«Con meno polveri si vivrebbe un anno in più»
Paolo Crosignani, epidemiologo - da Corriere della Sera del 10.02.2005
10 February, 2005
Gianni Santucci «Un anno di vita. È quel che la lotta allo smog potrebbe regalare a ogni milanese». Si spieghi meglio. «La media annuale di polveri sottili, a Milano, supera i 60 microgrammi per metro cubo. Se si passasse a 40, e si tenesse quel livello per vent’anni, alla fine il beneficio per i cittadini sarebbe proprio quello: un anno di vita in più». Oncologo, epidemiologo dell’Istituto dei Tumori, Paolo Crosignani ha il dono di spiegare con semplicità i complessi modelli statistici con cui si descrive la correlazione tra smog e salute. Lo fa commentando il «Misa 2», il più moderno e sistematico studio su questo tema, pubblicato pochi mesi fa. Cosa dimostra il «Misa 2»? «La ricerca ribadisce una volta di più come l’inquinamento sia associato ai danni alla salute. Dice finalmente che questi danni non sono la semplice anticipazione di morti che si sarebbero comunque verificate, ma rappresentano un eccesso di mortalità. Se lo smog fosse rimasto a livelli inferiori, una parte di decessi non ci sarebbe stata». In futuro si andrà oltre il «Misa 2»? «Questa ricerca non completa il quadro degli effetti dell’inquinamento sulla salute. Manca una parte: le conseguenze più gravi sono quelle a lungo termine. Ma ci sono anche altri effetti a breve termine non calcolati, che rappresentano danni alla salute e costi sociali: attacchi d’asma, bronchiti acute, giornate di lavoro perse». È possibile quantificare gli effetti a lungo termine dell’inquinamento a Milano? «Dopo vent’anni, rispetto a un livello di polveri sottili di 30 microgrammi per metro cubo, si possono calcolare 1.200 morti in più all’anno per tutte le cause e 300 tumori polmonari in più. Le responsabilità di questa situazioni sono però da attribuire più alle amministrazioni passate che a quelle recenti». Di quanto si accorcia la vita media in relazione ai livelli di smog? «Sul lungo periodo, l’accorciamento si può quantificare in 6 mesi per ogni 10 microgrammi per metro cubo in più di polveri sottili». I picchi di inquinamento uccidono solo le persone già debilitate? «Questo è il modello concettuale più in voga. Ma gli studi come il Misa dimostrano che le cose stanno diversamente. Mettiamo che un picco di inquinamento uccida una parte di soggetti deboli. Dopodiché, anche se lo smog si mantiene alto, ci si aspetterebbe comunque un calo della mortalità. Invece non è così, la mortalità si mantiene alta. Questo dimostra come l’inquinamento abbia effetti immediati su tutta la popolazione, non solo sui soggetti più deboli».