Domeniche a piedi, 6 favorevoli su 10, allora facciamone 30 all'anno!
Dopo il sondaggio su Area C e domeniche a piedi: adesso un altro su come estendere i provvesimenti. L'intervento di Paolo Hutter per La Repubblica di Milano ed Eco dalle Città
17 April, 2013
Paolo Hutter
I risultati del sondaggio commissionato dal Comune su Area C e domeniche a piedi rappresentano un punto e a capo nel dibattito sui provvedimenti anti-traffico a Milano e rimandano alla necessità di andare avanti, sia con le decisioni che con le consultazioni. Per quanto riguarda Area C il sondaggio ci restituisce l'immagine di una sorta di bicchiere pieno per due terzi. Il consenso non è più quello plebiscitario dell' 80% dei Si nel quesito referendario votato nel 2011. Considerando un campione rappresentativo di tutti i milanesi, anche di quelli che non erano andati alle urne, il consenso è adesso del 58,5, che, togliendo via la piccola fetta che non si esprime, sale al 62%. Nel passaggio dal dire al fare si è perso un po' di consenso, forse è vero che qualcuno al referendum non aveva capito bene cosa votava. Resta però maggioritaria l'approvazione per il pedaggio: il che in tempi di crisi è un dato strategico, sul quale il Comune potrebbe appoggiarsi di più per ricavare risorse preziose. Venendo alle domeniche a piedi i risultati del sondaggio sono ancora migliori, 63,6%, e non stupiscono chi abbia seguito questo tipo di iniziative fin da quando sono nate, 13 anni fa. Ogni tanto, alla vigilia di una domenica a piedi (mai il giorno dopo) la protesta virtuale monta, la fede traballa in chi sta al timone.
Anche questa ultima volta, l'ormai famoso “tweet” di Fazio contro la domenica a piedi aveva dato- anche a molti sostenitori della iniziativa – la impressione che si stesse resistendo a una sorta di ondata di rigetto. E poi puntualmente, come sempre, a un'indagine più attenta, se si va a sentire cosa dice la gente e non ci si limita a registrare le proteste, emerge che c'è una vasta e solida maggioranza silenziosa favorevole. Per quel che abbiamo potuto solo sbirciare dai risultati più analitici del sondaggio – siamo in attesa che vengano pubblicati tutti è una maggioranza più forte nei ceti medio bassi, e tra i giovani.
Gli oppositori invece sono soprattutto in una parte più attiva, mobile, persino frenetica delle popolazione, più legata all'uso dell'auto anche la domenica. Ma anche tra gli over 35 e anche nel Centro storico, pur con una maggioranza meno plebiscitaria, le domeniche a piedi sono perlopiù gradite. Se qualcuno davvero aveva pensato che ci fosse bisogno di un referendum ora si è ricreduto. Che ci debbano essere delle domeniche a piedi è fuori discussione. Il problema è quante e come. Per rispondere a questa domanda, per dare criteri e programmi più intensi alla prossima stagione occorre da un lato fare un'attenta e trasparente analisi dei costi e benefici economici comunali (siamo in crisi, ogni euro conta, non c'è bisogno di fare lo sconto sui tram) e dall'altro, soprattutto, coinvolgere i cittadini nella decisione.
A mio parere, per rispettare le minoranze, si facciano tante domeniche a piedi quant'è la percentuale dei cittadini che le vogliono. Almeno sei su dieci, trenta all'anno. Se questo ragionamento può apparire provocatorio, si provi comunque a dare una risposta razionale meditata e democratica a una domanda che in genere o viene contrastata in modo emotivo o viene gestita in modo ancora troppo difensivo e cauto.