Salva-Ilva, Corte Costituzionale: l’udienza pubblica il 9 aprile
Saranno discusse le ordinanze del gip e del tribunale del Riesame di Taranto che sollevano la questione di legittimità costituzionale sulla legge salva-Ilva. Invece per il 12 marzo sarà prevista l'udienza dinanzi al tribunale del Riesame sul ricorso presentato dall'Ilva contro l'ordinanza del gip Todisco che ha disposto la vendita dell’acciaio sequestrato
27 February, 2013
E' stata fissata per il 9 aprile l'udienza pubblica in Corte Costituzionale in cui saranno discusse le ordinanze del gip e del tribunale del Riesame di Taranto con cui viene sollevata questione di legittimità costituzionale sulla legge salva-Ilva. Oltre, ovviamente, all'Avvocatura dello Stato in rappresentanza del governo, anche il gruppo siderurgico si e' costituito nel giudizio di costituzionalità della legge, attraverso i propri avvocati.
Per il 12 marzo sarà prevista l'udienza dinanzi al tribunale del Riesame sul ricorso presentato dall'Ilva contro l'ordinanza del 14 febbraio del gip Todisco, che ha disposto la vendita dei prodotti sequestrati il 26 novembre scorso, per evitare il loro deterioramento, vincolando vincolando il ricavato della vendita di questi beni in un conto bloccato a disposizione dei magistrati in attesa di futura sentenza senza che nulla del ricavato possa essere utilizzato per l’attuazione dell’AIA. Nella stessa udienza il tribunale tratterà anche il ricorso dei legali di Nicola Riva, agli arresti domiciliari, contro il rigetto da parte del gip dell'istanza di revoca degli arresti.
Ilva motiva l’istanza presentata come una violazione all’articolo 1 del DL 207/2012, convertito poi nella legge 231 del 2012, che prescrive sia il diritto all’esercizio di impresa che la commercializzazione da parte dell’azienda di beni sequestrati.
Nella richiesta di annullamento, Ilva fa riferimento inoltre alla violazione dell’articolo 260 comma 3 del codice di procedura penale, relativo alla conservazione dei beni sequestrati, non ravvisando l’urgenza del provvedimento in considerazione dell’ormai prossimo pronunciamento della Corte costituzionale e avendo la Procura aspettato oltre due mesi e mezzo prima di chiedere il Provvedimento. Infine i legali della Società hanno addotto vizi di motivazione in merito alla valutazione dei beni da parte dei Custodi.