Sindaci Usa fanno causa al governo per l'effetto serra
Giudice di San Francisco apre il procedimento - da Repubblica.it
28 August, 2005
Per la prima volta un giudice autorizza la causa di ecologisti
e città degli Stati Uniti contro le politiche ambientali
La Casa Bianca a processo
"Colpevole per l'effetto serra"
Sotto accusa due agenzie federali per aver finanziato progetti energetici che avrebbero prodotto l'8 per cento delle emissioni
di RICCARDO STAGLIANÒ
Adesso tocca a Washington dimostrare, se ce la fa, che l'effetto serra non esiste. Perché un giudice federale ha detto, ed è la prima volta, che il governo può essere portato in tribunale per il suo contributo al surriscaldamento del pianeta. E così due gruppi ecologisti e quattro città americane, in rappresentanza dei cittadini, potranno andare avanti nella loro causa con la quale chiedono un risarcimento danni all'amministrazione Bush per le conseguenze nefaste delle loro politiche energetiche sul clima. Non solo statunitense perché, come ha rimarcato il direttore delle ricerche di Greenpeace Kert Davies, "l'inquinamento da global warming non conosce confini".
Gli ecologisti di Greenpeace e Friends of the Earth da una parte e gli amministratori delle californiane Oakland, Santa Monica, Arcata e la sciistica Boulder in Colorado festeggiano la vittoria. Di una prima battaglia di una guerra lunga e impari perché, dal presidente in giù, di sacrificare l'economia per l'ambiente alla Casa Bianca sembrano non volerne sapere. Jeffrey White, il giudice di San Francisco che ha dato ragione ai ricorrenti, si è limitato a dire per il momento che la loro pretesa di citare per danni le due agenzie federali che finanziano per miliardi di dollari progetti energetici all'estero sta in piedi, è legalmente sensata. Adesso si dovrà provare che, ad esempio, l'impianto petrolifero al largo delle isole russe di Sakhalin o l'oleodotto che, lungo mille chilometri, collega il Ciad al Camerun, contribuiscono al peggioramento del clima. E, dal momento che entrambe le attività sono tra le tante finanziate dalla Overseas Private Investment Corporation e dalla Export-Import Bank (i cui presidenti sono nominati direttamente da Bush) con soldi dei contribuenti statunitensi, si possa chieder loro conto di ciò che fanno. E magari obbligarli a condurre studi di impatto ambientale e puntare su fonti energetiche più pulite.
Per Greenpeace e soci il dubbio non sussiste, e danno cifre molto circostanziate. Avendo finanziato progetti all'estero per circa 32 miliardi di dollari nel periodo '92-2002, sostiene l'esposto, sono stati responsabili di oltre 2,1 miliardi di tonnellate all'anno di diossido di carbonio e di emissioni di metano, ovvero l'8% dei gas serra mondiali e un terzo di quelli americani. Un guasto prodotto a migliaia di chilometri da casa ma "che fa male ai cittadini di Oakland e a ogni persona di questo paese" ha dichiarato il sindaco Jerry Brown al San Francisco Chronicle, dettagliando come il surriscaldamento metta a rischio le riserve d'acqua, la qualità dell'aria, la probabilità di incendi e alluvioni, soprattutto nell'area dell'aeroporto della città.
Ma non è questione di preoccupazioni campanilistiche, di costa ovest contro est. Nei giorni scorsi, infatti, per supplire al rifiuto della Casa Bianca di ratificare il protocollo di Kyoto - e il conseguente impegno a ridurre del 5,2% i gas inquinanti tra 2008 e 2012 - nove Stati nel nordest hanno dato l'esempio. New York e Massachusetts, tra gli altri, hanno firmato un accordo per diminuire le emissioni di anidride carbonica del 10% entro il 2020.
Proprio negli stessi giorni in cui, grazie alle rivelazioni del Washington Post, si apprendeva che il tanto contestato quanto fortissimamente voluto da Bush neo-ambasciatore John Bolton aveva presentato all'Onu il suo programma per il vertice di metà settembre, quando si discuterà del piano di riforma delle Nazioni Unite. Tra i 750 emendamenti spicca, appunto, quello di far fuori le misure anti-effetto serra.