A scuola da soli ? - del 06.10.2004
03 November, 2004
Cosa può fare la scuola per la mobilità cittadina ? Molto. Una realtà già esistente da anni nei paesi del nord Europa ma anche in alcune città italiane è la possibilità per i bambini e i ragazzi di andare a scuola da soli, a piedi o in bicicletta, non accompagnati dai genitori. Ma esiste sempre la paura, del traffico e del mondo che ci circonda. Il modo migliore per esorcizzare la paura è di aumentare la conoscenza e quale posto migliore se non la scuola. Bisogna che il bambino cominci a conoscere le strade intorno alla propria scuola e al proprio quartiere, che cominci a conoscere i reali pericoli ai quali potrebbe andare incontro, che impari a non essere distratto, per esempio non attraversare senza guardare a destra e a sinistra. Le maestre e i maestri nelle scuole elementari dovrebbero iniziare i bambini all’uso della bicicletta spiegando loro com’è fatta e cosa bisogna e non bisogna fare per non farsi male; quindi lezioni pratiche in cortile con slalom ed esercizi pratici di sicurezza dinamica tendenti a preparare i ragazzi a comportamenti di continua vigilanza che bisogna mettere in atto per non farli trovare impreparati a situazioni nuove o improvvise. Nelle scuole medie poi si entrerà più nei particolari spiegando loro i segnali stradali specifici per la bicicletta, cosa sono le piste e le corsie ciclabili e dove sono i punti più pericolosi, come muoversi in sicurezza; piccole uscite di poche ore sul territorio circostante la scuola insegneranno ai ragazzi la pratica. Chi scrive per alcuni anni ha tenuto corsi nelle scuole della circoscrizione 9 a Torino. Quanto descritto avviene, per esempio, a Cuneo (oltre che naturalmente in Olanda, Danimarca, Svizzera …): i ragazzi quando arrivano alle Scuole Superiori sono pronti per escursioni di lungo raggio, due-tre giorni per iniziare e una vacanza estiva di 8-10 giorni come complemento finale. Si dirà che parlare è facile ma i fatti sono un’altra cosa: i bambini non ascoltano, i genitori non hanno tempo da perdere in queste cose, gli insegnanti hanno un loro programma da rispettare. Insisto: solo la volontà di cambiare può portare i risultati sperati e migliorare sia la viabilità cittadina che la vita, nostra e dei nostri figli. Un modo semplice per iniziare è il “bicibus” cioè l’aggregazione di più bambini accompagnati da un adulto; il bicibus passa a una certa ora in un punto preciso e tutti insieme si va a scuola; la stessa cosa avviene al ritorno; il bicibus aspetta pochi minuti ed è necessario essere puntuali; l’adulto può essere un genitore, un nonno, un volontario oppure il servizio può essere addirittura organizzato dalla scuola o dal Comune. Recenti esempi in Italia: a Reggio Emilia, a Verona e in un cittadina vicina a Torino, Rivalta. I ragazzi intervistati si rivelano contentissimi e sono persino loro a spingere i genitori a continuare. Perché non provare anche a Torino ? Poi naturalmente se vogliamo una città a misura di ragazzo, cioè dove il ragazzo possa circolare liberamente senza pericoli dobbiamo innanzitutto realizzare strutture e percorsi sicuri, e su questo punto a Torino già da alcuni anni si sta lavorando.