L’inceneritore «spacca» la Provincia
Rifondazione, Verdi e Pdci abbandonano il Consiglio
13 April, 2005
<b>CONTRASTI IN MAGGIORANZA SUL NUOVO PIANO: «L’INTERA QUESTIONE DEVE ESSERE APPROFONDITA»
Maurizio Tropeano</b>
Un incidentedi percorso, lo definisce il presidente della provincia, Antonio Saitta. In realtà qualcosa di più: visto che dietro la decisione dei rappresentanti di Rifondazione Comunista, Verdi e Comunisti Italiani di abbandonare l’aula del Consiglio provinciale c’è il tentativo da parte dei partiti della sinistra alternativa di rinviare l’iter per la costruzione dell’inceneritore del Gerbido. Ecco perché Stefano Esposito, capogruppo dei Ds, chiede «di trasformare la riunione di maggioranza prevista venerdì per discutere del piano in un vertice di verifica politica alla presenza dei segretari».
L’incidente di percorso nasce dopo l’incontro che Gianna Tangolo, Vincenzo Galati e Vincenzo Chieppa, i tre capigruppo, hanno con il presidente Saitta nel pomeriggio di ieri. Sul tavolo i contenuti della riunione che si è svolta lunedì in Comune tra Saitta, l’assessore all’Ambiente Massaglia, il sindaco, Sergio Chiamparino, il suo vice, Marco Calgaro, l’assessore Paolo Peveraro e i capigruppo di ds e Margherita in Comune e Provincia. Alla fine i consiglieri dei tre partiti hanno deciso di abbandonare l’aula perché «siamo venuti a conoscenza che si intendono accelerare i tempi della discussione istituzionale a prescindere dalle molte, e motivate, richieste di un approfondimento avanzate da alcuni partiti di maggioranza, da molti amministratori locali, associazioni ambientaliste e settori sociali». Ancora: «Non si può accettare una maggioranza a due velocità».
Contemporaneamente, però, parte l’offensiva per congelare il nuovo piano rifiuti. Il no di Rifondazione all’aggiornamento del piano risale a prima delle elezioni quando la giunta provinciale approvò il documento presentato dall’assessore Massaglia senza la partecipazione dei due assessori di Prc. L’elezione del nuovo segretario provinciale, Gianni Favaro, che ha convocato per stasera il Comitato politico, rafforza il fronte del no. La contrarietà dei Verdi viene esternata ufficialmente ieri con un documento dell’esecutivo provinciale che chiede «una sospensione immediata dell’iter in atto perché contiene un netto cambiamento di indirizzo di carattere ideologico a favore dell’incenerimento dei rifiuti». Più cauta la posizione dei Comunisti Italiani che sottolineano la necessità di «una commissione scientifica per valutare tutte le possibili soluzioni tecniche per il trattamento degli Rsa», chiedono garanzie precise per quanto riguarda il raggiungimento del 50% di raccolta differenziata e di aumentare la previsione di riduzione alla fonte dei rifiuti.
Saitta e l’assessore Massaglia difendono però «un piano che nasce come attuazione del programma di governo sottoscritto da tutte le forze politiche del centrosinistra». Un aggiornamento che nasce dalla previsione che nel 2005 «ci saranno 120 mila tonnellate in più di rifiuti da smaltire» e che non è pensabile continuare a smaltirle nelle discariche perché sono praticamente «in via di esaurimento». Massaglia dà le date: «La proroga per basse di Stura scade alla fine di giugno; tra febbraio e marzo si sono esaurite Castellamonte e Pinerolo, alla fine di luglio scade Chivasso, nel giugno 2007 Grosso Canavese, nel luglio 2006 Pianezza, l’anno dopo Cambiano e alla fine del 2008 Mattie».
A fronte di questa situazione - che Saitta definisce «d’emergenza» - il piano aggiornato prevede di smaltire il milione e 121 mila tonnellate di rifiuti prodotti arrivando al 50 per cento di raccolta differenziata. Una cifra che permetterebbe di bruciare 706 mila tonnellate (445 al Gerbido) riducendo i rifiuti in discarica da 244 a 30 mila tonnellate. Il diessino Esposito spiega: «Come si vede siamo in una situazione di emergenza che non è più possibile far pesare solo sugli abitanti di Barriera di Milano. Non servono toppe ma un piano serio senza il quale non ci sarà nessuna proroga per Basse di Stura». Claudio Lubatti della Margherita si dice convinto che «se la base della discussione è la posizione dei Comunisti Italiani sia possibile trovare una soluzione. La riunione in Comune è servita per coordinare l’iter di approvazione dei vari documenti, a partire dalla modifica dello statuto di Trm, da parte del Consiglio Comunale». Raffaele Petrarulo (Italia dei Valori) si dice pronto «votare il piano a condizione che sia affidato ad un esperto di fama internazionale il controllo sulla progettazione dell’impianto e delle emissioni».