Rifiuti elettronici: via alla raccolta
L'Italia recepisce la direttiva europea sulla raccolta e lo smaltimento dell'e-waste. Ad occuparsene dovranno essere produttori e distributori per un minimo di 4 kg/abitante. Cosa succederà?
03 June, 2005
<b>di Sergio Capelli</b>
E’ ormai ufficiale: l’Italia ha recepito la direttiva europea che impone la raccolta e il corretto smaltimento dei rifiuti elettronici, ed entro il 13 di agosto dovrà essere legge. Al momento, non esiste ancora una legge “definitiva”: il testo è stato approvato in prima lettura dal Parlamento, ed è stato mandato alla conferenza Stato Regioni per eventuali modifiche.
Cuore della legge un concetto base: saranno i produttori ed i distributori a farsi carico della raccolta e del corretto smaltimento dei rifiuti elettronici, come già avviene nel resto d’Europa. Il testo della legge prevede una raccolta pari al 25% entro il 2006. Ad oggi, la produzione di rifiuti elettronici è calcolata attorno ai 16 kg pro capite. Entro il 31.12.2006, quindi, i produttori dovranno garantire la raccolta di 4 kg di rifiuti elettronici per ogni cittadino italiano, rispetto ai 2 kg attualmente raccolti. “Ma questa metodologia “a peso” – ci dice Guido Viale, esperto rifiutologo – rischia di fare in modo che ci si concentri solo sui grossi elettrodomestici, trascurando gli prodotti che, spesso, contengono materiali estremamente pericolosi”.
Quale sarà la metodologia adottata per la raccolta?
Al momento dell’acquisto di un nuovo prodotto, il venditore avrà l’obbligo di ritirare gratuitamente quello vecchio. Ovvero, ad esempio, quando il cittadino comprerà un nuovo frigorifero, chi lo consegna sarà tenuto a ritirare il vecchio, qualora l’acquirente ne possegga uno di cui vuole disfarsi. Inoltre è prevista l’istituzione di un’area dedicata alla raccolta di questo tipo di rifiuti in tutti i comuni italiani.
Insomma: obiettivi ambiziosi, e tempi ristretti. Cosa succederà? Ne parliamo con due esperti…