Quattro pozzi per ricaricare la falda
Si chiama "Aquor". E' un progetto innovativo per incrementare gli acquiferi, finanziato da Unione europea e provincia di Vicenza e voluto e realizzato da Acque vicentine servizi, Consorzio di bonifica brenta, Centro idrico Novoledo e Veneto agricoltura. Ma non è la prima volta che nel vicentino ci si preoccupa di questo problema
07 May, 2013
Il progetto "Aquor" - voluto e pensato per diminuire l'eccessivo sfruttamento delle risorse idriche e per incrementare il tasso di crescita idrogeologica degli acquiferi - diventa realtà. Da poco sono stati infatti realizzati quattro pozzi di infiltrazione a Breganze, piccolo comune del vicentino, che verranno messi in funzione al termine della stagione irrigua. Pozzi che avranno una capacità filtrante da 150 a 200 litri al secondo ciascuno. Il tutto grazie al progetto europeo (Life-Area tematica politica ambientale e governance) dal titolo "Implementazione di una strategia partecipata di risparmio idrico e ricarica artificiale per il riequilibrio quantitativo della falda dell’Alta Pianura Vicentina". Si tratta di un progetto d'avanguardia, tra i più avanzati in Europa, dal costo di oltre 1,8 milioni di euro: 1,1 milioni a carico della provincia di Vicenza e degli altri soggetti coinvolti (Acque vicentine servizi, Consorzio di bonifica brenta, Centro idrico Novoledo e Veneto agricoltura ) e circa 700 mila a spese della Ue. L'intervento, iniziato nel settembre del 2011 con un programma di lavoro triennale, nasce dalla programmazione negoziata tra numerosi soggetti pubblici e privati.
I soggetti coinvolti in "Aquor" non sono nuovi a esperienze di questo tipo. Già nel 2001, infatti, il Consorzio, con la collaborazione tecnico-scientifica del Centro idrico di Novoledo e dell’Università di Padova, aveva avviato un progetto pilota per la ricarica artificiale della falda, mediante l'immissione di acqua derivata da rogge consortili, in una cava di ghiaia dismessa nel comune di Montecchio Precalcino. Nei primi 30 mesi di sperimentazione, il volume idrico immesso in falda è stato quantificato in poco meno di 23 milioni di metri cubi. Negli anni successivi, poi, il Consorzio, sempre in collaborazione con la provincia, ha realizzato ulteriori nuovi interventi puntuali di ricarica della falda acquifera: tre pozzi di infiltrazione, alimentati da rogge consortili, in funzione nel periodo non irriguo, nel comune di Cornedo Vicentino e due pozzi di infiltrazione, uno a Montecchio Precalcino e uno a Sarcedo. Dai dati fino ad oggi rilevati emergono risultati soddisfacenti: i tre pozzi di Cornedo Vicentino, ad esempio, in un anno e mezzo di attività (tra marzo 2010 e settembre 2011, nei periodi di effettiva disponibilità idrica del collettore di alimentazione), hanno artificialmente ceduto al sottosuolo un volume idrico superiore a 2,5 milioni di mc.