LETTI PER VOI - Il vero balzo in avanti
Sognando i motorini elettrici. Intervento di Fulco Pratesi su Il Corriere della Sera del 08.05.2005
09 May, 2005
<b>Sognando i motorini elettrici</b>
Pochi mesi fa il Comune di Pechino avanzò l' ipotesi di vietare il traffico delle biciclette in città. E infatti, col boom social capitalistico degli ultimi anni, le biciclette sono oggi ridotte a divincolarsi in una marea di auto che lascia loro ben poco spazio. L' ipotesi scatenò una reazione. E migliaia di ciclisti coperti di poncho multicolori si riversarono in strada per una protesta silenziosa. E oggi, dalle ultime notizie della stampa, il Comune si appresterebbe a migliorare la diffusione delle piste ciclabili in questa città di 13 milioni di abitanti che cresce al ritmo dei suoi immensi ( e spesso molto belli) grattacieli di acciaio e vetro. Ma se a Pechino la sorte delle biciclette ( pur in una città tutta in piano) appare piuttosto critica vi sono altri luoghi, non meno sviluppati, ove le due ruote sono ancora in auge. A Chengdu, capitale dello Sichuan, col suo milione e 700 mila abitanti e un traffico che pare quello di casa nostra. Automobili dappertutto, filobus, furgoni, pullman, qualche bicicletta e moltissimi motorini che sfrecciano ovunque. E tuttavia silenzio nelle strade. Sulle prime, ho temuto di essere diventato sordo. Poi, ho avuto la folgorazione. Tutti motorini elettrici. Con la loro brava targhetta celeste, con una o due persone a bordo. Senza rumore. E anche un poliziotto della municipale ( di quelli che a Roma cavalcano grandi moto tedesche) mi è passato vicino sulla sua silenziosissima motocicletta. Mi è apparso un sogno realizzato. E ho pensato ai tristi e inutili tentativi dei sindaci delle maggiori città italiane per ridurre inquinamenti e stress. Naturalmente ho cercato di approfondire. Mi sono informato sui prezzi: andavano dai 1.700 yuan ( 170 euro) per un ciclomotore tipo il nostro vecchio Ciao, ai 2.800 yuan per maxiscooter molto belli e accessoriati. Prezzi molto più bassi per le biciclette elettriche, anch' esse diffusissime e tutte munite di targa. La velocità è di 40/ 50 chilometri l' ora e l' autonomia di 45 chilometri. La ricarica si fa in otto ore con un piccolo caricabatterie da casa. Il consumo è veramente irrisorio, poche decine di lire. Il fatto è che in Cina la gran disponibilità di carbon fossile, consente un costo molto basso del kilowatt. Ma, come mi hanno spiegato, la scelta del veicolo elettrico non dipende tanto dai costi quanto da una presa di coscienza generale, in un paese che soffre non poco per l' inquinamento delle centrali a carbone. Ma non sono solo questi i sintomi di un' attenzione ai problemi dell' ambiente in questa città nel sud ovest: nei gabinetti degli alberghi si usa solo acqua riciclata. E quasi ovunque il consumo di elettricità è controllato e limitato negli sprechi. Forse Chengdu mostra questa vocazione ecologista perché è la regione in cui vive il panda, il delizioso orsetto bianco e nero, emblema del Wwf, che qui appare ovunque, dalle statue nell' aeroporto e in città, alle decorazioni dei mezzi pubblici, nei manifesti e nei tabelloni pubblicitari. Ma forse anche perché in una fase di sviluppo così travolgente come quello che la Cina sta conoscendo, non è pensabile non tener conto dell' ambiente. Noi, quando lo capiremo?
Pratesi Fulco