Rapporto IRES Piemonte 2013: bene le rinnovabili, ma i "green job" si fermano al 4%
Presentato il rapporto regionale sulla green economy. Il Piemonte è la prima regione italiana per la spesa privata in ricerca e sviluppo e la seconda dopo la Lombardia per l’utilizzo delle detrazioni del 55%. I "green job", però, non rappresentano più del 4% dei nuovi avviamenti al lavoro
15 March, 2013
E' stato presentato dall'IRES, istituto di ricerche economico-sociali della Regione Piemonte, il rapporto 2013 "La Green Economy in Piemonte". Il dossier prende in esame una ventina di indicatori e traccia il profilo ecologico della nostra regione.
"Nel contesto nazionale il Piemonte -si legge nella presentazione del rapporto- si presenta come una regione con una struttura produttiva che evidenzia in generale degli andamenti di ecoefficienza sia economica che occupazionale migliori del resto dell’Italia e del tutto comparabili con quelle delle regioni più importanti del Nord del paese". L’economia piemontese nel suo insieme ha un’ecoefficienza pari a 2,86 euro/kg, che risulta superiore a quella media dell’Italia (2,42 euro/kg) e delle altre regioni, con l’eccezione della Lombardia che tocca i 3,43 euro/kg. All’interno di questa situazione alcuni settori, in particolare quello dell’Industria in senso stretto, dei Trasporti e delle Costruzioni appaiono maggiormente performanti mentre l’Agricoltura presenta un quadro generale di forte impatto.
Pubblichiamo di seguito alcuni dei dati più significativi contenuti nel rapporto IRES 2013.
ENERGIA
Il Piemonte appare in prima linea: dopo la Lombardia è la regione che ha maggiormente contribuito all’utilizzo del 55% delle detrazioni fiscali per la riqualificazione degli edifici.
L’obiettivo dell’accrescimento dell’energia da fonti rinnovabili è stato raggiunto con otto anni di anticipo, grazie soprattutto al fotovoltaico. La situazione del Piemonte emerge con particolare forza tanto da spingere la Regione a migliorare del 10% l’obiettivo del 15%, al 2020, proposto dal Governo nazionale, soprattutto nella produzione termica. In questo comparto il Piemonte, come è scritto nel capitolo sull’energia e le fonti energetiche rinnovabili (FER) del rapporto, “spicca decisamente nel quadro nazionale come la regione che, al momento, ricorre maggiormente alle FER in termini assoluti” mentre buoni risultati sta ottenendo anche nei consumi elettrici, legati sia a una espansione del solare che al riammodernamento (repowering) dell’idroelettrico.
INNOVAZIONE
Per quanto riguarda la strategia Smart occorre sottolineare che il Piemonte si presenta nel contesto nazionale come una regione orientata alla innovazione e piuttosto efficiente. È la prima regione italiana per la spesa privata in Ricerca e Sviluppo, pari all’1,42% del PIL contro una media nazionale dello 0,65%; ben l’84% delle imprese dispone di banda larga al 2010; è la prima negli investimenti per l’innovazione nel settore manifatturiero; è tra le regioni leader europee per quanto riguarda il deposito di brevetti (all’Ufficio Europeo), con 90 brevetti per milione di abitanti su una media nazionale pari a 65; è tra le prime dieci regioni europee per la quota percentuale di occupazione nei settori hi-tech del manifatturiero; presenta una bilancia tecnologica fortemente positiva, con un export tecnologico pari a quasi il triplo dei pagamenti. Last but not least, gli investimenti pubblici alimentano da decenni l’innovazione dei Parchi scientifici e tecnologici e dei Poli di innovazione, che danno al sistema delle imprese idee e progetti anche grazie a numerosi incubatori e alla creazione di un sistema di disseminazione del trasferimento tecnologico, collegato con le due Università e il Politecnico.
OCCUPAZIONE GREEN
L’occupazione è forse la componente più importante per definire l’importanza di un cluster produttivo innovativo. Per quanto riguarda l’Italia si stima che sul totale dei 600.000 nuovi posti di lavoro conferiti nel 2011 circa 227.000 (più di un terzo) riguardano figure legate al mondo green in “senso ampio” e 97.000 (un sesto) ancor più direttamente al settore in “senso stretto”. In generale la crescita dei greenjob nel periodo di crisi è sorprendente, nel 2011 è del 23,5%, a fronte di una flessione nelle assunzioni di altre professioni pari a -9%.
In Piemonte sia le percentuali che le dinamiche sono di minore entità e la differenza sembra in gran parte derivare dalla forte presenza industriale e dalla propensione a collocare le nuove attività entro vecchi profili professionali. I dati degli avviamenti al lavoro nel periodo 2008-2011 registrano un 4% di green job, si tratta di oltre 8.000 addetti, in più di 1.500 imprese. La dinamica della crisi inoltre sembra colpire queste figure professionali, a differenza di quanto si sostiene per la nazione, sebbene in minore misura. Le assunzioni “green” riguardano in Piemonte prevalentemente l’Agricoltura (34,3%), i Servizi alle Imprese (18,3%), i Servizi alla Persona (9,8%) e la Trasformazione industriale (11,1%). Nel complesso, secondo i dati Eco-impresa di Ambiente-Italia, si contano, al 2011, circa 1.300 eco-imprese diffuse su tutto il territorio, con un fatturato di 2,6 miliardi di euro e 33.000 addetti, distribuite nelle diverse province (Torino 45%, Cuneo 20%, Alessandria 9%, Novara 8%, Biella 6%, Asti 5%, Vercelli 4% e V.C.O. 3%). Si tratta di imprese di piccola dimensione: su un campione di 600 imprese analizzate, il 73% conta meno di 10 impiegati, il 21% tra gli 11 e i 50, solo il 6% più di 50. Quasi la metà (49%) sono concentrate nel settore energia, con il solare che rappresenta il 76%; seguono quelle del trattamento di rifiuti (19%) e dell’acqua (12%), aria (10%) e ricerca e sviluppo (9%).
TRASPORTI
Il sistema di traffico stradale è giunto, come sostengono molti osservatori, a maturità. Esso esprime il portato dell’attuale organizzazione territoriale e dei suoi più problematici esiti relativi, ancora una volta, allo sprawl urbano nonché alle emissioni di CO2 derivanti dalla movimentazione veicolare leggera e pesante. Anche questo è un problema italiano e un grave problema regionale. Le emissioni di CO2 del Piemonte nei trasporti è in linea con il dato nazionale (il 27% delle emissioni totali). La domanda di trasporto, che si orienta nella sua quasi totalità sul modo privato, genera in Piemonte un volume di traffico autoveicolare leggero stimato in 67 milioni di veicoli-km/giorno (vkm/g), che si sviluppa per il 27% sulla rete autostradale e per il restante 73% su quella ordinaria (26% primaria, 34% secondaria, 13% locale). Come è scritto nel rapporto “quasi metà delle percorrenze veicolari si sviluppa entro la Provincia di Torino, mentre all’esterno si osserva una certa concentrazione nelle Province di Alessandria (14%), Cuneo (12%) e Novara (11%), con limitate quote imputabili soprattutto alla Provincia di Biella ed al V.C.O.”.
È interessante osservare che ipotizzando un aumento di costo della benzina a 2 euro (rispetto al dato base 2007) la contrazione dei volumi di traffico è pari solo al 3%. Ciò indica che la contrazione del 12% avvenuta dal 2010 al 2011, secondo i dati di Traffic Scorecard di Inrix, dipende in grandissima misura dalla crisi (e dalla conseguente diminuzione dei flussi per lavoro) più che dal costo del carburante (che agisce su una domanda piuttosto rigida). Le emissioni di CO2 di tale traffico vengono stimate in circa 13.750 t/giorno, in Piemonte, con una distribuzione che tende ad addensarsi nell’area metropolitana torinese e nell’intorno dei principali corridoi autostradali. Ipotizzando uno scenario solo di sostituzione del parco veicolare e imponendo i valori target previsti le emissioni di CO2, grazie alle nuove tecnologie verdi, possono essere stimate a 9.330 t/giorno nel 2020, un terzo in meno della situazione attuale.