LETTI PER VOI - Protocollo di Kyoto, il governo modifica il piano delle emissioni e l'Ue dice sì
La Commissione europea ha approvato il piano di emissioni di gas serra per il periodo 2005-2007 che l'Italia ha sottoposto a Bruxelles, come previsto dal Protocollo di Kyoto per la salvaguardia dell'ambiente - da Unità del 25.05.2005
25 May, 2005
<b>Il sì europeo arriva dopo che Roma ha apportato quelle modifiche al piano richieste dalla Commissione. In particolare «le autorità italiane hanno acconsentito ad abbassare in modo significativo» il numero totale di quote di emissioni “tagliando” 23 milioni di tonnellate di biossido di carbonio (il Co2) l'anno, cioè tagliando il 9% delle emissioni.</b>
Ma non è tutto l'Italia dovrà «notificare ulteriori dettagli» riguardo il piano e dovrà anche abbandonare il proposito di modificare «ex-post» le quote nazionali che invece devono essere stabilite «ex ante» sulla base di stime.
«Sono molto contento che l'Italia abbia accettato le nostre ragioni - ha commentato Stravos Dimas, commissario Ue all'Ambiente - e che abbia tagliato in modo significativo il numero di permessi che intende assegnare. Con l'eccezione delle due questioni ancora irrisolte, le modifiche apportate hanno reso il piano conforme alla direttiva europea sullo scambio di emissioni. In particolare ne trarranno beneficio le aziende italiane che potranno prendere parte allo scambio di emissioni, non appena il governo italiano abbia finalizzato il piano e assegnato i permessi».
«Il piano accettato è profondamente diverso da quello proposto - commenta il Ds Valerio Calzolaio - La commissione Ue ha giustamente costretto il governo Berlusconi a modificare 3 punti essenziali. L'Italia deve: a. ridurre le emissioni di anidride carbonica e gas serra più di quanto aveva proposto; b. rinunciare ad assegnare ulteriori quote a singole imprese a discrezione del governo; c. rispettare la prevista differenza fra nuovi i nuovi impianti e quelli già operanti».
E aggiunge: «Avevamo criticato il piano, presentato fra l'altro in ritardo, proprio per le ragioni oggi imposte dall'Europa. Il governo ha fatto arrivare l'Italia ultima fra tutti i Paesi europei e ha dovuto accettare il rispetto di principi già noti da più di un anno. Continua così la gestione distratta e superficiale dell'attuazione del protocollo di Kyoto, che potrebbe essere invece un'occasione di competitività e sviluppo sostenibili, e che così genera invece incertezza e confusione».
Il Protocollo di Kyoto è entrato definitivamente in vigore il 16 febbraio scorso per contrastare il previsto aumento della temperatura media del pianeta firmato da una serie di paesi nel 1992 a Rio de Janeiro. L’Italia si è dunque impegnata a ridurre le sue emissioni del 6,5% rispetto a quelle del 1990. Ma poiché, nel frattempo, le emissioni italiane di gas serra erano invece di diminuire aumentate del 9,9% (dati relativi al 2002), l’Italia dovrà diminuire dal 2008 di almeno il 16,5% le immissioni in atmosfera di anidride carbonica, metano e altri gas. Il piano per la riduzione delle immissioni doveva però prima passare al vaglio dell’Ue che, dopo le opportune modifiche, adesso ha detto sì.