Le biciclette resistono nella crisi. Confindustria ANCMA: "Il Governo investa sulla ciclabilità"
Il Presidente dell'Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e accessori: "Il settore delle due ruote cala durante la crisi ma resiste meglio di altri che contano perdite a due cifre. La bici oggi rappresenta una delle più importanti soluzioni per la mobilità sostenibile: chi pedala risparmia, il Governo ne tenga conto"
08 May, 2013
Secondo Confindustria ANCMA sarebbero 1.606.014 le biciclette vendute in Italia lo scorso anno, cifra che in termini percentuali significa un -8,2% rispetto al 2011 (1.750.000 unità).
Il decremento viene attribuito alla crisi economica globale, ma è giudicato di poco rilievo dall'Associazione, che rileva: "Il settore delle due ruote a pedale resiste meglio di altri che contano perdite a due cifre. Anche la produzione scende, in maniera contenuta con un -9,8% pari a 2.190.075 unità".
In positivo invece il trend delle componenti di biciclette: l’export ha realizzato un fatturato di 463 milioni di euro con un +15%; l’import ha totalizzato 302 milioni di euro con +9% rispetto al 2011. Nel complesso la bilancia commerciale di bici e parti in attivo per il 2012 è stata di 161 milioni di euro ed ha riportato un +4,5%.
“I fattori che contribuiscono a questa situazione sono ravvisabili nella considerazione che la bici oggi rappresenta una delle più importanti soluzioni per la mobilità sostenibile” dichiara Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e accessori - Si risparmia in consumo di carburante ed emissioni, si guadagna in salute e velocità di trasferimento nelle città congestionate dal traffico. Inoltre, chi decide di pedalare contiene i costi di gestione. Tra i nostri obiettivi sia la promozione e la tutela dell’intero comparto, sia il fare cultura delle due ruote. Attraverso attività che rendano ciclabili le nostre città e infrastrutture nelle zone extraurbane. Ma anche con il cicloturismo.
In Germania esistono 7 milioni di cicloturisti che spendono mediamente 1.200 euro l’anno generando un fatturato di 9 miliardi di euro. Per raggiungere questo traguardo, anche in Italia, basterebbe realizzare, con risorse modeste, piste ciclabili che percorrano da nord a sud e da est a ovest il nostro bel paese garantendo anche l’incoming di turisti stranieri. Al nuovo Governo chiediamo provvedimenti che vadano in questa direzione e che puntino a rendere l’Italia un Paese in linea con gli standard delle best practices europee. Studi internazionali dimostrano che un euro investito in ciclabilità ne restituisce 4/5 alla collettività intera”.
Lo studio di Confindustria ANCMA
Per la prima volta in Italia, è possibile disegnare un prospetto completo del settore bici, grazie allo studio di Confindustria ANCMA, commissionato a GFK Eurisko. Nel totale vendite a conquistare il primo posto sono le mountainbike (32%), seguite dallecity bike (30%), le bici da bambino (18%), i prodotti da corsa (7%), le classiche (10%), le elettriche (3%).
Le biciclette a pedalata assistita hanno segnato il +9,5%, rispetto al 2011, confermando di essere un fenomeno in espansione soprattutto nelle grandi città. Si tratta di veicolo a due ruote a motore che non necessita di omologazione, a patto che abbia una potenza massima di 250Watt. Il propulsore assiste il ciclista all’atto della pedalata e si interrompe quando la velocità supera i 25Km/h oppure quando smette di pedalare. Qualunque bicicletta a pedalata assistita con potenza o velocità maggiori deve essere omologata e considerata ciclomotore a tutti gli effetti. Non sono valide, ai fini omologativi, le indicazioni che ne invitano o ne obbligano l’uso su strade private. Prendono piede anche le bici pieghevoli, seppure siano ancora numeri di nicchia (circa 20.000 pezzi anno). La possibilità di essere trasportate agevolmente come fossero bagagli sui treni ne favorisce la diffusione. Diverse aziende, in proposito, stanno rinforzando la propria gamma anche con modelli a pedalata assistita pieghevoli.
I canali di vendita per bici e after market sono tre: grande distribuzione organizzata (GDO); grande distribuzione specializzata (GDS); dealer specializzati (DS). In termini numerici, per quanto concerne le vendite, queste le percentuali: 30% GDO, 30% GDS, 40% DS. In termini di fatturato, il totale è così ripartito: 18% GDO; 28% GDS; 54% DS. Il fatturato dei dealer specializzati si compone: per il 47% dalla vendita di bici; per il 23% da ricambi e accessori; per il 6% dall’abbigliamento.
L’analisi geografica pone il Nord Est al primo posto per le vendite, nonostante una popolazione inferiore in termini numerici rispetto ad altre zone. Da studi di settore emerge che tali regioni d’Italia sono anche quelle nelle quali l’utilizzo delle due ruote a pedale è molto diffuso. In particolare, svettano Veneto ed Emilia Romagna, che ospitano strutture e infrastrutture dedicate alla bicicletta in grado di sostenere l’acquisto e l’uso. Quando esiste il modo di integrare mezzi pubblici veloci con corsie preferenziali per le bici, piste ciclabili, zone 30, ZTL, parcheggi, trasporto sui mezzi pubblici ecco che la bicicletta risulta il veicolo più pratico, rapido e conveniente che esista. Il 50% degli spostamenti all’interno dei centri urbani è inferiore ai 5 Km e la bici risulta essere il mezzo più veloce per spostamenti contenuti in questa distanza.
Il 53% dei negozi specializzati ha dichiarato di aver avuto una diminuzione del fatturato al centro nord e solo il 15% un aumento. Al centro sud, il 50% dei negozi ha dichiarato una diminuzione mentre il 25% ha avuto un aumento. Questo dato si spiega con le vendite di biciclette “elettriche”. In aumento in tutta Italia, ma con un trend di vendita, su valori relativi, maggiore al centro sud Italia.