Milano Le mani sotto la città
Il parcheggio di Sant´Ambrogio - da Repubblica del 30.05.2005
31 May, 2005
<b>Jacopo Gardella</b>
"Le mani sulla città" è il titolo di una drammatica pellicola che denunciava la selvaggia speculazione edilizia scatenatasi nel dopoguerra durante la ricostruzione delle città italiane. "Le mani sotto la città" (o meglio le mani nel sottosuolo della città) potrebbe essere il titolo da dare alla selvaggia proliferazione di parcheggi interrati, concessi ultimamente ai costruttori privati dal Comune di Milano. Piazza Meda, piazza Sant´Ambrogio, via Saffi, Largo V Alpini sono gli ultimi progetti in corso di realizzazione. Più scandaloso di tutti è il colossale parcheggio previsto sotto la Darsena di Porta Ticinese, del quale neanche il sensibile progetto-concorso di Angelo Torricelli (secondo classificato) riesce a riscattare la infausta collocazione, destinata a fare scempio di una straordinaria zona storico-monumentale.
I parcheggi interrati, contrabbandati come un servizio vitale per la popolazione, sono in realtà un colpo mortale per la città: vi attirano maggior flusso di automobili, aggravano il caos del traffico, peggiorano l´inquinamento acustico e atmosferico. Se è ormai considerato da tutti gli esperti una scelta logica, urgente, improrogabile l´adottare nella città un servizio di trasporti pubblici che sia generalizzato ed esclusivo, diventa un grave ed irrimediabile errore continuare a favorire l´incremento dei mezzi privati. Nuovi parcheggi possono avere un senso soltanto se destinati a posteggiare le auto personali dei residenti in zona; e liberare in tal modo le strade dalle lunghe file di veicoli in sosta. Ma i parcheggi programmati dal Comune, essendo in gran parte usati a rotazione, cioè a tempo determinato, non servono ai residenti, ma sono utili soltanto a quanti si spostano all´interno della città o vi arrivano dal di fuori, ostacolando pesantemente, con l´uso del proprio mezzo privato, il flusso del trasporto pubblico.
Si pensi al parcheggio sotterraneo di Largo V Alpini, le cui rampe, sboccando sulla circonvallazione delle ex mura spagnole, interferiscono con i mezzi pubblici e creano pericolosi ingorghi di traffico. Quando si sostiene la priorità del mezzo pubblico non ci si riferisce all´attuale sistema di trasporti milanese, del tutto indegno di una metropoli europea, ma si intende una organizzazione del trasporto cittadino che sia efficiente, attiva, veloce, funzionante; e che per essere tale venga allargata a due categorie di veicoli ancora oggi sotto utilizzati: taxi e biciclette. Se i taxi fossero meno costosi sarebbero accessibili anche ai viaggiatori meno abbienti, moltiplicherebbero il numero delle corse giornaliere e, con reciproco vantaggio sia dei conducenti sia dei clienti, aumenterebbero i loro incassi pur tenendo bassi i loro prezzi; sarebbero infine di grande aiuto al trasporto pubblico integrandolo là dove questo non ha possibilità o convenienza ad arrivare.
Se alle biciclette fosse riservata una rete di piste ciclabili, continua, ininterrotta ed estesa all´intero territorio urbano, il loro uso sarebbe di molto incrementato, con vantaggio generale per la circolazione stradale e con sensibile riduzione di inquinamento acustico e atmosferico. Poiché l´amministrazione del Comune di Milano non si è mai posto questo tipo di problemi appare tanto più irresponsabile, cieca, scriteriata la proliferazione di parcheggi sotterranei che ostinatamente si continuano a programmare.