Michele Sacerdoti: sugli alberi di Mac Mahon possibile un intervento meno drastico
Abbiamo sentito Michele Sacerdoti, consigliere di Zona 3 e storico ambientalista, esperto di verde pubblico e urbanistica a Milano, sul paventato taglio dei 180 olmi in viale Mac Mahon per la sistemazione della tramvia 12. “Solo 10-15, quelli che davvero compromettono il tram e ci sono soluzioni alternative al taglio”
21 April, 2013
Secondo Michele Sacerdoti sarebbero molti meno di 180 gli olmi davvero da “tagliare” per il passaggio del 12 e Milano non potrebbe perdere un patrimonio di piante storiche come quello di viale Mac Mahon.
Da quello che so io, dopo essermi consultato con la zona competenza, la Zona 8, non è vero che sia necessario tagliare tutti i 180 olmi di Mac Mahon, oltretutto uno dei viali alberati storici di Milano e tra i più lunghi della città, circa 1,6 chilometri. Da tempo si sa che la linea 12 necessita di un rifacimento di rotaie e traversine perché le radici di alcuni alberi si sono così sviluppate da provocare gibbosità e deformazione dei binari. Ma sono circa 10-15 gli olmi che davvero compromettono la linea, non 180. Estirparli tutti significherebbe poi cambiare radicalmente il panorama e persino la memoria di un viale storico di Milano, togliendo ai suoi residenti quell’effetto di prossimità del verde, che oltre a dare qualità al vivere urbano, rende le abitazioni con vista sugli alberi di maggior pregio.
Ma ci sono soluzioni alternative al taglio drastico di quasi 200 alberi adulti e storici o leggi a tutela del verde che li possano difendere da decisioni come questa?
Trasformare la linea 12 da tram a bus, come ha suggerito qualcuno, oltre ad essere dispendioso mi sembra poco “ecologico”, visto che la linea tramviaria è quella meno inquinante. Invece, credo che alzare il piano di scorrimento dei tram, per lasciare più spazio alla convivenza fra radici e binari sia fattibile.
Sicuramente non è la soluzione ideale quella di tagliare alberi del genere, per ripiantarli altrove: olmi di 50 o 70 anni non sono sostituibili o rimpiazzabili con spostamenti o trapianti. L’unica difesa legislativa sarebbe per quegli alberi che, per età e diametro del tronco, possono essere dichiarati “monumentali”, non certo per tutti.