Il metano per Kyoto va benino
Il resoconto del seminario dell'ISSI - Comunicato stampa del 06.06.2005
06 July, 2005
<b>Riprendere la strada per Kyoto.
Il ruolo del gas naturale</b>
Il seminario nazionale dell¹Istituto Sviluppo Sostenibile Italia (ISSI), tenutosi oggi a Roma presso il Centro Congressi Cavour, ha fatto il punto dei diversi aspetti ¬ ambientali, economici e strategici ¬ del gas naturale.
La relazione introduttiva di <b>Giuseppe Onufrio</b> ¬ direttore dell¹ISSI - ha fatto un bilancio delle emissioni in atmosfera ¬ sia di gas a effetto serra che di altri inquinanti ¬ tra ciclo di produzione di elettricità da gas del gas e ciclo di produzione dal carbone. Considerando le tecnologie migliori disponibili sul mercato, il peso ambientale del gas è di circa la metà di quello del carbone per le emissioni di gas a effetto serra, la cui riduzione è prevista dal Protocollo di Kyoto. Se invece si considerano anche gli altri inquinanti, il peso del gas è di circa un terzo di quello del carbone, a parità di energia prodotta e diventa di un quinto (il 20%) se si fa il confronto con i vecchi impianti a carbone. ³In questo contesto, l¹utilizzo del gas naturale liquefatto (GNL) considerati i nuovi impianti non ha un peso ambientale diverso da quello da gasdotto da distanze medio-lunghe se si considerano le emissioni di gas serra², ³è necessario un mix di gas naturale usato ad alta efficienza, fonti rinnovabili e soprattutto risparmio ed efficienza negli usi finali, vera e propria risorsa energetica i cui investimenti andrebbero riconosciuti pienamente nella tariffa² ha concluso Giuseppe Onufrio.
Sugli scenari di maggiore espansione del gas naturale ¬ il cui costo monetario per unità di energia è inferiore a quello del petrolio ¬ si è soffermato <b>Edgardo Curcio</b>, Presidente dell¹Associazione degli economisti dell¹energia (AIEE). La rilevanza potenziale dell¹uso del metano come possibile sostituto di benzina e gasolio è stato evidenziato sia in termini economici che ambientali.
Gli interventi di fonte industriale sono stati quelli di <b>Franco Fassio</b> (BG Italia) che ha illustrato sia le attività del gruppo che i progetto in corso al porto di Brindisi, che ospiterà meno della metà delle navi metaniere che sbarcano annualmente a Barcelona in Spagna. Il porto spagnolo ha un flusso marittimo totale il doppio di quello brindisino avendo questo un¹ingresso del porto di un quarto inferiore. Le stime del peso ambientale del ciclo di liquefazione e rigassificazione sono tra le più basse sia per la vicinanza che anche per la qualità del gas egiziano che verrà importato. <b>Gianfilippo Mancini</b> di ENEL Trade ha ricordato il forte impegno del gruppo nei cicli combinati a gas e sulle rinnovabili e allo stesso tempo l¹impegno sulle nuove tecnologie di utilizzo del carbone giudicato elemento strategico ed economico del gruppo. Roberto Potì di Edison ha illustrato l¹impegno nel gasdotto che dall¹Algeria dovrebbe passare in Sardegna e poi in Toscana, il gasdotto che dalle ex repubbliche sovietiche passerà dalla Grecia per essere integrato nella rete italiana, e il terminale GNL a Rovigo.
<b>Gianni Silvestrini</b>, Direttore del Kyoto Club, ha ricordato come gli impegni del Protocollo di Kyoto non si esauriscono al 2012 e che già oggi il costo dei permessi di emissione è salito oltre i 26 $/tonnellata raddoppiando in pochi mesi e che rende la scelta del carbone miope se si pensa che l¹UE ha deciso un impegno di riduzione del 15-30% al 2020. <b>Davide Tabarelli</b> del RIE di Bologna ha evidenziato la crisi energetica che sta facendo salire i prezzi di tutte le fonti di energia e il forte aumento dei consumi di petrolio; in questo quadro una politica di ricorso al gas naturale è indispensabile e dunque importante diversificare le aree di approvvigionamento ma anche avere una politica energetica adeguata. Paolo Vettori di Federmetano ha messo in evidenza i ritardi di una politica di incentivazione degli autoveicoli a metano a fronte di un obiettivo europeo del 10% che significherebbe circa 3,5 milioni di veicoli in Italia quasi 10 volte l¹attuale numero. Il settore dei Bus a metano invece sta finalmente decollando con il 90% delle nuove immatricolazioni.
La tavola rotonda è stata presieduta da <b>Edo Ronchi</b>, presidente dell'ISSI che ha evidenziato ¬ citando studi recenti - la opacità del sistema di formazione dei prezzi nel settore elettrico, una specie di abuso delle posizioni dominanti sul mercato, che richiederebbe invece la massima trasparenza, e i poteri insufficienti dati all¹Autorità dell¹energia elettrica e del gas. Il ruolo del gas naturale è essenziale per riprendere la strada di Kyoto ma insufficiente da solo: manca una politica del governo coerente e l¹obiettivo italiano ¬ fissato quando era Ministro dell¹Ambiente ¬ è solo lievemente superiore a quello che sarebbe toccato (-6,5% contro circa 5%). La dinamica delle emissioni italiane (+12% sul 1990) è tale da non lasciare spazio a discussioni accademiche sull¹obiettivo quantitativo.
<b>Francesco Ferrante</b>, direttore di Legambiente, nel concordare con l¹analisi di Edo Ronchi ha aggiunto che la diversificazione degli approvvigionamenti di gas è un elemento importante ma che manca una pianificazione energetica senza la quale è difficile valutare le politiche delle diverse aziende energetiche; l¹opposizione locale è a volte motivata dall¹esasperazione dovuta alle troppe promesse mancate di ambientalizzare i poli energetici, come accade nel caso di Brindisi e di altri.
<b>Marina Penna</b> del Ministero ambiente ha evidenziato le connessioni tra le politiche per Kyoto e le politiche ambientali in generale: l¹uso del gas nei trasporti potenzialmente rilevante avrebbe effetti molto positivi anche sulle concentrazioni di particolato fine, emergenza in tutte le città italiane. Occorre però risolvere nodi strutturali e organizzativi che richiedono politiche di più largo respiro. <b>Giacomo Berni</b> della CGIL ha sollevato la questione occupazionale che rischia di essere un problema nella fase di ristrutturazione del mercato elettrico. Concorda con Ronchi sull¹opacità delle informazioni e sugli scarsi poteri attribuiti all¹Autorità dell¹energia e del gas. Le possibilità di occupazione delle politiche di efficienza e risparmio diventano cruciali per mantenere buoni livelli occupazionali.
Mariagrazia Midulla del WWF è intervenuta spiegando che le posizioni degli ambientalisti più critiche rispetto alla localizzazione di nuovi impianti è frutto anche della mancanza di un quadro generale ¬ rispetto a cui c¹è un eccesso di proposte di nuovi impianti - e di una pianificazione che consenta di fare una valutazione ambientale delle politiche. Se ci fosse una pianificazione con obiettivi chiari, anche l¹atteggiamento degli ambientalisti potrebbe cambiare.