LETTI PER VOI - Sacchetti: Passo falso?
Coop presenta nuovi shoppers per la spesa degradabili. Ambientalisti molto perplessi: "Ci aspettavamo altro" - da Ecosportello.org
06 June, 2005
La Coop ha presentato oggi i nuovi sacchetti per la spesa. L’azienda ne metterà sul mercato 250 milioni di esemplari all’anno negli oltre 1.000 punti vendita. Si tratta di shoppers in plastica degradabili. Cioè dopo 36 mesi, ha informato oggi il colosso della grande distribuzione durante una conferenza stampa, si degraderanno, scomparendo alla vista.
Come? Grazie alla presenza di additivi, cioè di metalli detti in gergo di transizione. Un elemento che preoccupa gli ambientalisti che hanno già avuto modo di criticare la scelta. Inoltre c’è il rischio che i consumatori facciano confusione utilizzando tali sacchetti per raccogliere la frazione organica dei rifiuti laddove è attivata la raccolta differenziata degli scarti di cucina.
“Tali sacchetti - rileva Ecosportello News, quindicinale di Legambiente sulla raccolta differenziata -, non sono compostabili, perché non sono conformi alla norma armonizzata En 1342 applicata in tutti i paesi europei. Un riferimento – spiega ancora Ecosportello News - messo a punto per individuare in modo rigoroso i sacchetti biodegradabili e compostabili dopo la confusione che ha regnato per circa un decennio durante gli anni Ottanta su cosa fosse realmente biodegradabile e cosa no.”
Gli ambientalisti pensano che il sacchetto degradabile possa essere accolto dai consumatori più sbadati e negligenti come un invito implicito ad abbandonarlo nell'ambiente. "E' bene ricordare - sottolinea ancora il quindicinale - che anche se dopo un po' si degrada, nel manufatto vi sono additivi che è bene comunque non disperdere nell'ambiente".
"Il sacchetto è composto di polimeri e metalli. Anche se lo shopper dopo un po' scompare alla vista, queste componenti rimangono nell'ambiente", ammonisce Lucia Venturi, responsabile scientifica di Legambiente.
"Avremmo preferito maggior attenzione da parte di Coop - continua Venturi -, soprattutto per l'impegno dimostrato in questi anni anche per quel che riguarda gli interventi di riduzione dei rifiuti. Avremmo preferito che l'azienda puntasse su sacchetti realmente biodegradabili, sarebbe stato anche un bell'incentivo alla raccolta differenziata".
Infatti lo stesso Tassinari, presidente di Coop Italia, ha ricordato l’impegno dell’azienda nella riduzione dei rifiuti (“nel 2004 una riduzione di 350 tonnellate di materiale e 850 tonnellate di plastica avviate al riciclo”).
L’iniziativa turba anche Greenpeace, che chiede di mettere al bando i sacchetti di plastica non biodegradabili. “Sostenere l'utilizzo dei sacchetti, seppure come ha proposto la Coop, di una plastica speciale che subirebbe un processo di degradazione non ancora ben chiaro e validato, significa deresponsabilizzare il consumatore che sarà portato magari a incrementarne l'uso. La presenza di additivi rilasciati in ambiente una volta che i sacchetti saranno smaltiti in discarica o bruciati è ugualmente preoccupante”, afferma Roberto Ferrigno, di Greenpeace Italia.
“Conduciamo numerose battaglie con la Coop – aggiunge Ferrigno -, ma questa scelta ci lascia perplessi. Sui sacchetti di plastica crediamo che vadano percorse altre strade: il bando come obiettivo ultimo e una tassazione seria, che riesca davvero a fungere come deterrente. L'Irlanda, con una tassa sui sacchetti di plastica, ne ha diminuito l'uso del 90% in un anno, guadagnando 12,6 milioni di euro destinati al riciclaggio” afferma Ferrigno.