della versione finale del Libro Bianco. Gli altri interventi Nella sessione dedicata alle grandi città Lene Kristensen ha illustrato l’eesperienza di Copenhagen, un caso esemplare di gestione sostenibile dei rifiuti. Abdul Rahaman M. Al-Shahri ha spiegato le difficoltà ed i successi della costruzione di un impianto di smaltimento di rifiuti pericolosi in Arabia Saudita. Catia Bastioni, dell’italiana Novamont Spa, ha illustrato tre strategie innovative di raccolta a San Francisco, Stavanger, in Norvegia e a Venezia basate sui sacchetti di pastica biodegradabile per la raccolta di materiale organico.