I pm: «Il governo non modifichi il tetto»
08 February, 2005
TRENTO - Il conto alla rovescia è iniziato anche a Trento. Il livello delle polveri sottili nell’aria ha superato il limite già per venti volte. Ancora quindici sforamenti e poi la Procura iscriverà qualche nome nel registro degli indagati dell’inchiesta per omissione d’ufficio che è stata aperta. È questa l’ipotesi di reato formulata dal procuratore capo Stefano Dragone e dai due sostituti Giuseppe De Benedetto e Carmine Russo, titolari del fascicolo sull’allarmante inquinamento atmosferico delle ultime settimane e sulle relative misure d’intervento adottate dalla Provincia e dai trenta Comuni che hanno aderito al Piano antismog. «Al trentacinquesimo giorno di pm10 oltre la soglia le autorità amministrative, a cominciare dai sindaci, saranno tenute ad adottare misure più drastiche contro l’inquinamento atmosferico - dichiara Dragone -. Se non lo faranno, posso già annunciare che dovremo per forza prendercela con qualcuno, inserendo qualche nome nel registro degli indagati». Rispetto all’idea, attualmente al vaglio del governo, di aumentare il tetto dei superamenti del limite di 50 microgrammi per metro cubo d’aria da 35 a quaranta, o addirittura cinquanta, il procuratore di Trento ha idee chiare: «Non è certo per legge che si elimina l’emergenza legata allo smog. Intendo dire che alzare la soglia degli sforamenti allontana il problema nel tempo, ma di sicuro non lo risolve». Intanto, mentre il conto alla rovescia prosegue inesorabile, anche l’inchiesta - la terza in Italia, dopo quelle aperte dalle procure di Treviso e di Venezia - va avanti: «Abbiamo già acquisito i dati dell’Azienda sanitaria relativi ai casi di cancro nella provincia di Trento - spiega Dragone -. La prossima mossa sarà richiedere alle università di Padova e Verona i risultati della ricerca Misa-2, quella che ha dimostrato le connessioni tra l’inquinamento atmosferico provocato dalle polveri sottili e l’incidenza tumorale sugli abitanti». Domani in procura si terrà un vertice per coordinare le prossime mosse degli inquirenti che, come obiettivo principale, hanno quello di verificare se «riducendo l’inquinamento atmosferico, si riuscirà ad abbattere l’elevata incidenza tumorale che si regista in Trentino». Anche a Treviso è aperto un fascicolo sullo smog. Ma per il procuratore capo Antonio Fojadelli, non è compito della magistratura indagare sulla questione: «La soluzione al problema deve maturare a livello politico - afferma -. Gli esposti non servono a nulla». Anche Fojadelli, comunque, si schiera nettamente contro eventuali provvedimenti del governo per aumentare il tetto dei 35 superamenti: «Sono contrario per motivi che definirei culturali - attacca -. Dobbiamo smetterla di fare le regole per poi cercare di modificarle quando ci accorgiamo di non riuscire a seguirle. Se hanno disposto trentacinque giorni, suppongo ci abbiano pensato bene prima». Poi conclude: «Il discorso, comunque, ha una valenza ben più ampia. Siamo noi cittadini che non riusciamo a rinunciare a nulla di ciò che sta distruggendo l’uomo». Monica Gabrielli