LETTI PER VOI - Non chiamatemi rifiuto
I ragazzini incontrano Erre: ha una buccia di banana in testa e vive in discarica - da La Stampa del 20.01.2005
20 January, 2005
TIZIANA PLATZER non chiamatemi rifiuto, io sono Risorsa!». Fa tutta la scena l’animatrice, cercando di dare voce a Erre, l’omino con la buccia di banana in testa che ha appena lasciato la sua casa in discarica. Risorsa preziosa è il messaggio che i ragazzini colgono al museo «A come Ambiente», ma è evidente che per loro non sia una novità, che la salvaguardia della Terra sia un tema discusso frequentemente, a scuola e in famiglia. Tant’è che se in un angolo del primo piano in corso Umbria 84 si leva un coro da «Te-tra-pak! Te-tra-pak!», dall’altro l’attentissima Elena, 8 anni, chiacchiera tranquillamente di rifiuti organici. Martedì mattina sono passate dal museo 4 classi elementari del Liceo Francese di viale Thovez e le classi terze dell’elementare «Anna Frank» di Leinì, primo gruppo tutto rivolto alla zona rifiuti, l’altro al piano dedicato all’acqua: comune il progetto didattico, partire da questa visita per stimolare la riflessione dei ragazzi, la curiosità, i quesiti «difficili». «Il tema dell’acqua quest’anno noi lo affrontiamo in storia, parlando di sviluppo dei popoli, in scienze con le attività in laboratorio, in lingua con i testi e in geografia con lo studio dei corsi d’acqua» dicono le insegnanti dell’«Anna Frank». «Le attività fatte questa mattina qui al museo saranno riviste, rielaborate e ispireranno i commenti e i disegni dei ragazzi». Che per cominciare la visita sono stati invitati in una sorta di camera oscura con la proiezione di uno stagno, «ma chi di noi almeno una volta non è stato in un luogo come questo?» chiede l’animatrice, e non deve attendere molto la risposta: «Quando eravamo nella pancia della mamma» rispondono tutti i venti bambini insieme. E’ evidente che il museo ha raggiunto uno degli obiettivi prefissati al momento dell’inaugurazione, avvenuta nell’ottobre scorso, essere cioè uno spazio didattico reale per la cultura ambientale offerta senza esagerati fanatismi ecologisti, e rivolgersi alle scuole come alle famiglie con numerosi spunti di discussione per migliorare i comportamenti, individuali e collettivi. Lo testimoniano anche i numeri: ad oggi oltre 700 scuole prenotate per le visite al mattino e pomeriggio - «Gli insegnanti hanno la possibilità di scegliere un percorso a seconda delle esigenze didattiche e partecipare o meno ai nostri laboratori» spiega Carlo Degiacomi, responsabile del museo sorto grazie alla collaborazione di Comune, Provincia, Regione, Amiat, Smat e Cooperativa Radio Torino Popolare - e circa 300 visitatori ogni fine settimana, perchè il sabato e la domenica, dalle 14 alle 19, le guide-animatori sono a disposizione della pubblica utenza (prenotazioni e informazioni: 011/0702535). Ci si diverte in questo luogo, i ragazzi hanno l’occasione di tentare gli esperimenti e non stare solo a guardare, nei tre percorsi: energia, riutilizzo dei rifiuti e trasformazione dell’acqua. Se un bicchiere è riempito fino all’orlo l’acqua cade? l’acqua è solo allo stato liquido? nel compost si possono mettere l’avanzo della pizza e la cenere della stufa? Tutti attentissimi, magari esuberanti ma non distratti, hanno voglia di provare giochi e provette ancora prima di avere il permesso delle insegnanti. Sara dell’Anna Frank viene chiamata alla «bilancia dell’acqua»: sale, peso 28 kg, e poi ecco che l’amica-gocciolina comunica che il suo corpo è costituito da circa 15 litri d’acqua: «Bellissimo, ma vuol dire che comprende anche il sangue?». Mille domande e già tante risposte ottenute, riflessioni che prendono la forma del gioco durante il laboratorio, realizzato con il Teatro Regio per la costruzione di «strumenti» con materiale di riciclo: tutti a tagliare i cartoni del latte, e poi i contenitori di cartone delle uova, in ultimo colla in abbondanza: oggi si costruiscono i braccialetti sonori. Attorno al grande tavolo Elisabetta, Elodye, Elena e Pauline del Liceo francese sono entusiaste: «Ci è piaciuto scoprire quante cose si possono fare con i rifiuti, persino costruire giochi». Invece Margherita sostiene che le piace la casa di Erre: «Sembra la mia, con una cucina, un tavolo apparecchiato, una cameretta». Dove la raccolta differenziata è consuetudine.