Ilva, la legge è costituzionale. Il commento di Monti, Clini, Vendola, Nicastro, Ciafani
Clini: «La decisione della Consulta impegna tutti a proseguire con rigore e rapidità nel programma per il risanamento ambientale dell’Ilva di Taranto». Nicastro: «Sentenza Ilva riscrive una nuova gerarchia di valori». Ciafani: « l’Ilva non ha più alibi » Nel frattempo il Garante per l’Aia diffida Ilva per aver disatteso i tempi e le prescrizioni
10 April, 2013
Ieri la Consulta ha dichiarato costituzionale la legge salva Ilva, oggi il Garante fa propria la richiesta dei tecnici Ispra di «procedere a diffida nei confronti dell’Ilva ad operare». L’Ilva si espone alle eventuali sanzioni,così come indicato nell’Aia, che saranno applicate dal prefetto. Mancata copertura dei nastri trasportatori, area di carico-scarico dei materiali, i parchi di deposito dei materiali, contenimento delle emissioni in vari reparti dello stabilimento: sono le criticità riscontrate dal gruppo di lavoro dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nei controlli all'Ilva di Taranto sul rispetto delle prescrizioni Aia eseguiti dal 5 al 7 marzo scorso e fatte proprie dal Garante per l'attuazione dell'Aia, Vitaliano Esposito, in una lettera inviata il 26 marzo scorso alla presidenza del Consiglio dei ministri, ai ministri dell'Ambiente e della Salute e al Prefetto di Taranto, Claudio Sammartino.
Per Stefano Ciafani, vice presidente di Legambiente: «Il Garante ha già certificato, sulla base delle ispezioni fatte dall’Ispra, che l’Ilva ha violato le prescrizioni dell’AIA. Adesso l’Ilva non ha più alibi per il suo comportamento dilatorio e omissivo delle prescrizioni Aia. Ora che la Consulta si è pronunciata sulla costituzionalità della legge Salva Ilva - commenta Ciafani - la si rispetti con rigore non solo nella parte che garantisce la produzione d’acciaio, mai bloccata in tutti questi mesi, ma anche in quella che chiede il risanamento degli impianti e la revisione dell’AIA per tenere conto del danno sanitario». [Leggi qui il resto dell’intervento, ndr]
Per Corrado Clini, Ministro dell”Ambiente: «La decisione della Consulta – ha dichiarato stamane a Nove in Punto, su Radio 24, il Ministro dell”Ambiente, Corrado Clini dopo la sentenza della Corte costituzionale – impegna tutti a proseguire con rigore e rapidità nel programma per il risanamento ambientale dell’Ilva di Taranto: per prima l’azienda e poi tutte le amministrazioni pubbliche, compreso il ministero dell’ambiente. La sfida della compatibilità fra salute, ambiente e lavoro si può vincere ed ha bisogno del contributo leale e dell’impegno di tutti». «Non credo che siano più ammissibili - ha affermato il ministro - quei tentativi di balletto di responsabilità e di competenze che è un classico della nostra esperienza amministrativa. La Consulta ha detto che lo è dal punto di vista costituzionale, io posso aggiungere che lo è dal punto di vista ambientale e industriale».
Per Mario Monti, Presidente del Consiglio: «Sono risultati possibili gli interventi legislativi volti a conciliare la tutela della salute e dell'ambiente con la garanzia dei livelli produttivi e occupazionali, nel rispetto della ripartizione dei rispettivi poteri del Parlamento, dell'Esecutivo e della Magistratura, senza alcun intervento prevaricatore nei confronti di quest'ultima».
Per Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia: «La sentenza della Corte Costituzionale restituisce certezza normativa alla complicata vicenda dell’Ilva, in un contesto giudiziario dai contorni, da ieri, più definiti. Ora però si proceda con sollecitudine perché c’è una legge da rispettare e delle prescrizioni da osservare. L’Ilva deve assumersi le proprie responsabilità e avviare immediatamente il risanamento degli impianti. Da parte nostra ci sarà uno stimolo continuo affinchè Arpa e Asl redigano congiuntamente il rapporto sulla Valutazione del danno sanitario (introdotto nel decreto grazie ad una nostra legge regionale molto innovativa), una sorta di monitoraggio, anche sulla base del registro tumori regionale e delle mappe epidemiologiche, sulle principali malattie a carattere ambientale. La scommessa, non per un futuro incerto, ma per oggi, è quella di restituire alla città di Taranto e ai suoi cittadini, la serenità e la certezza di poter lavorare e di poter vivere, senza dover più scegliere tra la vita e la morte».
Per Lorenzo Nicastro, assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia: «La portata della decisione della Corte Costituzionale sulla legittimità costituzionale della legge 231 va ben oltre la contingenza del momento e potrebbe arrivare ad una modifica della gerarchia di valori cui l'Italia dal dopoguerra in poi ha fatto riferimento. Le scommesse di crescita sociale che la Costituzione del '48 prometteva si sono realizzate attraverso una rinnovata dignità del lavoro, culminata con l'adozione dello statuto del 1970; per il tramite di una visione del diritti di libera intrapresa e di tutela della proprietà privata e, per quest'ultima, soprattutto dell’esercizio delle prerogative che le sono inalienabili tenendo conto anche delle aspettative di chi nulla possiede ad accezione del diritto di vedere esercitate le prerogative di chi possiede secondo criteri che tengano conto delle aspettative di comune crescita sociale ed economica appunto; sulla base, infine, di una consapevolezza che salute ed ambiente si declinano allo stesso modo, sono due aspetti complementari di un unico grande bene comune, il diritto ad una nuova qualità dell’esistenza. Il tema della produzione non può mai diventare valore assoluto in tal modo comprimendo altri diritti come quello alla salute, alla sicurezza dei luoghi di lavoro, alla tutela della matrice ambientale».
«La sentenza, in quanto tale, va rispettata e la giurisdizione italiana sarà chiamata da oggi in poi ad una nuova sfida, quella di interpretare nell’applicazione delle Leggi nuove letture delle priorità e degli assetti dei diritti fondamentali. Il principio applicato con la 231 all'ILVA e a tutte le aziende ritenute strategiche economicamente perché occupano 200 o più lavoratori - prosegue Nicastro - potrebbe determinare effetti significativi sulle norme di tutela ambientale e di salute pubblica».
«Negli ultimi mesi tuttavia – conclude l'Assessore – la consapevolezza e l'attenzione dei cittadini di Taranto sulle questioni che riguardano la salute e la qualità dell'ambiente in quel martoriato territorio sono considerevolmente più alte rispetto al passato. Questo permetterà che i riflettori non si spengano su Taranto e che continui il lavoro di monitoraggio, controllo e concertazione per il miglioramento delle performance ambientali dell'interno comparto industriale che insiste su quell'area».