LETTI PER VOI - Inceneritore a Piossasco?
Il progetto presentato a metà dicembre prevede un impianto da 500 mila tonnellate di rifiuti. «No alla discarica a Piossasco». La cintura Sud - Ovest contesta la Provincia - da La Stampa del 24.12.2004
28 December, 2004
Giuseppe Legato Il vento di una nuova polemica ambientalista soffia dalla cintura Sud-Ovest. Sei comuni - Piossasco, Beinasco, Orbassano, Volvera, Bruino e Rivalta - si oppongono al progetto di installare una discarica da 500 mila tonnellate di rifiuti in zona Pisacol. Il punto di partenza è il nuovo piano provinciale in materia di smaltimento, presentato ai sindaci lo scorso 15 dicembre che modificherebbe gli indirizzi dati dal Covar 14. Semplificando: la discarica di servizio da 400 mila tonnellate che doveva servire esclusivamente i comuni del Consorzio e l’impianto di pretrattamento adiacente, diventa provinciale (più comuni) e aumenta la volumetria di 100 mila tonnellate. «E’ solo una bozza» precisa l’assessore provinciale alle politiche ambientali Angela Massaglia. E aggiunge: «A gennaio ascolteremo le ragioni di tutti e decideremo il da farsi». I sindaci dei sei comuni in questione non si fidano: «Lo avevano già detto per l’inceneritore - stigmatizza Gilberto Giuffrida di Beinasco - è il solito atteggiamento che premierà lo strapotere di Torino». Non si fida neanche il sindaco di Piossasco, Laura Oliviero. Lei, avvocato civilista di 51 anni usa toni da arringa: «La discarica qui non si fa. Vicino al Pisacol c’è ancora un'area ex-Fidom che stiamo bonificando. Di un’altra cattedrale di veleni non se ne parla neanche». E’ un problema sentito quello della discarica che, in questa cittadina da 17 mila anime, è riuscita a unire sotto un unico mantello di protesta tutte le forze politiche del consiglio che hanno votato una mozione unanime per dire «No alla discarica a Piossasco». Le motivazioni sono ovvie, quasi scontate, ma rimangono comunque in piedi: «Non si tratta di retorica delle argomentazioni, la realtà è che la mia città - incalza Oliviero - ha una vocazione turistica e agricola e questa scelta non è compatibile con quello che abbiamo pensato finora e sul quale abbiamo lavorato con impegno». Non c’è una voce che dissente, soltanto rafforzamenti di quel concetto (no alla discarica) impresso sui manifesti. La solidarietà degli altri comuni potrebbe - tout-court spostare l’ago della bilancia. Carlo Marroni di Orbassano : «Se cambia il contesto dei patti iniziali, allora si rivedono tutti gli accordi nel complesso». Attilio Beltramino di Volvera: «Sono scelte non concertate e quindi invalidate in partenza. La discarica, al confine col mio comune, creerebbe grossi problemi». E poi Rivalta e Bruino che appoggiano la polemica e rivendicano il diritto agli investimenti per il turismo. A gennaio, in Provincia, ci sarà un tavolo con tutti i comuni che si apre già da ora con la speranza dell'assessore provinciale Massaglia: «Un clima di serenità favorirà il dialogo e un buon esito di questa querelle che, francamente, mi sembra prematura». I sindaci marciano dritti per la loro strada: «Alla fine decidono sempre gli stessi. Siamo preoccupati» accusa Beltramino. Gli fa eco Giuffrida: «Se continua così dovremmo andare in prefettura a restituire le fasce». La polemica, sulle tracce di un inceneritore-bis, sembra abbia tutto tranne un sipario vicino.