Rifiuti, in Provincia
il Prc punta i piedi - da La Stampa del 16.03.2005
16 March, 2005
Alessandro Mondo Palazzo Cisterna: la maggioranza scivola sui rifiuti. Se la resa dei conti è posticipata a dopo le elezioni, nel Consiglio provinciale in calendario ai primi di aprile, ieri il presidente Antonio Saitta ha già dovuto fare i conti con un incidente di percorso che sta lasciando sul terreno malumori e polemiche. L’oggetto del contendere è la delibera relativa all’aggiornamento del piano provinciale dei rifiuti, uno dei cardini dell’attività della Provincia, presentata ieri dall’assessore Angela Massaglia (Pianificazione ambientale). Su questo provvedimento una parte della maggioranza ha puntato i piedi: contraria Rifondazione, più che perplessi Comunisti italiani, Verdi e Lista Di Pietro. Perchè? Perchè rispetto agli accordi di programma sarebbero state cambiate le carte in tavola. Alla fine la delibera è passata, ma ad un prezzo non trascurabile. Quella che si è riunita ieri è stata infatti una giunta «monca»: assenti Dorino Piras (Qualità dell’aria) ed Eleonora Artesio (Solidarietà sociale), i due assessori di Rifondazione. E questo nonostante il «pressing» esercitato dal presidente. Ma se Rifondazione ha scelto la strada dell’Aventino, i malumori sono di casa anche in altre componenti della maggioranza. Walter Giuliano (Verdi), Cinzia Condello (Comunisti italiani) e Patrizia Bugnano (Lista Di Pietro)- assessori alla Cultura, al Lavoro e allo Sport - hanno votato la delibera della discordia non prima di aver espresso le loro riserve. Il senso è quello di un «sì» condizionato, deciso dopo aver ottenuto da Saitta rassicurazioni sulla possibilità di «ulteriori approfondimenti» prima che il testo approdi in Consiglio. Le perplessità, se non le obiezioni, nascono da considerazioni più o meno comuni al «fronte del no». La più significativa chiama in causa la quota di rifiuto da incenerire - passata da 300 tonnellate annue (piano ‘98) a 700 - con ricadute dirette sulle dimensioni dei futuri termovalorizzatori e, si teme, sul successo della raccolta differenziata. «Il piano avrebbe dovuto ridurre il dimensionamento dell’inceneriore tenendo conto dei progressi sul fronte della differenziata compiuti da molti Comuni - attacca Legambiente -. E’ un pericoloso passo indietro». Ma sui malumori pesano altri fattori: la ricollocazione della «Servizi Industriali», finora rimasta lettera morta; i tempi-lunghi per la costituzione dell’Autorità d’Ambito; l’assenza, tra le azioni finanziate nel piano, della differenziata «porta a porta»; la mancanza di incentivi per accordi con le grandi catene di distribuzione e il comparto industriale; l’effettivo controllo sulle emissioni degli impianti... Troppi i punti da chiarire per rinunciare ad un «supplemento di riflessione», come parte della maggioranza avrebbe voluto. Da qui la protesta: per lo «stravolgimento» del piano rispetto al precedente e per «la brusca accelerazione» su una materia così delicata. «Come qualsiasi proposta anche questa si può migliorare - sdrammatizza Saitta -. Ma bisognava rispettare i tempi per offrire una prospettiva che vada oltre la proroga della discarica di Basse di Stura». Tema sul quale insiste anche Stefano Esposito, capogruppo Ds: «Siamo aperti a tutte le proposte migliorative, a patto che non stravolgano il piano. Questo passo consentirà di dare certezze temporali per la chiusura della discarica». Difficile dire quali margini di trattativa restino dopo l’approvazione della delibera.Vincenzo Chieppa, segretario provinciale del Pdci, rimanda al dibattito in Consiglio: «Bando alle inutili contrapposizioni. Meglio ascoltare le ragioni di chi, come noi, intende modificare in positivo il provvedimento». Anche Rifondazione lascia una porta aperta al dialogo: «L’assenza degli assessori alla giunta non deve essere intesa come una volontà di rottura, ma come legittima rivendicazione affinché vengano mantenute le linee politiche concordate». Insomma: la partita resta aperta.