Aia Ilva. Le cinque richieste di Legambiente dopo le criticità accertate dall'Ispra
In relazione alle inadempienze, richiesta di proroghe, necessità di ulteriori misure relative all'Aia Ilva, e, in particolare all’iter contestazione delle eventuali infrazioni dell’Ilva, Legambiente ha scritto per intraprendere ogni iniziativa necessaria alla verifica di eventuali abusi o ritardi. Le cinque richieste. Il documento di diffida
21 April, 2013
A fronte delle inadempienze accertate dall'Ispra in merito alle violazioni dell’Autorizzazione integrata ambientale, delle proroghe già richieste dall'Ilva, e in particolare, in relazione all'iter di accertamento e contestazione delle infrazioni dell'ILVA, Legambiente ha scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'Ambiente, al Garante AIA Ilva e al Prefetto di Taranto, per intraprendere ogni iniziativa necessaria alla verifica di eventuali abusi o ritardi, in mancanza di un positivo riscontro alle richieste presentate.
Ecco le cinque richieste di Legambiente:
1. chiarire immediatamente l'iter di accertamento/contestazione delle eventuali infrazioni dell'ILVA al fine di garantire il rispetto rigoroso dell'AIA da parte dell'azienda e la corretta applicazione del sistema di sanzioni previsto dalla Legge 231 del 2012 in caso di inadempienze della stessa azienda
2. esplicitare con urgenza l'orientamento del Ministero dell'Ambiente in merito alle proroghe chieste dall'Ilva facendo presente che, a tutela della salute dei cittadini di Taranto e dell'ambiente, Legambiente ritiene inaccettabili qualunque allungamento dei tempi di attuazione delle prescrizioni dell'AIA
3. provvedere a un riesame dell'AIA nella parte relativa alle cokerie, prescrivendo l'installazione di sistemi di abbattimento delle emissioni convogliate, anche tenendo conto dell'elevamento dei limiti di rispetto imposti dal riesame dell'AIA, onde evitare altri sforamenti nelle emissioni
4. prescrivere all'ILVA la corretta applicazione della BAT 11, così come nella redazione inglese e francese, al fine di minimizzare lo spolverio durante lo scarico delle materie prime dalle navi
5. rendere noto lo "stato dell'arte" delle ulteriori parti dell'AIA (gestione discariche, acque, rifiuti) e accelerarne considerevolmente l'iter consentendo peraltro al "pubblico interessato" di intervenire nel merito con proprie osservazioni
La diffida dell'associazione scaricabile direttamente anche dal sito.
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro dell’Ambiente
Al Garante AIA Ilva di Taranto
p.c. Al Prefetto di Taranto
Oggetto: AIA Ilva di Taranto; inadempienze, proroghe e necessità di misure ulteriori. Diffida di Legambiente
In merito all’attuazione dell’Aia da parte dell’Ilva di Taranto, Legambiente fa presente quanto segue:
Premesso che:
- In data 11 aprile 2013 la scrivente associazione nella persona di Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto, ha incontrato il capo di gabinetto del Prefetto di Taranto, dott.ssa Cosima Di Stani per comunicazioni in merito all’AIA Ilva,
- la dott.ssa Di Stani, in risposta a Legambiente che nei giorni precedenti aveva chiesto a mezzo stampa al Prefetto di comminare sanzioni all’Ilva SpA per l’inottemperanza di alcune prescrizioni dell’AIA - certificata dall’Ispra e fatta propria dal Garante con lettera al Prefetto del 26 marzo 2013 - faceva presente che il Prefetto potrà eventualmente comminare le sanzioni previste dalla Legge 231 del 2012 solo in presenza del corretto iter amministrativo sancito dalla Legge 689 del 1981 che prevede in prima istanza l’accertamento delle infrazioni. Aggiungeva inoltre che in questo momento non è ancora chiaro quale sia l’organo accertatore (il Garante?, l’Ispra?, il Ministero dell’Ambiente?) e che pertanto il Prefetto non è in condizione allo stato attuale di prendere qualsivoglia decisione in merito a eventuali sanzioni da comminare all’Ilva,
- l’Ilva SpA ha chiesto proroghe dei tempi di attuazione di alcune prescrizioni dell’Aia (prescrizione interventi di chiusura dei nastri, prescrizione chiusura edifici, ecc.) motivando la richiesta con la non rilevanza di tali prescrizioni,
- l’Ispra ha registrato uno sforamento dei limiti di concentrazione di polvere nelle emissioni di alcune batterie delle cokerie nella sua “Comunicazione sugli esiti del controllo effettuato in data 5-6-7 marzo 2013”,
- l’installazione di un sistema di abbattimento delle emissioni ai camini delle cokerie, già prevista dall’AIA del 2011 e bocciata dal TAR di Lecce - cui l’Ilva aveva fatto ricorso – non è stata inserita nella revisione dell’AIA,
- l’Ispra, nella “Comunicazione sugli esiti del controllo effettuato in data 5-6-7 marzo 2013” ha chiesto al Ministero dell’Ambiente di esprimersi in merito ai sistemi di automazione utilizzati dall’Ilva per il carico/scarico delle materie prime all’interno del porto proponendo l’adozione di “benne ecologiche” completamente chiuse e più elevate paratoie di protezione per la tramoggia di scarico ai nastri al fine di minimizzare lo spolverio rispetto al sistema adottato dall’Ilva,
- in merito alla polvere dispersa nella fase di scarico in area portuale di
pertinenza ILVA, va rilevato che la lettura delle BAT Conclusions di
riferimento, nella parte dove riportano la prescrizione trascritta nel
provvedimento di riesame AIA ILVA e che richiama esplicitamente la BAT 11, si riferiscono a navi con sistemi di scarico autonomo (non automatico) sistemi di scarico continuo chiuso, come si può meglio constatare dalla versione inglese o francese della suddetta BAT 11: inglese: "... use by operators of self-discharge vessels or enclosed
continuous unloaders"; francese: "...utiliserdes navires à déchargement autonome ou desappareils de déchargement à fonctionnement continu fermés. Tale dizione (in inglese) è assolutamente identica a quella riportata nell'ultima versione del Best Available Techniques (BAT) Reference Documentfor Iron and Steel Production, nella parte denominata "Techniques for materials delivery,storage and reclamation".(pag.66). Sono cioè le navi a dover essere dotate di sistema autonomo di scarico, oppure il molo di sistema chiuso e continuo,
- il 31 gennaio scorso scadeva il termine per la redazione e approvazione delle parti dell’AIA relative alla gestione delle discariche, delle acque e dei rifiuti e che allo stato non conosciamo neppure una bozza del PIC relativo,
Ciò premesso
Legambiente chiede di:
1. chiarire immediatamente l’iter di accertamento/contestazione delle eventuali infrazioni dell’ILVA al fine di garantire il rispetto rigoroso dell’AIA da parte dell’azienda e la corretta applicazione del sistema di sanzioni previsto dalla Legge 231 del 2012 in caso di inadempienze della stessa azienda
2. esplicitare con urgenza l’orientamento del Ministero dell’Ambiente in merito alle proroghe chieste dall’Ilva facendo presente che, a tutela della salute dei cittadini di Taranto e dell’ambiente, Legambiente ritiene inaccettabili qualunque allungamento dei tempi di attuazione delle prescrizioni dell’AIA
3. provvedere a un riesame dell’AIA nella parte relativa alle cokerie, prescrivendo l’installazione di sistemi di abbattimento delle emissioni convogliate, anche tenendo conto dell’elevamento dei limiti di rispetto imposti dal riesame dell’AIA, onde evitare altri sforamenti nelle emissioni
4. prescrivere all’ILVA la corretta applicazione della BAT 11, così come nella redazione inglese e francese, al fine di minimizzare lo spolverio durante lo scarico delle materie prime dalle navi
5. rendere noto lo “stato dell’arte” delle ulteriori parti dell’AIA (gestione discariche, acque, rifiuti) e accelerarne considerevolmente l’iter consentendo peraltro al “pubblico interessato” di intervenire nel merito con proprie osservazioni
Legambiente, in mancanza di positivo riscontro alla presente nel termine di giorni 10, e con particolare riferimento alla richiesta di chiarimento immediato dell’iter di accertamento/ contestazione delle eventuali infrazioni dell’ILVA, si riserva di intraprendere ogni iniziativa necessaria alla verifica di eventuali abusi, omissioni, ritardi.
Lunetta Franco
Presidente Legambiente Taranto