Provvedimenti antismog, Il richiao dell'Europa
- Corriere della Sera del 11.09.2005
12 September, 2005
L'apertura della procedura d'infrazione contro l'Italia da parte dell'Unione Europea per il mancato rispetto dei limiti all'inquinamento da polveri sottili in Lombardia rappresenta in primo luogo una conferma della insostenibilità della situazione attuale. E' realistico prevedere che nel 2005 i limiti di concentrazione di 50 microgrammi al metro cubo - che le norme comunitarie consentono di superare al massimo per 35 giorni all'anno - risultino invece superati un giorno su tre. L'iniziativa della Commissione europea costituisce quindi la migliore garanzia affinché il problema dell'inquinamento atmosferico sia finalmente affrontato con mezzi e determinazione adeguati. La «pistola alla tempia» costituita dal rischio di una pesante sanzione economica, oltre che morale, ha del resto già consentito la realizzazione in tempi record del sistema depurativo milanese. Potrebbe dunque funzionare anche per ridurre l'inquinamento atmosferico.
Un primo risultato c'è già: proprio per adeguarsi alle norme comunitarie nel mese di agosto la giunta regionale ha per la prima volta elaborato un piano di misure strutturali (cioè non legate alle sole situazioni di emergenza) con una proiezione quinquennale per migliorare la qualità dell'aria ed in particolare ridurre del 50% le emissioni di polveri sottili. Il piano comprende un insieme di azioni ordinate per priorità che riguardano il traffico, gli impianti industriali, il risparmio energetico (in ambito civile ed industriale) e l'agricoltura.
Il piano regionale è certamente perfettibile. Tra l'altro richiederebbe una quantificazione anno per anno degli obiettivi raggiungibili attraverso ciascuna misura. Dovrebbe prevedere delle scadenze precise oltre le quali non consentire la circolazione dei mezzi più inquinanti. Potrebbe comprendere un più ampio ricorso a strumenti economici (ad esempio mediante la creazione di mercati di permessi di emissione, oltre al «road pricing»). L'impianto generale è comunque fondato e credibile.
L'assessore Zambetti e la sua struttura, a cui va il merito di averlo elaborato, non dovranno mancare di coraggio e perseveranza per realizzarlo, visti anche i costi a carico del bilancio regionale (600 milioni di euro) e le possibili resistenze e richieste dilatorie da parte delle categorie interessate. La minaccia sanzionatoria e il controllo sull'attuazione del piano da parte delle istituzioni comunitarie costituiscono dunque una buona notizia.
Iefe-Università Bocconi