Consumi elettrici: a marzo restano in calo rispetto al 2012
Pubblicati i dati mensili di Terna: il fabbisogno elettrico nazionale nel mese di marzo è calato del 2,4% rispetto al 2012. Più in generale, i consumi risultano in calo dall'inizio dell'anno. Sul fronte della produzione, crescono idroelettrico ed eolico, in calo il fotovoltaico
08 April, 2013
Nel mese di marzo 2013 l’energia elettrica richiesta in Italia, pari a 27 miliardi di kWh, ha fatto registrare una flessione del 2,4% rispetto a marzo dello scorso anno, ma il dato risulta in aumento rispetto ai 25,7 miliardi consumati nel mese di febbraio 2013. Lo comunica il consueto bollettino mensile di Terna (vedi allegato), precisando che sul calo annuale non ha influito la temperatura (i valori mensili risultano simili), ma ha avuto un certo effetto il numero inferiore di giornate lavorative: 21 nel marzo 2013, mentre erano state 22 lo scorso anno. Anche tenendo conto di questa differenza nel calendario, comunque, il trend su scala annuale si conferma in decrescita: -1,8% rispetto a 12 mesi fa.
Terna rende nota anche la distribuzione geografica del fabbisogno elettrico nazionale: i 27 miliardi di kWh richiesti nel mese di marzo 2013 sono distribuiti per il 46,9% al Nord, per il 29,6% al Centro e per il 23,5% al Sud. A livello territoriale, la variazione della domanda di energia elettrica si è articolata in maniera differenziata sul territorio, con un calo maggiore nelle regioni meridionali: -1,0% al Nord, -2,2% al Centro e -5,5% al Sud.
Per quanto riguarda il mix delle fonti, invece, la domanda di energia elettrica di marzo è stata soddisfatta per un 86,4% con produzione nazionale e per la quota restante (13,6%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In particolare, risultano in forte crescita le fonti di produzione idrica (+59,5%) ed eolica (+61,5%). In flessione le fonti termoelettrica (-9,1%) e fotovoltaica (-14,6%); sostanzialmente stabile la produzione geotermica (+0,2%).
Nel primo trimestre del 2013, infine, la domanda di energia elettrica è risultata in flessione del 4% rispetto ai valori del primo trimestre del 2012 (il calo è del 2,8% se si escludono gli effetti legati al numero di giornate lavorative e alla temperatura ambientale).