Smog, soluzioni non pregiudizi
Auto ferme e politica del territorio
22 November, 2004
Le prime reazioni dicono che la domenica a piedi è stata accolta con favore. Aiutati dalla buona giornata i milanesi hanno girato con ogni mezzo: bicicletta, schettini, cavallo. Dopo i dibattiti del giorno prima, tra la schiera dei pessimisti, secondo i quali si tratterebbe solo di un fastidio non compensato da risultati concreti, e quella di chi non ha perso la speranza d\'un ambiente meno inquinato, la gente comune ancora una volta è andata ambrosianamente al sodo e ha apprezzato sensazioni insolite: riappropriarsi della città, non essere assordati dai rumori e ammorbati dagli scarichi, attraversare senza temere di essere arrotati, non dover passeggiare preoccupati che i bambini sfuggano di mano e scendano dal marciapiedi. Certo, il blocco del traffico per dodici ore e una volta ogni tanto, va preso sotto l\'aspetto simbolico e per il valore pedagogico, di sensibilizzazione, più che per le conseguenze pratiche. Ma se lo stop alle auto è metabolizzato dai milanesi, la disponibilità di questi va ripagata con alcune risposte capaci di far intravedere che limiti, privazioni, sacrifici, anche modesti, servono, che è possibile incidere sul futuro della città e delle aree lombarde in cui, come nel capoluogo, i mezzi hanno dovuto fermarsi. Sviluppo compatibile e vivibilità non possono ridursi a formule o propaganda, ma richiedono politica del territorio, interventi mirati e coordinati. Esigono che una volta discussi, approfonditi, stesi i progetti, esaurite le fasi istruttorie sotto il profilo delle istanze democratiche e per gli aspetti tecnico-finanziari, chi ne ha la responsabilità se le assuma: le opere partano e vengano eseguite secondo procedure, uso di risorse, tempi certi. Non si eguagli, insomma, il non invidiabile primato del Passante, che, ideato 40 anni fa, Milano e Lombardia vedono compiuto adesso. Ritardo che ha contribuito a non far rientrare ancora l\'opera nelle abitudini dei milanesi. Sono alle porte gli appuntamenti per capire da che parte si sta nell\'immaginare assetti decongestionati di traffico e di insediamenti ad esso collegati (con conseguente allentamento dell\'assedio a Milano), e quindi per esprimersi e scegliere. Su queste colonne, ad esempio, l\'assessore Borghini ha riproposto il piano regionale di infrastrutture: Pedemontana, Brebemi, Tangenziale esterna di Milano, indicando le realizzazioni come esempi di riformismo. Le prossime battute diranno i proponimenti del centrosinistra in vista delle elezioni di primavera. La cosa che nessuno vorrebbe, è che il confronto finisse in disputa ideologica. Servono soluzioni, non pregiudizi o contrapposizioni di bandiera. Suonerebbe beffa il perdurare di domeniche a piedi e, negli altri giorni, costose e stressanti code chilometriche di auto e Tir da Monza a Milano o sulle Tangenziali.