Agenzia internazionale dell'energia: il mondo non progredisce verso l'energia pulita
Secondo l'ultimo rapporto della International Energy Agency, i progressi compiuti su scala mondiale verso un'economia a basso tenore di carbonio sono largamente insoddisfacenti. "Tengono" eolico e fotovoltaico, in crescita soprattutto nei Paesi emergenti
17 April, 2013
I Paesi del mondo non stanno progredendo come dovrebbero nello sviluppo di tecnologie e sistemi per ridurre i consumi energetici e le emissioni di gas serra. È quanto emerge dal report “Tracking Clean Energy Progress”, pubblicato dalla Iea (International Energy Agency, Agenzia Internazionale per l'Energia) in occasione dell'evento che ogni anno riunisce i ministri dell'Ambiente dei Paesi responsabili dei quattro quinti delle emissioni mondiali, il cosiddetto Clean Energy Ministerial.
Il rapporto (vedi allegato) misura in particolare la cosiddetta intensità di carbonio (Energy Sector Carbon Intensity Index, Escii), che stima la quantità di anidride carbonica emessa, in media, per fornire una data unità di energia. Secondo i dati dell'Agenzia, l’Escii era pari a 2,39 tonnellate di CO2 per tonnellata equivalente di petrolio nel 1990, e nel 2010 il valore era ancora di 2,37 tonnellate di CO2 per Tep. Un progresso del tutto insoddisfacente, secondo gli esperti della Iea, tanto da far dire al direttore esecutivo Maria van der Hoeven che «la spinta a ripulire il sistema energetico mondiale è in stallo».
Qualche notizia positiva, tuttavia, emerge tra le ombre: nonostante la crisi economica e le politiche non sempre lungimiranti, nel 2012 il fotovoltaico e l’eolico sono cresciuti rispettivamente del 42% e del 19% rispetto al 2011, grazie soprattutto al contributo di Paesi emergenti come Brasile, Cina e India.