Conclusa Vélo-City
dal nostro inviato
31 August, 2003
Le sale dei ricevimenti dell’Hotel de Ville di Parigi hanno ospitato le sessioni finali della conferenza internazionale VeloCity, che questa volta ha coinvolto rappresentanti e delegati di più di 300 città di 44 nazioni diverse: il cortile era pieno di bici, sotto gli affreschi le statue e gli stucchi delle sale si incontravano delegati di tutto il mondo. Il Sindaco di Parigi ha voluto in tutti i modi segnalare l’importanza che la sua amministrazione attribuisce al rilancio della bicicletta in città. A due anni di distanza dall’ultima volta che sono stato nella capitale francese , noto la differenza dell’era Delanoe. Piste, corsìe, segnali, semafori e comunque più bici in giro. L’assessore Verde al traffico Denis Baupin è orgoglioso di aver appena ottenuto da uno scettico consiglio comunale il via libera per una nuova quantità di corsie ciclabili contromano nelle strade che verranno messe a senso unico e a massimo 30 km/h per le auto. La conferenza è un crogiolo di idee e di scambi. Affollatissimo, per esempio, è stato il workshop tenuto dagli scandinavi su come incrementare l’uso della bici anche nelle avversità climatiche. La percentuale di chi resiste a usare la bici anche di inverno è più alta a Rovaniemi (paese di Babbo Natale) che a Helsinki, perché più facile organizzarsi nel grande freddo costante che negli alti e bassi in cui ci si bagna. Comunque “per la bici non esiste un tempo inadatto, caso mai sono i vestiti a essere inadatti”, ormai ci sono impermeabili perfetti. Tra le decine di incontri, quelli su come il commercio può essere beneficiato da un maggiore uso della bicicletta (Chambery) e sul possibile sviluppo dell’uso della bici in Africa. Stati Uniti, America Latina, Sudafrica sono per me la maggior sorpresa, perché si comincia a puntare sulla bici anche nelle città di tipo americano, quelle più estese e a minore densità. Andy Clarke di Washington mi spiega che anche nelle estese città di tipo americano almeno un quinto degli spostamenti in auto avviene per tragitti inferiori ai 3 kilometri che potrebbero essere benissimo percorsi in bici. E Portland (Oregon) è diventato il nuovo esempio di città che recupera ciclabilità. C’è un gran finale in cui l’assessore di Parigi dice che hanno creato corsie riservate per i bus di 4,5 metri (anziché 3) per farci passare anche le bici, il vice sindaco di Amsterdam racconta che hanno appena proibito ai motorini di usare le piste ciclabili e che stanno sperimentando il registro dlele bici per ostacolare i furti, l’assessora di Londra annuncia che per dare il buon esempio hanno già messo in bici un migliaio di poliziotti, il sindaco di Copenaghen proclama la sua città come la più ciclabile ma annuncia nuovi progressi. E il direttore del comitato interministeriale francese contro l’effetto serra esplicita la ragione più profonda di tutto questo interesse: che se è vero (come purtroppo è) che per salvare il pianeta bisogna più che dimezzare le emissioni, il ritorno della bicicletta gioca un ruolo decisivo.