Il delirio dell\'olio di colza
Chi lo fa e chi no...
04 April, 2005
Essere disinformati costa molti soldi e fa vivere male molta gente.
Cari lettori, vorrei porre la questione morale. Anzi la questione mentale.
In questi giorni ho sperimentato direttamente il livello di disturbo mentale
di cui soffrono in primo luogo i mass media e in generale il popolo italico.
Scoppia il caso biodiesel, e, come per incanto, ricevo un mucchio di
telefonate da parte di giornalisti che mi chiedono di parlare del nostro
distributore di biodiesel. Il primo d'Italia.
E io mi diverto a rispondere: "Ma come non ha letto i nostri comunicati
stampa?
Non segue i nostri siti internet? Legge solo le agenzie di stampa
autorizzate?"
Provo un certo gusto a dire: "Guardi, il distributore non l'abbiamo aperto
in questi giorni ma cinque anni fa. E l'abbiamo chiuso piu' di due anni fa
perche'
il governo Berlusconi ha vietato il biodiesel. Abbiamo fatto proteste,
raccolto firme..."
Ed ecco il cronista che non ci puo' credere: "Ma come l'hanno vietato? Hanno
vietato il biodiesel?"
Non ne sanno niente.
"Si', siamo l'unico paese d'Europa. L'Unione Europea ha praticamente
liberalizzato la vendita ma l'Italia ha chiesto di essere esclusa dal
provvedimento. Poi il governo ha deciso di vietare la vendita al pubblico
del pericoloso carburante.
Se va su www.cacaoonline.it trova tutta la storia dall'inizio..."
Praticamente c'e' da chiedersi a quanti sia arrivata notizia della nostra
campagna sull'olio di colza... Proprio pochi...
Unica consolazione e' che ormai sono centinaia di migliaia gli italiani che
non
si fanno fregare e mettono olio di semi comprato nei supermercati Lidl a
0,65 euro il litro.
Tutti i discorsi sono serviti a poco e tuttavia, in barba a tutti i
giornalisti audiolesi, a tutte le censure e i sabotaggi, le idee giuste sono
andate avanti.
E crediamo che molti consumatori di olio di semi abbiano provato
soddisfazione vedendo che oggi tutti si accorgono di quello che stanno
facendo ormai da anni.
Chissa' quanti sono stati derisi perche' mettevano l'olio nel serbatoio:
"Vedrai che ti scoppia il motore!"
Adesso mi avvicinano al bar e mi chiedono: "Senti, ma e' vera questa storia
che metti l'olio nel serbatoio?"
"Si', lo faccio da cinque anni e se tu facevi come me a questo punto avevi
risparmiato i soldi per farti una vacanza alle Seychelles, ma e' meglio
cosi', perche' sei sfigato dentro e sicuramente ti facevi la vacanza quando
c'era lo Tzunami ed eri gia' morto."
Si', lo ammetto, ho un piacere rabbioso a far notare a questi disinformati
per vocazione che la loro incapacita' di fare attenzione gli ha causato
danni enormi.
Sono loro, la massa amorfa di quelli che non ascoltano, la zavorra
dell'Italia.
Ed e' ora di dirlo che oggi la capacita' di agire seguendo schemi diversi e'
lo spartiacque della qualita' della vita di tutti.
Chi ha ascoltato Beppe Grillo non si e' fatto fregare dalla Parmalat.
Chi ha ascoltato Cacao sul risparmio etico e il boicottaggio non ha comprato
Enron e bond argentini.
Chi ha letto come funziona la ricerca sul tumore sa che, se si ammala, deve
iscriversi a un protocollo di ricerca, ottenendo cosi' che il proprio tumore
venga identificato. Se non ti iscrivi nei protocolli ti danno la cura
standard.
Se sei dentro ti danno la cura specifica per il tuo tumore. La differenza e'
l'80% di sopravvivenza.
E se il tuo problema e' che ti hanno perduto i bagagli e stai bestemmiando
in aeroporto, hai grande vantaggio se hai letto la sintesi delle istruzioni
di una nota compagnia aerea ai caposcalo che abbiamo pubblicato due anni fa.
Il caposcalo deve recarsi presso l'orda dei passeggeri imbestialiti.
Ascoltare per cinque minuti in silenzio tutte le proteste e individuare
cosi' i capopolo.
Quindi proporre loro di appartarsi in un'altra stanza ("Cosi' parliamo
meglio")
e dare loro tutto quello che vogliono. Anche piu' del dovuto. E promettere
che si fara' lo stesso con gli altri. Cosi' si liquidano i ribelli. E poi ai
pecoroni non di dara' niente. Tanto non hanno i coglioni per fare qualche
cosa.
Sono gentucola che non si espone, non si sbatte, non partecipa. Peggio per
loro!
C'e' chi va in vacanza in posti inquinati e affollati quanto una citta' e
passa meta' della vacanza in coda e chi no. C'e' chi compra le camice da 100
euro al figlio e chi gli paga una vacanza a Londra per imparare l'inglese.
C'e' chi gioca con i figli e chi gli compra solo videogames.
C'e' chi ingurgita sonniferi, tranquillanti, antidepressivi e chi cerca di
farsi nuovi amici. C'e' chi continua a piangere per un lutto anche a dieci
anni di distanza e chi cerca di rifarsi una vita. C'e' chi va per terra e
non si rialza mai piu' e chi, con fatica, cerca di capire i propri errori.
C'e' chi sbadiglia, si gratta, si stiracchia, scambia massaggi e chi non fa
niente di tutto questo perche' e' sconveniente.
C'e' chi legge libri divertenti e guarda film comici e chi consuma solo
prodotti violenti e terrificanti. C'e' chi coltiva hobby, impara cose nuove,
sperimenta cibi sconosciuti, prova nuove posizioni. C'e' chi fa i conti con
l'idea della morte e chi cerca di non pensarci.
C'e' chi ogni tanto ammette di sbagliare e chi non sbaglia mai.
C'e' chi ogni tanto cerca di non prendere le cose con pesantezza e chi passa
la
giornata a parlare male degli altri.
C'e' chi continua ad avvelenare i propri figli con la bistecchina agli
ormoni, c'e' chi accetta di venire separato dal figlio subito dopo il parto.
C'e' chi dorme insieme ai bambini piccoli e chi preferisce farli dormire da
soli fin da neonati e poi si stupisce se piangono per tutta la notte.
C'e' chi allatta e chi no, anche se potrebbe.
C'e' chi fa l'amore tre volte la settimana e chi tre volte l'anno.
C'e' chi ogni tanto fa una passeggiata mano nella mano con qualcuno e chi ha
deciso che non vuole piu' innamorarsi.
E c'e' chi, addirittura, accetta di vivere con una persona che non ama
perche'
"conviene".
C'e' chi ha ancora speranze e chi ha solo rancori.
C'e' chi sogna un mondo migliore e chi ha smesso di dormire per non avere
incubi.
C'e' chi quando si ammala partecipa al processo di cura, si informa, cambia
abitudini, sogna di guarire e chi aspetta passivamente le medicine del
dottore (o l'infuso del mago). E' risaputo che chi partecipa emotivamente e
intellettualmente alla cura, diventa soggetto del proprio mantenersi vivo,
ha molte piu' probabilita' di guarire. Ma questo e' il meno, prima o poi
dobbiamo morire tutti, ma chi vive passivamente non riesce a affrontare la
morte in nessun modo che vada al di la' del terrore e della disperazione.
C'e' chi invece e' disposto a imparare che bisogna morire e magari, prima,
prova a non sprecare l'esistenza.
C'e' chi vive a Milano e campa sei anni meno di chi vive a Macerata.
C'e' chi cerca buone notizie, c'e' chi gode con quelle cattive.
C'e' chi fa il corteo per la pace e poi si compra le Nike, spreca calore,
acqua e energia elettrica, dice che il commercio equo e solidale e'
radical-chic e beve solo Coca Cola.
C'e' chi fa volontariato, isola la propria casa termicamente e cerca di
diminuire il proprio contributo alla guerra per il petrolio e chi va al bar
a dire che lui a Berlusconi altro che un treppiede gli avrebbe tirato.
C'e' chi cambia la propria vita e chi aspetta che gliela cambi Prodi.
La follia del sistema danneggia la gente e solo chi usa il cervello evita
parte dei danni.
Si tratta di un vero e proprio stile di vita.
Oggi, per la prima volta nella storia del mondo, il fattore culturale ha un
peso pari ai mezzi economici nel determinare la qualita' della vita.
Non parlo qui delle persone che sono vicine alla soglia di poverta'. Parlo
dei milioni di italiani che hanno un tetto sulla testa, due pasti al giorno,
l'auto, la lavatrice, internet e il cellulare.
Se questa gente che ne ha la possibilita' iniziasse a ragionare ne avrebbe
un grande vantaggio individuale e l'Italia rinascerebbe.
Possiamo dire che non e' colpa loro, poverini, non hanno avuto le occasioni
per imparare a ragionare. E' vero, non si puo' fargliene una colpa. Se
nascevo in una famiglia diversa neanche io avrei saputo certe cose. Non e'
un merito saperle, e' un caso. E certamente chi ha la fortuna di aver capito
certe idee ha il dovere di cercare di comunicarle a chi e' stato meno
fortunato.
Pero' dobbiamo iniziare a dirlo. C'e' chi ha la fortuna di sapere e chi no.
E questo fa la differenza nella vita piu' di una laurea, piu' di uno zio
alla Regione. Dobbiamo dirglielo che la tv mente e partecipare ai quiz e
fare sesso con le veline e i velini non e' il massimo della vita.
Dobbiamo dirglielo che ci fa tristezza vederli sprecare la loro vita,
crescere figli senza amore, avvelenarsi con grande dispendio di mezzi,
scegliere sempre la cosa piu' precotta. Mangiare il doppio delle medicine
prescritte dal medico.
Maciullarsi con decine di esami clinici e di radiografie inutili. Comprare
sempre tutto al massimo del suo prezzo perche' gli acquisti collettivi
"fanno povero".
Dobbiamo dirglielo che la loro vita e' priva di fascino perche' non sono
loro a viverla.
Dobbiamo raccontargli di quanto e' diverso quando inizi a fare scelte, a
capire che, in qualche modo, puoi influire sul tuo destino.
Spiegargli che e' vero che e' piu' duro, rischioso, a volte deludente, ma
che comunque, prendere in mano la propria esistenza rende la vita
appassionante, colorata, degna di essere vissuta.
Dobbiamo fargli capire che esiste l'onore di aver vissuto, di aver lottato,
di essersi applicati con passione a un mestiere (la professionalita'!!!) e
averlo usato per costruire qualcosa.
Pero', perdonatemi, a volte, dopo anni che continui a ripetere ovunque (tv,
radio, giornali, internet, libri) le stesse identiche cose e ti accorgi che
davvero in pochissimi hanno capito, ti viene da urlare e da dire: ma cazzo,
gente, aprite le orecchie. State vivendo come polli in batteria!
Svegliatevi!
Fate qualche cosa!
Convincetevi che esistete veramente.
E questa che state buttando nel cesso e' la vostra unica vita!
PS: Visto che fai parte dell'infima minoranza che arriva a leggere i miei
articoli fino in fondo vorrei ricordarti che c'e' la petizione per Prodi
sull'ambiente da firmare su www.politicando.altervista.org .
Inoltre sulla home di Alcatraz trovi un piccolo viaggio guidato (disegnato)
nella Citta' Segreta: 5 minuti di benessere mentale. Spero.
Rompo le scatole con questa Citta' Segreta perche' e' un tentativo che mi
sembra molto "strano". Ma sembra inizi a funzionare visto che 566 persone
sono arrivate fino all'area forum. Ripongo in effetti molte speranze (o
illusioni?) sulle possibilita' di questo gioco. Da una parte e' proprio una
cosa diversa, quasi un nuovo media tra fumetto, pittura, videogioco e
scrittura. E questo lo trovo molto appassionante (e ho cercato di mostrarlo
in questa presentazione che trovi su alcatraz.it) D'altra parte il gioco
contiene racconti e meccaniche che abbiamo inventato per portare avanti il
discorso fatto in questo articolo in un modo "artistico" e "emotivo".
La Citta' Segreta ha a che fare con il fatto che quando riempio la mia auto
di olio di semi e poi annuso la puzza di pop corn che esce dal tubo di
scappamento sento che questo gesto ha un valore scaramantico e incide con
l'immagine che ho
di me e della mia "fortuna". Creare una Citta' Segreta che e' un gioco che
di per se' seleziona la tipologia di esseri umani che si divertono a farlo.
E potrebbe diventare un modo efficiente per raggruppare in una comunita'
virtuale ma realmente solidale e collaborativa quelli che "pensano strano".
La mia sensazione di pelle e' che la Citta' Segreta sia un gesto
scaramantico al quale stanno ormai partecipando centinaia di persone.
La Citta' Segreta e' una cosa che sento positiva. Mi piace che ci sia, come
mi piace la luce calda delle lampade ad alto risparmio.
Chi e' su questa lunghezza d'onda mi capira'...
La Citta' Segreta e' il contributo mio e di Eleonora Albanese (la donna dei
miei sogni) alla fortuna del mondo. Come e' un contributo alla positivita'
del mondo qualunque nuovo gioco che contenga semi di divertimento allegro e
di sogni zen (e non stragi paranoiche da "sparatutto").
La Citta' Segreta esiste veramente. La stiamo costruendo anche per te.
Vieni a dare un'occhiata. http://www.alcatraz.it/presen/prese1.html
Jacopo Fo