Ilva: in migliaia al corteo. Il Wwf annuncia di voler presentare due memorie alla Corte
Domenica 7 aprile diverse migliaia di persone hanno manifestato a Taranto contro l'inquinamento provocato dallo stabilimento Ilva. Il Wwf annuncia di voler intervenire il 9 aprile nel giudizio in Corte Costituzionale: "Violata la Costituzione e la Carta dei diritti dell'Unione Europea"
08 April, 2013
Erano diverse migliaia a Taranto domenica 7 aprile i partecipanti alla manifestazione organizzata dalle associazioni ambientaliste contro l'inquinamento provocato dallo stabilimento Ilva. Il corteo, organizzato a ridosso dell'udienza del 9 aprile sui ricorsi contro la legge 231/2012 che consente all'Ilva di continuare a produrre, si è concluso con gli interventi dal palco del presidente del Fondo Antidiossina Onlus, Fabio Matacchiera, e di un medico neurologo della Asl di Taranto, Marcello Bellacicco.
Da entrambi é arrivato l'invito a votare "sì" al referendum consuntivo di domenica prossima a Taranto, promosso dalle associazioni ambientaliste, sulla chiusura totale o parziale dell'area a caldo dello stabilimento Ilva. In chiusura di manifestazione più volte la gente ha intonato lo slogan "Taranto libera" e inneggiato al gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco, il magistrato che ha firmato nei mesi scorsi i provvedimenti di sequestro degli impianti dell'area a caldo del siderurgico tarantino.
C'era anche una immagine di papa Francesco nel corteo che ha attraversato le strade del centro di Taranto. "Taranto era bella, ora santa perche' martire e povera. Vieni Francesco": questa la frase scritta su un cartello portato a mano da una manifestante. Su un altro cartello si ricorda l'appuntamento di martedì a Roma: "Corte Costituzionale ricordati di me", è scritto. Nel corteo compare anche uno striscione di "Amici di Mauro Zaratta", il padre di Lorenzo, un bimbo che ora ha 3 anni e vive in Toscana e che sin dalla nascita ha contratto una grave forma tumorale tanto da aver perso già quasi completamente la vista. Nel corteo c'é chi porta anche un enorme crocifisso a simboleggiare il "martirio" che la città di Taranto subisce da anni a causa dell'inquinamento proveniente dal siderurgico. Tra i manifestanti ci sono anche gruppi del comitato No al carbone di Brindisi e del comitato che si oppone al raddoppio dell'inceneritore di Massafra, paese ad una dozzina di chilometri da Taranto.
Nel giorno della manifestazione contro l'inquinamento prodotto dall'Ilva, il comitato ambientalista Legamjonici annuncia di aver depositato presso la Procura di Taranto un esposto-denuncia per il presunto mancato rispetto della normativa Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) e la "omessa applicazione dell'articolo 29-decies del D.lgs. 128/2010, che costituisce il recepimento della direttiva comunitaria sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento". Nell'esposto si fa riferimento all'Ilva, al Ministero dell'Ambiente e della Salute, al Ministro dell'Ambiente attualmente in carica Corrado Clini, al Sindaco e al Prefetto di Taranto. I sottoscrittori, è detto in una nota, "chiedono che l'autorità giudiziaria proceda nei confronti dei soggetti sopra menzionati, nonché di tutti gli altri che eventualmente dovessero risultare responsabili con particolare riferimento a fatti, azioni e omissioni in danno della salute pubblica".
Da parte sua, invece, il Wwf ha annunciato di voler intervenire il 9 aprile nel giudizio in Corte costituzionale. Secondo l'associazione ambientalista infatti "non corrisponde al vero che il diritto dei cittadini alla tutela della salute e alla salubrità dell’ambiente, riconosciuti dalla Costituzione e dalla carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, siano adeguatamente tutelati dal decreto ILVA”. Il WWF ha presentato alla Consulta due memorie con le quali, aderendo pienamente alle argomentazioni sollevate dai giudici di Taranto contro il decreto legge (d.l. n. 207/2012, convertito nella l. n. 231/2012) del Governo, ha voluto rendere ancor più forti le ragioni di netta contrarietà ad un provvedimento che nega il diritto alla salute dei cittadini tarantini e degli stessi lavoratori attraverso procedure autorizzatorie ambientali poco incisive che possono costituire un grave precedente per future, analoghe vicende.
Secondo il WWF nel decreto fortemente voluto dal Governo "la tutela della salute è posta in secondo piano rispetto alle ragioni legate alla produzione e all’occupazione, non prevedendosi nessun blocco dell’attività produttiva inquinante e quindi delle emissioni nocive. In questo modo le norme impugnate non provvedono ad un bilanciamento dei diversi interessi in gioco. Al contrario si annienta completamente la salvaguardia della salubrità ambientale a favore degli interessi economici e produttivi, ponendosi in contrasto con la consolidata giurisprudenza costituzionale che ha riconosciuto la tutela ambientale come diritto primario, assoluto e inderogabile”.