Torna l'emergenza?
In Campania ci si avvicina a grandi passi ad una nuova crisi. Il commissario Catenacci dà le dimissioni. Le ecoballe tornano ad accumularsi. Ne parliamo con Giulio Facchi, ex sub-commissario governativo per l’emergenza rifiuti campana
31 January, 2005
L’emergenza Campania è stata per lunghe settimane in primo piano sul palco mediatico italiano. Cariche della polizia sui manifestanti, blocchi stradali, ecoballe e discariche sono riuscite a catalizzare l’attenzione pubblica italiana. A distanza di qualche mese torniamo ad occuparci della questione, facendo una lunga chiacchierata con Giulio Facchi, ex sub-commissario governativo per l’emergenza rifiuti campana. Facchi, qual è la situazione attuale, dopo mesi di silenzio? Direi che è una situazione di stallo. Ma è molto probabile che a fine febbraio si possa tornare nuovamente in una situazione di crisi… Sono state aperte discariche e si sono iniziati i lavori per nuovi inceneritori. A che punto siamo? Ad Acerra sono finalmente partiti i lavori per il nuovo termovalorizzatore, ma si procede con tempi molto rallentati. Ancora non è stato dato il parere positivo definitivo della commissione VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale). Questo in realtà avrebbe dovuto arrivare in agosto, ma ancora lo si sta aspettando… E anche a S. Maria La Fossa si è al palo. E le discariche “Emergenziali”? Stiamo andando velocemente verso la saturazione. Anzi per la verità si è già andati oltre agli impegni resi: a Giugliano, ad esempio ci si sarebbe dovuto fermare al livello terra, mentre si è già emersi per una quindicina di metri. E iniziano a rivedersi le prime file di camion Esaurite queste, dunque, bisognerà aprirne di nuove… Inevitabilmente… Una è già stata autorizzata a Montesarchio, nel Beneventano. È un sito con potenzialità di stoccaggio enormi: circa 6 milioni di metri cubi. In realtà l’impianto era stato autorizzato già un anno fa… ma oggi inizia a nascere una forte reazione. Purtroppo non è stato fatto un lavoro di informazione e creazione del consenso, ma di nuovo si va verso un scontro duro e non mediato. Si ripropone una situazione già vista, dunque? Con alcune aggravanti: su tutto la regressione della raccolta differenziata in tutta la Regione. Faticosamente si era raggiunta la percentuale del 12% di RD, ma dati aggiornati danno questo dato preoccupantemente in diminuzione. E il capoluogo sta seguendo linee confuse sulla RD, cambiando continuamente politica e modalità di raccolta. E soprattutto non si sta lavorando sulla raccolta della frazione umida… Qual è dunque la via d’uscita? Nell’immediato si sopravvive se “si sfonda” da qualche parte con le discariche. E poi ci sono fattori “non governabili” come le condizioni metorologiche: i lavori in un sito potenzialmente dedicato ad ospitare una discarica, sono condizionati dalle piogge. Il terreno è infatti molto argilloso, e, in caso di precipitazioni diventa impossibile lavorarci. E proprio una situazione del genere ci ha bloccati l’anno passato… Purtroppo è stata innescata una “bomba ad orologeria”, non si è lavorato in direzione di un coinvolgimento degli abitanti delle zone interessate e si è andati allo scontro con tanto di cariche da parte delle forze dell’ordine. Si avvicinano anche le elezioni… Beh, evidentemente qualcuno ha interesse che esploda la bomba per poi utilizzarla a fini elettorali, facendo dei rifiuti il tema principale della campagna elettorale. A tal proposito e per evitare speculazioni politiche, è stato presentata al governo una relazione sulla gestione commissariale del Presidente Bassolino. Tanto per sfatare alcune voci che circolano con insistenza su finanziamenti ricevuti e mai utilizzati… è un dato di fatto, ad esempio, che gli ultimi fondi governativi destinati all’autorità commissariale sui rifiuti campani risalgono al marzo 1998. Ovvero il governo di centro sinistra diede dei fondi al commissario Rastrelli, appartenente all’opposta fazione. Da allora, fondi governativi non ne sono mai più arrivati.