LETTI PER VOI - Rifiuti, legge sospesa per 3.700 famiglie in un quartiere di Milano
Gratosoglio, impossibile la raccolta differenziata nelle case Aler. L’Amsa: rinunciamo alle contravvenzioni- da Corriere della Sera del 16.12.2004
16 December, 2004
Maurizio Giannattasio Manca lo spazio per i cassonetti, attrezzati solo 8 palazzi su 52. I Ds: il Comune è responsabile del disservizio. L’unica alternativa praticabile sono le vecchie campane di raccolta piazzate sui bordi della strada. Per tutti questi motivi l’Amsa preferisce chiudere un occhio e non appioppare la multa canonica di 50 euro. Intanto perché con le campane sarebbe impossibile risalire al presunto colpevole e in secondo luogo perché sarebbe difficile spiegare una contravvenzione in mancanza di mezzi adeguati. Inoltre in questo «piccolo paese» si usa ancora una vecchia pratica considerata illegale da anni: utilizzare le cavitoie nei pianerottoli per liberarsi della propria spazzatura. Ma anche in questo caso non è colpa dei residenti perché mancano gli spazi per piazzare i cassonetti e mancano i soldi per creare nuove strutture dove poter raccogliere i rifiuti. Gratosoglio, i grandi palazzoni di proprietà dell’Aler. Circa 3.700 famiglie sono sciolte dall’obbligo di riciclare i rifiuti. Perché all’interno degli edifici non esiste lo spazio per i cassonetti della raccolta differenziata. Su 52 palazzi, solo 8 sono stati dotati di gazebo in muratura esterno che permette la raccolta differenziata. Gli altri si devono accontentare delle campane in strada per la carta e il vetro. E a quel punto l’Amsa non fa scattare le multe perché è praticamente impossibile risalire allo «sporcaccione» che si è dimenticato di vagliare la propria spazzatura e soprattutto perché risulterebbe «imbarazzante» punire chi non è messo in condizione di esercitare la divisione. «Una situazione paradossale - attacca il consigliere comunale dei Ds, Aldo Uliano - perché questa è proprio la zona dove il Comune ha deciso di realizzare il secondo termovalorizzatore e nella stessa area non si pratica la raccolta differenziata. Quante situazioni ci sono come quella del Gratosoglio in cui sia l’amministrazione comunale sia l’Amsa sia l’Aler sono corresponsabili di non sostenere con la forza necessaria una campagna costante di supporto alla raccolta differenziata?». Conclusione: «Se si recuperano tutte le situazioni come quella di Gratosoglio non ci sarebbe bisogno di un altro termovalorizzatore». La situazione è complessa. Amsa e Aler si sono incontrate più volte per cercare di risolvere il problema. L’Amsa ha messo a disposizione i cassonetti, ma non esistono gli spazi interni per poterli sistemare. Anche perché devono servire più scale. Servono spazi grandi che non esistono. In più non si tratta di un paio di condomini, ma di una popolazione di un paese. E la quantità di rifiuti «persi» è molto alta. Adesso, qualcosa si sta muovendo. Nei prossimi giorni si riunirà il consiglio di amministrazione dell’Aler per affidare il progetto di cinque nuovi spazi di raccolta dei rifiuti nei sotterranei dei palazzoni. Mentre per nuovi gazebo bisognerà aspettare ancora. Costano tanto. Tra i 50 e i 60 mila euro l’uno. Crearne uno per ogni palazzo è una spesa molto forte. E così gli abitanti dei palazzoni Aler del Gratosoglio si trovano in mezzo al guado. «Per fortuna che abbiamo convinto il Comune a inserire Gratosoglio nell’ambito dei contratti di quartiere - attacca Livio Manera, coordinatore del comitato di quartiere -. In questo modo almeno su 18 edifici dell’Aler verrà praticata la "cappottatura", verranno chiuse le canne di caduta e verranno realizzati altrettanti gazebo per la raccolta differenziata». Ma all’appello mancano ancora tanti edifici. Più della metà. Significa che «un mezzo paese» all’interno di Milano resterà ancora fuori dalla pratica della raccolta differenziata.