Senza quorum sui rifiuti
In Sardegna non passa il referendum sul divieto di importazione degli scarti industriali, abbinato a quello sulla fecondazione assistita del 12 e 13 giugno - da Ecosportello News del 20.06.2005
20 June, 2005
In Sardegna non passa il referendum sul divieto di importazione dei rifiuti industriali, abbinato a quello sulla fecondazione assistita che si è svolto il 12 e il 13 giugno scorsi. Inutili le 16 mila firme raccolte dal comitato promotore per l'abrogazione della legge n.8 del giugno 2001.
La percentuale dei votanti si è fermata al 26,49 contro il 33,33 più uno necessario per la validità. La maggioranza di centrosinistra promette che l'Isola non si trasformerà in una "pattumiera" di scorie extra-regionali e che la spinosa questione del lavoro coniugato allo sviluppo sostenibile verrà presto regolata da una legge ad hoc dell'Assemblea sarda.
La campagna referendaria è stata aspra, e non poteva essere diversamente, tanto più che il territorio investito dai possibili effetti del referendum è quello del Sulcis, messo in ginocchio dalla crisi industriale: qui ha sede la Portovesme srl, l'azienda che lavora i fumi di acciaieria (le cosiddette scorie importate) per produrre piombo e zinco, e che ha minacciato la chiusura con l'espulsione di 1500 lavoratori in caso di vittoria dei sì.
Ed è lo stesso territorio che ha già pagato un prezzo pesante in termini ambientali, ma anche di salute dei cittadini, per il suo passato minerario, per la presenza di industrie potenzialmente inquinanti e la concentrazione di servitù militari - con in testa il Poligono di Capo Teulada - ora al centro di un braccio di ferro tra la Regione e il Governo.