I calzoni corti come scelta ecologica
06 June, 2005
Ancora poco conosciuta e non ovunque celebrata, oggi 5 giugno è la giornata mondiale dell’ambiente. E’ una data delle Nazioni, Unite e in particolare della loro rete ambientale, l’Unep che ha sede a Nairobi. In questa data i comuni di Torino e Roma hanno deciso di svolgere una domenica ecologica, una di quelle parziali in cui si libera dalle auto il centro storico. Sarebbe bello e anzi necessario rendere più stabile questa invenzione italiana della domenica a piedi. Ma oggi ci occupiamo innanzitutto dei risvolti della clamorosa ma semplice decisione del governo giapponese di alzare a 28 gradi i termostati degli uffici per risparmiare sui condizionatori d’aria. Per risparmiare non tanto quattrini, quanto emissioni di CO2 necessarie a produrre l’energia che fa andare i condizionatori.
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La notizia è stata data da noi come appello del Primo Ministro ai dipendenti pubblici a togliersi d’estate la giacca e la cravatta e a indossare una più fresca e leggera camicia, che ha già un suo nome, i suoi stilisti, il suo mercato. Nella disciplinata società giapponese l’appello diventa un ordine, tanto più che negli uffici farà più caldo. Finora la temperatura media a cui li tenevano i condizionatori era di 25 gradi. 28 non sono pochi. Nei testi di qualche anno fa sull’argomento si usava dire che la temperatura ideale estiva negli interni sarebbe tra i 23 e i 27 gradi purchè l’umidità sia bassa. Quando ho visto la notizia giapponese ho subito pensato al professor Lorenzo Pagliano del Politecnico di Milano che già nel 2003 citava l’abbigliamento leggero e informale tra le misure da prendere per il risparmio energetico estivo, e che coerentemente andava a lavorare in pantaloni corti. Ora l’ ho rintracciato alla conferenza in corso in Francia organizzata dal Consiglio Europeo Per un’Economia Energeticamente Efficiente (www.eceee.org). Qui anche i professori sessantenni partecipano ai lavori in calzoni corti. Ed ecco cosa sta emergendo dai lavori della conferenza: una serie di attivita’ di ricerca condotte in modo coordinato in Europa, Stati Uniti e Asia (incluse 21000 interviste) ha portato a concludere che la temperatura preferita dagli occupanti di edifici reali in estate dipende dalla media delle temperature dell’aria esterna nei tre giorni precedenti. Sostanzialmente la temperatura interna a cui gli occupanti dichiarano di essere in condizioni di comfort, cresce al crescere della temperatura esterna, grazie a meccanismi di adattamento metabolico e fisiologico, e adattamenti di comportamento e di vestiario. Questa correlazione, descritta tecnicamente col termine “comfort adattativo”, sara’ inclusa nelle nuove Norme Europeee in preparazione nell’ambito dell’applicazione della Direttiva Edifici, che entrera’ in vigore il 1 gennaio 2006. In queste norme, in parallelo al metodo tradizionale di definire il comfort estivo che prevede un a temperatura interna fissa, indipendente dal luogo e situazione climatica, verra’ introdotto anche questo nuovo modello di comfort che prevede viceversa di fare salire la temperatura interna al crescere di quella esterna, in modo da mantenere circa costante la differenza tra interno ed esterno.(Massimo cinque gradi di differenza, salvo casi eccezionali) Questo metodo funziona particolarmente bene se gli occupanti dell’edificio possono adattare la propria situazione individuale attraverso il controllo delle finestre e protezioni solari, l’uso di ventilatori a soffitto e un “codice di abbigliamento flessibile”(casual dressing code). Troppo rigida quindi la decisione giapponese sui 28 gradi, ottima l’idea di dimettere giacca e cravatta. Oltre a rispondere alle piu’ recenti informazioni sulla nostre sensazioni di comfort, questo metodo consente di evitare sbalzi di temperatura sgradevoli, e di risparmiare una notevole quantita’ di energia per il raffrescamento dell’edificio. Per saperne di più – anche sui progetti di ricerca europei Keepcool e Passive-On, che stanno predisponendo strumenti per la progettazione di comfort estivo a basso o nullo consumo energetico – consultate www.eerg.it o scrivete a lorenzo.pagliano@polimi.it.
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E’ immaginabile che tra poco un capo di governo europeo inviti dirigenti e impiegati a lavorare d’estate coi calzoni corti. Può essere il lato divertente di una questione serissima. Ovvero: non è possibile contrastare l’effetto serra e uscire dalla civiltà del petrolio soltanto con riforme e innovazioni tecniche. Occorre cambiare nello stile di vita.