Le targhe alterne fanno 154 «vittime»
Il comandante dei vigili urbani: i torinesi erano informati
14 January, 2005
Alessandro Mondo Capisci che sono sinceri dallo sguardo interrogativo con cui porgono patente e libretto ai vigili urbani. «Non sa che oggi ci sono le targhe alterne?», domandano i «civich». Loro si guardano intorno, smarriti, come se si aspettassero di scorgere l’ordinanza del sindaco affissa sui muri. Qualcuno ammette di essersene dimenticato. Ma i più non lo sanno davvero: cascano dalle nuvole e incassano i 71 euro di multa. Primo giorno di targhe alterne a Torino, dalle 8,30 alle 18. Sarà così fino al 28 aprile, tutti i giovedì: ieri potevano circolare i veicoli catalizzati con ultimo numero di targa dispari; il 20 gennaio si rifaranno le pari (lo 0 va considerato tale). Mentre per i mezzi non ecologici lo stop è «a prescindere». Ventisette le pattuglie mobilitate. A fine giornata il bilancio è stato di 154 multe. Tutto sommato poche, trattandosi di un divieto imposto da vari Comuni ma con orari diversi: 8,30-18 a Torino, Borgaro, Chieri; 8,30-19 a Moncalieri; 8,30-18,30 ad Alpignano, Beinasco, Carmagnola, Collegno, Grugliasco, Orbassano, Rivoli, Settimo, Venaria, Vinovo, Volpiano. Niente targhe alterne a Chivasso e Nichelino. Roba da mettersi le mani nei capelli. Da qui la sorpresa per l’esito di una giornata cominciata sotto i peggiori auspici. «Un buon risultato - commenta Mauro Famigli, comandante della Polizia municipale -: evidentemente i torinesi hanno fatto il possibile per informarsi». Vero. Così come è vero che molti hanno circolato comunque, cavandosela in barba all’ordinanza. Lungo le strade della città ieri viaggiava un bel numero di veicoli con targa pari: un po’ troppi per rientrare nelle categorie esentate. Quelli sorpresi dalle pattuglie hanno imparato a loro spese. Come il signor Michele Ambra, fermato di prima mattina in via Botticelli sulla sua «Punto»: «Non ero informato. Stavo andando a trovare mia figlia... Mah!». Settantuno euro sono una bella cifra, roba da togliere la voglia di parlare. Non è così per Carmine Barone, bloccato su una «Passat» con un inequivocabile «0» a fine targa: «Giuro che non lo sapevo. Cosa ne penso? E’ un furto. Sarà un caso ma sotto Natale, quando i commercianti dovevano vendere, il divieto è stato revocato». C’è chi si ferma spontaneamente alla vista della pattuglia. Un rappresentante scende dal furgone e si informa. Arriva da Asti: «Scusate, a Torino posso circolare?». Breve consulto, poi il via libera. Altri, come il signor Vito Indelicato, sanno già la risposta: «Ho una “Tipo” catalizzata ma del ‘92, praticamente non la posso usare mai. Per fortuna sono in pensione, la uso solo per andare a trovare i figli e fare qualche commissione. Ma prima o poi dovrò cambiarla». Altre pattuglie sono sparpagliate in città: piazza Carlo Felice, piazza Statuto angolo via Cibrario, corso Massimo angolo corso Raffaello... Una presidia corso Svizzera, davanti alla sede dell’Aem. «Finora abbiamo fatto pochi verbali, in fondo le categorie esentate sono parecchie», spiegano i due vigili preposti. Sono intirizziti dal freddo ma molto garbati: «Ci mancherebbe - spiega uno -. Questa è gente colpevole di essere uscita con l’auto sbagliata, mica hanno svaligiato una banca». Tra gli automobilisti prevale la rassegnazione. Mario Scanavino, in arrivo da Bardonecchia, scende dal piccolo fuoristrada «Suzuki» e allarga le braccia. C’è poco da dire: non solo ha la targa pari ma non è catalizzato. «Sto portandolo dal concessionario per venderlo - spiega -. Proprio oggi, dovevo farlo! Se solo ci avessi pensato...». La rivincita del Gpl ha le sembianze di una «Ford Escort» e di una «Fiat Uno». Targhe pari, auto datate: le prede ideali. Invece vanno a gas. I vigili se ne accorgono prima ancora di chiedere i documenti, messi sull’avviso da quei motori troppo silenziosi. Valter Inacco, titolare della sua «Uno» classe 1988, sorride: «Mi spiaceva buttarla, così due anni fa ho fatto montare l’impianto con la ciambella da 35 litri. Devo dire che sono stati 750 euro spesi bene». Sorride anche il vigile, mentre lo congeda: la multa può attendere.