Legambiente e Altraeconomia: "Il businesse dell'acqua in bottiglia vale oltre 2 miliardi"
168 società si dividono il fatturato dell'acqua imbottigliata: il dossier del mensile economico e dell'associazione ambientalista ne misura l'impatto economico e ambientale. In Italia, in un anno, si utilizzano 6 miliardi di contenitori, che equivalgono a 456 tonnellate di petrolio e 1,2 milioni di tonnellate di CO2
05 April, 2013
“C’è un vero e proprio business dentro una bottiglia d’acqua. Un affare da 2,25 miliardi di euro, che riguarda 168 società per 304 diverse marche commerciali”. A dirlo sono l'associazione ambientalista Legambiente e il mensile Altreconomia, nel rapporto “Acqua in bottiglia”, presentato in occasione della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo scorso.
Il dossier, secondo i due promotori, svela le pecche di un vizio tutto italiano, parla di business miliardari con introiti enormi per le aziende e scarsissimi ritorni per le regioni e di un enorme impatto ambientale e alti costi per i consumatori. Secondo Legambiente e Altraeconomia il principale impatto ambientale deriva dall’uso di oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica prodotte utilizzando 456 mila tonnellate di petrolio, che determinano l’immissione in atmosfera di oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2.
Nel 2011 - sempre secondo la ricerca effettuata dal mensile economico e dall'associazione ambientalista - i consumi di acqua sono aumentati rispetto all’anno precedente, passando da 186 a 188 litri per abitante l'anno, numeri che confermano il primato europeo del nostro paese per i consumi di acque minerali: dei 12,350 miliardi di litri imbottigliati nel solo 2011, oltre 11,320 miliardi sono stati consumati dentro i confini nazionali. Gli autori della ricerca ricordano poi che, ancora oggi, solo un terzo delle bottiglie viene avviato correttamente al riciclo, mentre la gran parte continua a finire in discarica o ad essere dispersa nell’ambiente e che per l’85% dei carichi si continua a preferire il trasporto su gomma. Questo vuol dire che una bottiglia d’acqua che proviene dalle Alpi percorre oltre 1.000 km per arrivare in Puglia, con consumi di carburante e emissioni di sostanze inquinanti conseguenti.
"Cifre che potrebbero aumentare - sostengono Altraeconomia e Legambiente - visto che l’affare delle acque in bottiglia continua ad essere molto vantaggioso per le società che lo gestiscono. Infatti, i canoni richiesti dalle Regioni per le concessioni sono, in molti casi, risibili, come nel caso della Liguria che chiede solo 5 euro per ciascun ettaro dato in concessione, senza prendere in considerazione i volumi emunti o imbottigliati, e incassando appena 3.300 euro all’anno per le 5 concessioni attive sul territorio".