Milano, sciopero venerdì 22, sospesa AreaC
Venerdì 22 marzo a Milano per lo sciopero nazionale dei mezzi pubblici, sospesa tutto il giorno la congestion charge. Attivo invece il divieto di transito nella Ztl Cerchia dei Bastioni per i veicoli oltre i 7,5 metri. Lo sciopero coinvolgerà ATM dalle 8.45 alle 15 e dalle 18.00 in poi. Regolare salvo eccezioni Trenitalia, Trenord garantisce solo le fasce 6-9 e 18-21
21 March, 2013
Colpirà Milano e provincia a macchia di leopardo lo sciopero di venerdì 22 marzo dei sindacati di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Trasporti. L’agitazione nazionale è definita contro la “notevole incertezza sulle risorse finanziarie previste per il settore trasporti” e per smuovere “la vertenza contrattuale che non ha ancora registrato i necessari passi avanti”.
Per l’agitazione ATM prevista a Milano dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio, il Comune ha deciso di sospendere il provvedimento Area C per tutta la giornata, mentre resta attivo il divieto di accesso e circolazione all’interno della Ztl Cerchia dei Bastioni per i veicoli di lunghezza superiore a 7,5 metri.
Più incerta la situazione del trasporto ferroviario, poiché la circolazione dei treni dovrebbe essere regolare sulle linee gestite da Trenitalia, ma con possibili modifiche sulle linee suburbane S1, S2, S13 (Passante) e S9, mentre Trenord “garantirà solo i servizi minimi dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21”. Verranno effettuate corse di autobus sostitutive solo per il servizio Malpensa Express per i collegamenti aeroporto - Cadorna e Porta Garibaldi.
Nel comunicato rilasciato dai sindacati per spiegare le ragioni dello sciopero, si legge come “malgrado l’istituzione dal primo gennaio di un Fondo nazionale dedicato al finanziamento del trasporto locale che dovrebbe stabilizzare per il triennio 2013-2015 i trasferimenti statali già previsti nel precedente biennio, rimane tuttora indefinita la destinazione da parte delle Regioni delle risorse finanziarie di loro pertinenza, che rappresentano oltre il 22 per cento del totale. Ossia un miliardo e mezzo di euro su un totale di poco più di sei miliardi l’anno”.