Bike Pride: "Il Comune non ha ancora cancellato i black point della ciclabilità"
In vista del Bike Pride del prossimo 26 maggio i ciclisti sono andati a verificare gli incroci pericolosi segnalati all'Amministrazione un anno fa. Su 14 interventi previsti, soltanto 5 sono stati realizzati e di questi soltanto l'attraversamento di corso Telesio viene promosso dai ciclisti. "Se queste sono le premesse dubitiamo fortemente che il Biciplan possa lontanamente raggiungere gli obiettivi dichiarati"
14 May, 2013
Il Bike Pride 2013, la parata di biciclette che ogni anno invade Torino, si sta avvicinando. Il 26 maggio per tanti ciclisti urbani non sarà soltanto un appuntamento per dimostrare l'orgoglio di muoversi con le due ruote ecologiche ma anche l'occasione per fare il punto sull'avanzamento degli interventi per la ciclabilità.
"Lo scorso anno infatti -ricordano gli organizzatori della parata a due ruote- il Comune si è impegnato a mettere in sicurezza alcuni incroci segnalati dai ciclisti. Gli attraversamenti, oltre ad essere un necessario collegamento fra segmenti di ciclabile -che spesso nascono e muoiono nel nulla- sono un punto delicatissimo di incontro fra i diversi utenti: automobilisti, ciclisti e pedoni, e la loro corretta realizzazione fa, purtroppo, la differenza fra la vita e la morte. Ricordiamo che nel 2012 sono avvenuti diversi incidenti in corrispondenza degli attraversamenti ciclabili e su uno di questi, il 18 luglio scorso, è stato investito e ucciso Matteo Gerlando, un ragazzo di 28 anni che in bici si stava recando al lavoro".
L'edizione 2012 del Bike Pride chiese a Palazzo Civico di intervenire su 14 black point, scelti tra quelli più pericolosi individuati tramite un sondaggio tra i ciclisti urbani, e suggerendo interventi low-cost di immediata realizzazione. Da parte sua il Comune si impegnò a realizzarli, accogliendo in parte le indicazioni tecniche suggerite, data anche l'esiguità dell'intervento a carico della casse comunali: circa 25.000 euro.
Ad un anno di distanza l'associazione Bike Pride traccia un bilancio, decisamente negativo, dello stato di realizzazione di questi interventi: "Su 14 opere previste, 7 non sono state neanche iniziate (corso Rosselli/corso Duca degli Abruzzi; corso Principe Oddone/corso Umbria; corso Inghilterra; corso Matteotti; Ponte Isabella; piazza Marmolada; via Nizza/piazza Nizza/corso Sommelier); una (ponte di Corso Regina) deve essere discussa, da un anno, con l'USTIF (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi) perchè interessa l'attraversamento dei binari del tram 3, mentre l'intervento per l'attraversamento tra via Lagrange e via Nizza è in fase di ridefinizione perché la proposta fatta dagli uffici tecnici è stata da noi bocciata in quanto molto più pericolosa del problema da risolvere".
Sono soltanto 5 gli interventi realizzati dal Comune, non esenti però da pesanti critiche da parte del Bike Pride: "Piazza Statuto è in fase di realizzazione anche se il collegamento di via Bertola/piazza XVIII Dicembre si snoda fra le pietre sconnesse del pavé e punta dritta sul gradino; l'attraversamento di via Cernaia e il collegamento con via Bertola sono stati realizzati, ma il percorso punta dritto contro i dissuasori e la ciclabile su via Manzoni è diventata in tempo zero un comodo parcheggio abusivo; l'attraversamento di corso Vittorio su Ponte Vittorio all'altezza del Valentino è stato realizzato in promiscuo anche se la richiesta era di realizzare due percorsi separati tra pedoni e ciclisti, dato il grande passaggio di entrambi e la possibilità di frizione fra due tipi di utenti; l'attraversamento del ponte di piazza Vittorio Veneto e gli attraversamenti sulla piazza, sono già stati cancellati dalla pioggia".
Ma qualche segnale positivo c'è e l'associazione non manca di segnalarlo: "L'intervento su corso Telesio all'incrocio con corso Francia e corso Peschiera è molto ben fatto e realizzato con cognizione. Siamo sicuri che col tempo l'Amministrazione completerà gli interventi mancanti -è la speranza del Bike Pride- ma va rilevato che tra il dire e il fare (e fare bene affinché gli interventi siano realmente a favore della sicurezza e di un maggiore utilizzo della bicicletta) c'è ancora di mezzo il proverbiale mare. Se queste sono le premesse dubitiamo fortemente che il Biciplan, ancora sprovvisto di copertura economica e di una reale crono-programma di interventi, possa lontanamente raggiungere l'obiettivo di elevare al 15% del totale gli spostamenti in bicicletta entro il 2020, anzi, di questo passo, nel 2020 il rischio è che gli interventi previsti si possano vedere solo sulla carta. Ma non ci demoralizziamo. Anche per il Bike Pride 2013 stiamo stilando la lista di richieste da avanzare all'Amministrazione".