Intervista ad Anna Donati dopo la revoca: “Non è vero che Napoli non vuol cambiare”
Cosa vuol dire cercare di liberare Napoli dal traffico fra i crolli della Riviera, una Coppa America ingombrante, gli autobus che restano senza benzina e l’esasperazione dei commercianti. Un progetto per cui bisogna essere o molto matti o molto convinti che Napoli meriti molto di più di quello che ha ora
06 June, 2013
Alla luce di tutto quello che è successo negli ultimi mesi, direbbe che sia stato imprudente dare il via alle pedonalizzazioni di Napoli in un momento così difficile per i trasporti pubblici anche a livello nazionale?
Penso di no, ma intanto bisogna ricostruire la storia per poter dare un giudizio. Sono convinta che le limitazioni del traffico vadano fatte parallelamente al potenziamento dei servizi per il trasporto pubblico, ed è esattamente quello che noi abbiamo fatto, sia nel Centro Antico (1,2 km2) sia nella zona di Chiaia (circa 2 km2). E infatti fino all’autunno 2012 i provvedimenti hanno retto benissimo. I problemi sono arrivati sotto Natale, quando per la crisi finanziaria del Comune, sommata ai tagli della regione, i trasporti hanno cominciato a indebolirsi. Non nel centro antico, però: lì c’è la metropolitana di Piazza Dante che non ha mai smesso di funzionare e che ha un traffico passeggeri solo in quella stazione di 11.000 /12.000 persone al giorno. E questo va detto, perché purtroppo invece le proteste dei commercianti ci sono state anche lì, dove i trasporti c’erano.
E infatti le accuse più pesanti sono arrivate proprio dai commercianti: hanno dichiarato di aver subito un calo delle vendite del 50% da quando sono entrati in vigore i provvedimenti Ztl. Secondo l’assessore al Commercio Marco Esposito però, a gravare sulle vendite mancate dei commercianti non è stata la ZTL ma il tracollo del trasporto pubblico degli ultimi mesi, fino allo stop dei mezzi che non avevano più carburante… (leggi l’intervista)
Nessuno contesta l’esistenza della crisi: è reale e serissima, e sicuramente pesa molto sui negozianti: ma non è causata dalle ZTL. Le persone hanno meno risorse e i centri commerciali propongono sconti impossibili per il piccolo commercio, erodendo un’altra fetta di mercato. E infatti i negozi chiudono nel Centro Antico come al Vomero o a Ponticelli, dove non abbiamo fatto nessun intervento di regolazione del traffico. Per quanto riguarda i trasporti, escludo che abbiano danneggiato i commercianti del Centro perchè è l'area meglio servita della città, dove si concentrano metropolitane, funicolari ed autobus. Per la Ztl del mare e la pedonalizzazione del lungomare di via Partenope e via Caracciolo, la situazione è stata diversa, perchè è stato un provvedimento nato con l'America's Cup del 2012, poi discusso dal Consiglio Comunale e votato perchè diventasse definitivo dopo il grande successo della pedonalizzazione vissuta dai i cittadini e turisti. Con eventi, ristorazione, sport, relax, concerti, biciclette, che attirano ogni sera migliaia di persone sul lungomare che hanno ritrovato la bellezza e l'importanza di uno spazio pubblico da vivere affacciato sul golfo di Napoli. Ci siamo quindi messi al lavoro per rendere definitivi i provvedimenti con la gara per l'istallazione dei varchi telematici, le regole e la distribuzione dei contrassegni per gli aventi diritto, decidendo di mantenere nel periodo transitorio un orario ridotto per la ZTL, dal lunedì al venerdì, e dalle 8.30 alle 14.30, anche tenendo proprio tenendo conto del fatto che la qualità dei trasporti stava peggiorando. E sempre confermando la pedonalizzazione del lungomare dato che la Giunta ed il Consiglio comunale hanno deciso che questa è una scelta strategica ed è in corso l'elaborazione del progetto di riqualificazione. Ad essere sincera, temo che l’errore sia stato proprio il correttivo: riaprendo al traffico nel pomeriggio i mezzi pubblici restavano spesso imbottigliati. Non sono stati tanto i trasporti a incidere negativamente sulla ZTL quanto piuttosto il contrario: una ZTL ridotta che ha dato il colpo di grazia ai mezzi di trasporto.... La crisi dei trasporti è innegabile ed è generalizzata, ma questo non ci può esimere da fare dei provvedimenti per limitare il traffico. Siamo fuori legge per la qualità dell’aria e l’inquinamento! Avevamo fatto di tutto per scongiurare il tracollo: la Regione aveva già tagliato il 40% del servizio di ANM, il Comune aveva mantenuto gli impegni nel bilancio ma non era in grado di pagare l’azienda. Il sindaco andò da Monti, da Napolitano, ci furono parecchie trattative, finché il Parlamento approvò il D.L. 174/2012, il cosiddetto “Salva Comuni”. Presentammo un piano anti dissesto decennale - necessario, perché purtroppo il disavanzo ereditato e certificato era ed è di 800 milioni di euro e 1 miliardo e 700.000 di debito verso i fornitori, tra cui le partecipate del Comune come ANM – a fronte del quale avremmo avuto diritto a 300 milioni di un fondo di anticipo. Questo accadeva a dicembre e siamo entrati in difficoltà con il pagamento di tutti i servizi dell'amministrazione: peccato che i primi soldi siano arrivati il 4 giugno: e sono 58 milioni su 300. L’anticipo dell’anticipo. Comunque abbiamo dato a maggio anche un contributo straordinario per la manutenzione dei mezzi almeno adesso si potrà fare la manutenzione degli autobus, perché fino ad oggi ANM aveva a malapena i soldi per pagare gli stipendi. Riusciremo a far tornare i trasporti alla normalità a settembre, pronti per l’apertura delle scuole. Purtroppo rimettere in moto un sistema completamente paralizzato richiede tempo, ma finalmente possiamo ripartire. La linea non si tocca, ha detto in queste ore il sindaco de Magistris: mobilità sostenibile in una città che scoppia di traffico, fatta di aree pedonali, trasporto pubblico, ztl e biciclette. Ed è la ragione per cui ho accettato di continuare a lavorare. C’è ancora tanto da fare, a Napoli siamo ancora all'inizio di un lungo percorso per dare regole certe e controlli sicuri con la telematica, per rimettere in sesto il trasporto pubblico, realizzare la fusione delle tre società di trasporto per risparmiare risorse, completare la linea 1 della metropolitana che in autunno vedrà l'apertura della stazione Garibaldi, fondamentale snodo di interscambio, ampliare la rete ciclabile.
Ora che è passato un po’ di tempo, a freddo, ha capito perché è esplosa la protesta di aprile contro le pedonalizzazioni?
I fattori esplosivi sono stati tre: il crollo dell'edificio sulla riviera, che ci ha costretto il 4 marzo a riaprire un tratto di Via Caracciolo, creando confusione e problemi alla circolazione; la Coppa America, che nell’impossibilità di utilizzare la Riviera come l’anno prima – in cui tutto aveva funzionato a meraviglia - ci ha costretti a fare un pesantissimo provvedimento di traffico, che ha fatto sì che il collegamento est-ovest della città passasse da quattro a due corsie durante gli eventi. E questo ha esasperato moltissimo gli animi, anche perché tra i lavori preparatori e quelli di smantellamento dell’evento, la strada è rimasta così per venticinque giorni. E infatti è stato proprio quello il momento delle contestazioni sotto al Comune, riprese da tutti i giornali. E poi c’è un fattore politico: il centrodestra, come in Italia, si è ripreso ed è tornato alla carica dopo le elezioni, cavalcando il tema della ZTL per far leva sull’esasperazione dei cittadini. Sotto al Comune assieme ai commercianti c’erano anche deputati del Centro destra…non cittadini qualsiasi. La ZTL è diventata un fatto politico. Alla luce di quanto è successo, e considerando che la riviera è ancora inaccessibile a causa del crollo, per l’estate si è deciso di sospendere la Ztl del Mare, lasciando naturalmente la pedonalizzazione di via Partenope e di lunghi tratti di via Caracciolo, confidando nel fatto che le scuole sono chiuse e ormai tante persone hanno imparato a non intasare le strade urbane per andare da est ad ovest visto che c’è la tangenziale apposta. Nemmeno così saranno tutti contenti: quando si riapre al traffico è sempre difficile, bisogna fare attenzione alle piste ciclabili ai parcheggi abusivi… e ci sono tanti napoletani che le ZTL la vogliono; prendiamo Via Partenope, che è rimasta integralmente pedonale: non ci pensa nessuno a riaprirla al traffico, è meravigliosa, con Castel dell'Ovo a ridosso, Capri di fronte, la vista sul Golfo.. solo due anni fa sarebbe sembrato inimmaginabile chiuderla alle auto ma oggi nessuno ha il coraggio di proporne la riapertura alle auto, sopratutto i ristoratori che ormai hanno esteso i tavolini, hanno continuamente clienti ed hanno presentato all'Amministrazione un progetto di riqualificazione ed arredo unitario.
Insomma, forse non è vero che la maggior parte dei Napoletani ce l’ha con le pedonalizzazioni. Pensa che dai media sia uscita un’immagine distorta del contesto?
Le proteste ci sono sempre quando si cambia. E’ successo con Area C a Milano, che infatti era stata sospesa a causa di un ricorso al TAR; è successo a Bologna a Natale, quando i commercianti hanno spento le luci per protestare contro i T-Days; lo stesso Matteo Renzi ha perso consensi a Firenze per il suo piano di pedonalizzazioni. Quella di Napoli è stata una protesta ordinaria. Credo che a molti abbiano dato fastidio soprattutto le telecamere: non a tutti, chiaro: ci sono tanti cittadini contenti che finalmente le regole valgano per tutti, ma c’è anche chi è abituato ad arrangiare col vigile. Qui sono tutti molto creativi, quindi non è certo un problema inventarsi una scusa per passare…Con le telecamere non si può, e questo certo non è stato gradito perchè diventa un provvedimento davvero definitivo. Ma non succede solo a Napoli: ero Assessore a Bologna nel ’94 quando decidemmo con la Giunta di allora di mettere per la prima volta in Italia i varchi telematici. La reazione fu la stessa e mi chiamò il prefetto per farmi arrivare il messaggio del Ministro ai Lavori Pubblici Radice, sotto il governo Berlusconi: “Lei quel coso lo spegne”. Dissero che bisognava controllare tutti i cavilli giuridici, il controllo remoto, le multe, chi deve occuparsene, chi no… insomma ci vollero cinque anni per riattivarli. E’ che il sentire comune era quello: sull’auto va bene ogni diavoleria, ma per controllarla, solo una paletta. Napoli non si è comportata diversamente dalle altre città, solo è partita molto dopo perchè fino ad oggi - nonostante che il Piano del Traffico del 2004 prevedesse ampie zone a traffico limitato e varchi teleamtici - nessuna di queste era stata realizzata perchè evidentemente non è popolare.... E sono anche convinta che oltre a chi ha manifestato facendo tanto rumore ci siano tanti cittadini che invece vogliono cambiare. Ho ricevuto tante mail di persone che mi dicevano “Non molli”. L’unica amarezza che ho è che chi era favorevole non è sceso in piazza, a differenza degli oppositori. L’hanno fatto egregiamente le associazioni ambientaliste, le mamme antismog, i comitati contro il rumore, le associazioni ciclistiche, ma non sono risultate una massa critica capace di contrastare i commercianti. E alla fine ovviamente sui giornali ci sono finiti quelli che lanciavano le bombe carta...